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La fotografia al tempo dei social network

I social network hanno cambiato anche il nostro modo di vivere la fotografia. Ecco come, in un altro episodio della serie “...al tempo dei social network”.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui siamo tutti belli. Tranne quando ci taggano.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui sai che mangiano a colazione tutti i tuoi amici, e anche a pranzo e a cena.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui non hai più paura che, quello a cui chiedevi di scattarti una foto davanti a un monumento, se ne scappasse con la tua macchina fotografica in mano, perché tutti ormai abbiamo un cellulare con fotocamera frontale e una mazza telescopica nel taschino. Quando vedo i turisti con le mazze telescopiche davanti al Colosseo penso che sarebbe molto bello se ci mettessimo tutti a fare una grande lotta come nei film di cappa e spada e anche che lo scopo della tecnologia è sempre più renderci autosufficienti, e quindi soli.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui se vai alla serata degli Oscar ti devi fare un selfie.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui mentre ti stanno ricoverando in ospedale e sei in ambulanza, ti scatti un selfie da mandare ai tuoi amici per far vedere in che condizioni sei. Perlomeno ti distrai e non pensi a quello che ti sta capitando.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui tutto è molto colorato, tutto è molto contrastato, tutto è molto saturo e definito. Poi vedi la realtà e ti fa schifo. Sarà per questo che il successo dei filtri fotografici è venuto proprio all’epoca della Grande Crisi.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui se ti devi fare un selfie in casa ti metti davanti alla finestra così il sole dritto in faccia ti cancella i brufoli, le occhiaie e tutte le imperfezioni.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui vorresti vivere nel mondo di Instagram, dove tutto è perfetto, bellissimo, pulito, ideale. Anche se, detto francamente, a un certo punto io mi romperei le scatole a passare da uno scorcio mozzafiato di Roma, alle bellissime delle cascate del Niagara, o ai mari delle Maldive o della Sardegna, cristallini come la coscienza di un neonato.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui i piedi sulla sabbia sono considerati un soggetto fotografico interessante, o almeno degno di like. E non ti chiedi mai perché.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui si sentono tutti fotografi. E i fotografi si risentono.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui i tavoli o i tavolini, le scrivanie o i comodini si fotografano dall’alto, in perpendicolare. Oppure non si fotografano proprio.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui non rompi più le scatole ai tuoi amici al ritorno dalla vacanza, mostrandogli tutte le diapositive che hai fatto o le foto che hai stampato, ma mentre sei in vacanza, minuto dopo minuto, su facebook, twitter o instagram. Il che non so se francamente è meglio o peggio.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui un tuo ex-compagno di scuola a un certo punto tira fuori dal cassetto la tua foto di terza media, che tu invece hai saggiamente tenuto nascosta per anni, e si prende la briga di scansionarla, pubblicarla e taggarvi tutti.

La fotografia al tempo dei social network è quella cosa per cui gli autoscatti si chiamano selfie.

 

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