Pizza nel cartone con mano di donna

Togli la pizza dal cartone: scopri perché

Il cartone della pizza non è un piatto e non va usato per riscaldare in forno. Perché può contenere sostanze che a lungo andare fanno male alla salute

La pizza? Ci piace davanti alla tv. Complici la pandemia e il ritorno a una vita più casalinga, la margherita presa sotto casa o ordinata con i servizi di food delivery è un’abitudine sempre più diffusa. Gli ultimi dati dicono, per esempio, che gli ordini fatti a Deliveroo sono cresciuti del 15%. Che la si vada a ritirare di persona o la si faccia recapitare da un fattorino, la pizza che arriva calda, nei cartoni fumanti, è una gran comodità. Ma è anche una scelta sicura? «In linea di massima sì» spiega Mario Malinconico, direttore di ricerca dell’Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. «Ma c’è un modo giusto e uno sbagliato di consumarla perché alcuni comportamenti molto diffusi alla lunga possono creare qualche rischio per la salute e per l’ambiente».

Viene d’istinto mangiare la pizza direttamente nel cartone in cui è stata consegnata, magari dopo averla riscaldata in forno per qualche minuto. Ma sarebbe meglio non farlo perché in questo modo si permette ad alcuni composti presenti nel cartone di passare agli alimenti e, poi, a noi. Un test condotto lo scorso anno dal mensile Il Salvagente ha trovato la presenza in alte concentrazioni di Bisfenolo A e ftalati in due contenitori per pizza su tre. Queste sostanze interferiscono con il sistema endocrino e aumentano il rischio di numerose malattie. «La causa è l’uso di carta riciclata, e magari inchiostrata, contaminata da microplastiche che contengono queste sostanze plastificanti» spiega il ricercatore.

Cuocere al microonde: le ultime novità

VEDI ANCHE

Cuocere al microonde: le ultime novità

Su questo la legge italiana è severa e impone ai produttori di utilizzare solo carta vergine per il contatto con gli alimenti. Purtroppo però molti cartoni per pizza usati da noi provengono da altri paesi Ue. E per il consumatore non c’è modo di sapere con che tipo di materiale ha a che fare. «L’unica garanzia sono le certificazioni volontarie che indicano l’uso di carta vergine proveniente da foreste rinnovabili» aggiunge Mario Malinconico. «Sono affidabili anche i contenitori marroncini, perché fatti con carta naturale non sbiancata. Meglio diffidare, invece, di quelli bianco-grigi, perché questo colore segnala l’uso di carta inchiostrata di riciclo». Per gustarsi la pizza take away quindi è sempre meglio toglierla subito dal cartone e metterla in un piatto. Se si decide di riscaldarla, va trasferita in una teglia adatta per il forno. E, se avanza, conservata in un contenitore ermetico mentre il cartone finisce nella spazzatura.

Dove buttare il cartone della pizza

La probabile presenza di sostanze tossiche rende i cartoni per la pizza un rifiuto da trattare con attenzione, per evitare che questi composti finiscano nell’ambiente e tornino nel ciclo alimentare.
Solo quelli realizzati con carta vergine, puliti e privi di residui di pizza vanno gettati insieme alla carta. Gli altri, sporchi o unti e di cui non si conosce l’esatta composizione, vanno smaltiti nell’indifferenziato.

Etichette alimentari: semaforo o batteria?

VEDI ANCHE

Etichette alimentari: semaforo o batteria?

Etichette alimentari: obbligatoria l’origine per tutti i prodotti

VEDI ANCHE

Etichette alimentari: obbligatoria l’origine per tutti i prodotti

Riproduzione riservata