prima di pubblicare sui social

Nei panni degli altri: quando pubblichi pensa a 5 cose che non vorresti vedere

  • 23 08 2022
Ci sono tante cose che si possono fare sui social e che aprono grandi porte al ciarliero mondo digitale: tutti abbiamo qualcosa da dire agli altri, sì, ma sempre rispettando le regole non scritte della convivenza civile e del quieto vivere

Prima di pubblicare sui social, rifletti. Sei una persona che si è appena interfacciata a questo media? O magari ti stai rendendo conto che qualcosa che fai o dici sul web sta compromettendo in qualche modo le relazioni con chi conosci? Sempre più persone ti evitano, o ti criticano direttamente.

Ricordati che a differenza del bar, dove le tue parole volano nell’aria e per ciò che dici qualcuno alza le spalle, e qualcun altro ti manda a quel paese, sui social tutto resta scritto. Come se fosse inciso sulla pietra. E se anche tu cambi e ti evolvi, cresci e maturi opinioni nuove, ciò che hai scritto rimane sempre lì, a testimonianza che eri fatta così. Nel bene e soprattutto nel male.

Nessuno sta aspettando il tuo parere sull’ultimo fatto di cronaca

Mettiamoci nei panni degli altri e proviamo a capire cosa fare prima di pubblicare sui social. La prima cosa da fare è rendersi conto che avere un social media significa avere una connessione sempre aperta con i propri contatti, amici, conoscenti e parenti. Da questa porta, che può essere una feritoia o un’autostrada a diciotto corsie in base al numero di post che scegli di pubblicare al giorno, emerge sempre qualcosa di ciò che sei.

Sul numero di post si possono fare molti ragionamenti. Quello che conta in questo paragrafo viene prima: l’uso che si fa dei social come vetrina per l’espressione delle proprie opinioni. A questo il social serve, in effetti. A patto, però, che l’opinione formulata sia questione di un’autentica riflessione, ponderata e calma, su un tema che conosciamo o di cui comunque abbiamo una certa dimestichezza.

Su internet siamo stati politici, commissari tecnici dell’Italia ai mondiali, economisti, virologi, membri dell’assemblea costituente, ministri degli esteri ed esperti di geopolitica e rapporti con i Paesi dell’ex blocco sovietico. A volte sembra addirittura che abbiamo assistito ad ogni fatto di cronaca possibile.

Forse sei una persona che ama tenersi informata e ama accendere le discussioni: è virtualmente impossibile però che tu abbia un’opinione informata su tutto quello che accade, su ogni possibile tema. Il primo consiglio che diamo per un internet migliore, prima di pubblicare sul social, è di fermarsi un secondo a riflettere sul tema del post. Rifletti: ne sai abbastanza da star ispirando uno spunto di conversazione, stai saziando una tua curiosità facendo una domanda? Oppure ti stai mettendo in cattedra dopo aver letto due articoli, quattro titoli su Google e guardato 5 minuti di video?

Prima di pubblicare sui social, pensa a ciò che deve rimanere privato

Per quanto i social media siano una piattaforma che ci garantisce una grande risonanza mediatica, permettendoci di far sapere cosa pensiamo a tante persone, in pochissimo tempo, è importante capire l’impatto di una simile azione. Pubblicare i fatti propri sui social, fare domande che lasciano trapelare troppa confidenza o fatti privati direttamente sui social.

Chiunque può leggere qualcosa che hai scritto sui social, anche se i permessi d’accesso e lettura sono limitati a una stretta cerchia di contatti. Tutti possiamo fare uno screenshot e diffonderlo.

Il worst case scenario di questo consiglio è il partner che spiega per filo e per segno perché è stato mollato. Peggio ancora, che tenta di riconquistarlo usando le pubblicazioni diffuse. Si tratta di comportamenti i cattivo gusto e di una tristezza insondabile.

Non trollare, né dare da mangiare ai troll

Il trolling su internet è una forma di interazione volutamente provocatoria, irritante, fuori tema o volutamente errata, con il solo obiettivo di dare fastidio a qualcuno. Prima di pubblicare sui social, metti sul tavolo accanto a te le frustrazioni e, se vuoi discutere, fallo con toni costruttivi, preparandoti all’eventualità che la discussione possa mutare la tua opinione sul tema.

Se parti dal presupposto di avere ragione al 250% ci sono due spiegazioni: la persona con cui ti stai arrabbiando ha poche competenze a disposizione, e ha raggiunto una conclusione sbagliata. Non c’è bisogno di essere saccenti, né volutamente provocatori. Nella seconda ipotesi il trolling lo stai subendo tu, e tirare fuori il tono saccente è proprio quello che stanno aspettando per ridere di te. Rispondere a un troll significa proprio “dargli da mangiare”, ovvero fomentarlo.

Prima di pubblicare i suoi social, sfoga altrove il tuo pessimo umore

Se sei frustrata e vuoi condividerlo con qualcuno, scrivi sul diario o chiama la tua migliore amica. Esprimere la propria frustrazione o negatività sui social significa farlo davanti a centinaia di persone, molte delle quali non sono minimamente interessate a ciò che hai da dire. Molte altre invece si infastidiranno a loro volta.

Infine, coloro a cui non sei particolarmente simpatica saranno felici di vederti in difficoltà. Diciamolo: lamentarsi sui social non porta alcun beneficio.

Non essere troppo autoreferenziale

Ti piaci e sei incredibilmente soddisfatta della tua vita? Siamo davvero felici per te. Sai chi non è particolarmente felice di sapere, 24/7, che ti piaci tantissimo e che ami la tua vita? Sempre noi, se ti seguiamo sui social e veniamo sottoposti ogni giorno alle tue foto motivazionali, in cui ci racconti quanto successo tu stia avendo. Quando intelligente tu sappia dimostrarti. Quanto furba e brava sei.

Decantare le proprie gesta in continuazione è il modo giusto per perdere l’interesse delle persone che hai vicino. La virtù, come sempre, sta nel mezzo. E nell’umiltà.

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