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Ozonoterapia: perché è così efficace

La si sperimenta con successo per la polmonite da coronavirus. Ma questa tecnica è usata da anni per trattare molte malattie importanti. In più è naturale e poco costosa

In questi giorni, c’è una cura non farmacologica anti-Covid che si sta sperimentando con successo. È l’ossigeno ozonoterapia, una miscela gassosa di ossigeno e ozono dai provati effetti antibatterici, antinfiammatori e immunomodulanti. All’ospedale Santa Maria Della Misericordia di Udine, dove sono partiti per primi con la sperimentazione, hanno ottenuto risultati davvero promettenti: su 36 pazienti ricoverati con polmonite da coronavirus e trattati con la tecnica dell’ozonoterapia sistemica, solo uno è stato intubato.

«Prima della pandemia avevamo già pronto un protocollo approvato dal Comitato etico per curare con questa pratica medica i problemi vascolari come le ulcere agli arti inferiori» racconta il professor Amato De Monte, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’ospedale, che la utilizza da 25 anni. «Così, quando è esplosa l’emergenza Covid, con il professor Carlo Tascini, primario di infettivologia, abbiamo iniziato a trattare i malati che erano in attesa di entrare in terapia intensiva anche con l’ozonoterapia, in aggiunta ai farmaci antivirali. E i risultati sono stati sorprendenti: dopo una sola seduta stavano meglio e potevano togliere il casco per l’ossigeno. Su 36 pazienti l’unico che è stato intubato, dopo pochi giorni è uscito dalla terapia intensiva».

Ozonoterapia, un’infusione benefica

Ma come funziona l’ozonoterapia sistemica? «È praticamente un’autotrasfusione» spiega il professor De Monte. «Si sottopone il paziente a un prelievo di 200 ml del suo sangue che finisce in un’ampolla dove viene arricchito con una miscela composta dal 96% di ossigeno e 4% di ozono. Qui viene lasciato omogenizzare per una decina di minuti e poi reinfuso. Tutto a circuito chiuso, con materiale monouso, senza nessun contatto esterno. Si mette così in moto una cascata di reazioni biochimiche in grado di potenziare la risposta dell’organismo agli effetti dell’infezione e ridurre i danni provocati dal virus. Oltre all’azione sullo stato infiammatorio, è in grado di intervenire su altri effetti nefasti del Covid-19, come la riduzione dell’ossigenazione e il rischio di trombosi. L’ozono migliora infatti la circolazione del sangue a livello dei capillari, lo fluidifica, evita la formazione di trombi e favorisce il trasporto di ossigeno ai tessuti». Un benefico doping, insomma, che aiuta la guarigione senza effetti collaterali. E con costi di pochi euro.

Al via uno studio sull’ozonoterapia in 30 centri

Visti i primi importanti risultati, è partito uno studio che coinvolgerà una trentina di ospedali italiani. «Diversi centri, tra cui il Policlinico militare Celio di Roma e l’ospedale di Vercelli, hanno già iniziato, mentre altri aspettano solo l’autorizzazione dei rispettivi Comitati etici regionali» dice il dottor Giovanni Sermann, l’anestesista rianimatore dell’ospedale di Udine che sta coordinando lo studio. «Si prendono in considerazione due gruppi di pazienti in fase precoce, cioè con polmonite e difficoltà respiratoria, ma non ancora con danno polmonare. Uno viene trattato solo con i farmaci antivirali e l’altro anche con l’ozonoterapia sistemica. Ci aspettiamo che vengano confermati i dati preliminari molto positivi».

Ne è convinta anche la dottoressa Maria Rosa Di Fazio, responsabile del Centro internazionale di oncologia integrata SH Health Service di San Marino, che insegna ossigeno- ozonoterapia come tecnica integrata all’oncologia in due master universitari, a Roma Tor Vergata e Catania. «L’ozono ha incredibili proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, ossigenanti, antidolorifiche e, come si è visto a Udine, anche antivirali: rende inattivo il virus perché è capace di intaccarne l’involucro protettivo e impedirne la replicazione» spiega l’oncologa. «Non mi stupisce quindi che abbia funzionato così bene sui malati di Covid».

