«Io sono il sindaco e nella mia città non si passeggia!». Così tuona Cateno De Luca, sindaco di Messina, in un videomessaggio diretto ai suoi concittadini, o almeno a quelli che non rispettano le nuove regole imposte dal decreto dell’11 marzo. Non è l’unico: a Bari c’è Antonio Decaro, che dopo il video in cui girava di sera, con le lacrime agli occhi, nelle strade deserte del capoluogo pugliese – «Mi fa male vedere la mia città così, ma insieme ce la faremo» – è diventato l’idolo della rete quando si è fatto riprendere mentre riprendeva i pochi cittadini baresi che ancora erano al parco o sul lungomare a giocare a ping pong.

«Non è previsto il ping pong, non potete giocare a ping pong! Andate a giocare alla Plasystation, a casa!». E le immagini del primo cittadino di Bari che ammonisce i disertori sono finite anche sulle opere d’arte, come segnala il Quotidiano di Puglia, creando immagini satiriche subito ricondivise sui social: Decaro che interrompe gli amanti Bacio di Hayez, Decaro che si piazza nel bel mezzo della Colazione sull’erba di Manet, Decaro che si infuria per la folla del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. La “compilation” dei sindaci italiani che si arrabbiano, grazie ai sottotitoli, conquistano la stampa e i social internazionali, soprattutto Twitter: ne hanno parlato tra gli altri il Guardian, Vice America, EuroNewsil New York Post, l’Huffington Post e pure in Cina, dove su WeChat (il social network più popolare nel Paese) sono diventati virali.


Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ci va giù ancora più pesante: «Mi arrivano notizie che qualcuno vorrebbe preparare la festa di laurea. Mandiamo i Carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme», annuncia impassibile da dietro la scrivania del suo ufficio. Lo ha ricondiviso persino Naomi Campbell su Instagram, che nella didascalia ha scritto: «Americani, ascoltate!». Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino in provincia di Perugia, non vuole sentire ragioni: «E allora mi rivolgo a voi, che ancora continuate ad andare alle poste o a prelevare contanti! Ma dove andate, dove c*** andate con questi cani che hanno la prostrata infiammata!» ammonisce.

La pensano come lui Gianfilippo Bancheri, sindaco di Delia in provincia di Caltanissetta, e Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, che non perdonano chi usa il proprio animale domestico come scusa o chi si raggruppa per passare il tempo con i vicini: «Da dove esce tutto questo spirito di vicinato a Delia!», si stupisce Bancheri. Il nostro preferito, però, è probabilmente Antonio Tutolo, sindaco di Lucera, che se la prende con chi non ha smesso di chiamare la parrucchiera per farsi sistemare i capelli in casa: «Ma a che cosa serve farsi i capelli adesso, chi deve vedere!» dice in dialetto, anche piuttosto arrabbiato. Grazie sindaci, per il vostro lavoro e per le risate di cui abbiamo davvero bisogno in un momento come questo!