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Un aiuto per i malati di tumore

L’ossigeno ozonoterapia in realtà non è una novità. Viene già utilizzata in moltissime strutture sanitarie pubbliche e private, soprattutto per il trattamento di problemi ortopedici, ernia del disco in testa, ma anche in medicina estetica per la cellulite. E persino in oncologia. Qui gli studi sono ancora agli inizi e sono pochi gli specialisti che la usano, ma quelli che lo fanno sostengono che i risultati sono ottimi.

«È una terapia davvero multitasking» afferma la dottoressa Di Fazio, che a questa metodica dedica anche un paragrafo del suo libro Sconfiggere il male, le 100 domande e le 100 risposte per prevenire, conoscere e combattere i tumori (Mind edizioni). «In più è del tutto naturale, non dà effetti collaterali e non ha controindicazioni, se non la gravidanza e l’ipertiroidismo scompensato. Per questo nel centro che dirigo, dove non ho mai smesso di fare terapie salvavita, nemmeno durante l’emergenza, ho trattato i miei pazienti con la Gaet (Grande auto emo trasfusione), altro nome dell’ozonoterapia sistemica. L’ho fatto a inizio e fine delle settimane di chemio, insieme agli integratori, per sostenere il sistema immunitario. Risultato? Condizioni generali migliorate, sia fisiche sia psichiche, chemioterapie ben tollerate e, soprattutto, nessuno di loro a oggi è stato contagiato dal Covid.

Grazie al suo grande potere ossigenante la Gaet migliora da un lato l’azione della chemio e dall’altro allevia gli effetti collaterali. Migliora l’umore e riduce l’affaticamento, efficacissimo in caso di fatigue, disturbo che spesso affligge i malati di tumore. Inoltre, per la sua azione modulante del sistema immunitario può essere utilizzata sia nei pazienti immunodepressi sia in quelli con le difese iperattive, come succede nelle patologie autoimmuni. Tutto dipende dalla concentrazione di ossigeno-ozono utilizzata».

Ozonoterapia: una soluzione per vaginiti e cistiti

Oltre alla Gaet esistono altre vie di somministrazione che lo specialista sceglie in base al tipo di disturbo. «Le infiltrazioni sottocutanee o le iniezioni intravertebrali, per esempio sono indicate per i problemi ortopedici e possono risolvere un’ernia del disco in sede ambulatoriale, evitando intervento chirurgico e anestesia» spiega la dottoressa Di Fazio. «Oppure le infusioni endovenose e le insufflazioni per via rettale. Quest’ultima tecnica, alternativa, ideale soprattutto per chi ha vene difficili da raggiungere, oltre che non invasiva è tra le più efficaci. In poche sedute ho guarito infezioni genitali “curate” vanamente da anni con antibiotici. Ma anche cistiti e prostatiti. La mucosa del plesso emorroidale è infatti una straordinaria e potentissima “spugna” che assorbe l’ozono e lo irradia con un’azione disinfettante».

A CHI RIVOLGERSI

L’ossigeno ozonoterapia viene utilizzata in molte strutture sanitarie. Il costo di una seduta varia in base al tipo di tecnica usata e può oscillare tra i 50 e i 150 euro. In alcune Regioni, Lombardia e Veneto, per esempio, per specifiche patologie come l’ernia del disco è passata dal Servizio sanitario. Per maggiori informazioni o per avere l’elenco dei centri medici che la effettuano vai sul sito delle società scientifiche: Airo, Accademia internazionale ricerca in ossigenoozonoterapia (www.accademia ozono.com), Fio, Nuova federazione italiana di ossigeno ozono (www. nuovafio.it), Siiot, Società scientifica ossigeno ozono terapia (www. ossigenoozono.it)

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