Papa Francesco

Autobiografia del Papa: “In Vaticano c’è chi spera che io muoia”

Nella sua autobiografia Papa Francesco ripercorre infanzia, amori giovanili e la tragedia del golpe in Argentina. In "Life. La mia storia nella Storia" parla anche del rapporto con Ratzinger, dei giorni del
conclave del 2013 e affronta i temi dell'aborto e delle coppie omosessuali

È in uscita l’autobiografia di Papa Francesco. “Life. La mia storia nella Storia”, nelle librerie dal 19 marzo, racconta la vita del Pontefice intrecciata agli eventi che hanno segnato l’umanità. Il “Corriere della Sera” anticipa in esclusiva alcuni passi del volume, scritto con il vaticanista Fabio Marchese Ragona, che ritraggono Josè Bergoglio come uomo e primo rappresentante della Chiesa: dalla nonna paterna “figura “fondamentale per la mia formazione” alla “piccola sbandata” avuta in seminario, dai ricordi legati al Conclave (“quando il mio nome raggiunse i due terzi delle preferenze, tutti fecero un lungo applauso”) fino alle posizioni su aborto e omosessualità, dal voto di non guardare più la tv fino all’intenzione di portare avanti il ministero petrino “ad vitam”. Ecco alcuni stralci dell’autobiografia pubblicati dal “Corriere”.

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L’infanzia in Argentina e il richiamo della storia

Il Pontefice racconta le origini italiane (“il piemontese è stata la mia prima lingua madre”), i film di Rossellini, De Sica e Fellini visti nel dopoguerra e la giovinezza in parallelo coi grandi eventi della storia. A partire dalle atomiche su Hiroshima e Nagasaki: “L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è un crimine contro l’uomo, contro la sua dignità e contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. È qualcosa di immorale!”, attacca Bergoglio.

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L’innamoramento durante gli anni del seminario

In “Life. La mia storia nella Storia” c’è spazio anche per un Bergoglio “innamorato”, quando il Pontefice ricorda una “piccola sbandata” durante gli anni del seminario. “Mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. – scrive il Papa – Mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”.

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Gli anni della dittatura in Argentina

Bergoglio si sofferma nel volume sui tragici anni della dittature in Argentina (“Fu un genocidio generazionale”) raccontando come nascose tre seminaristi e contribuì alla liberazione di due gesuiti sequestrati dal regime, mentre non riuscì a salvare una sua insegnante comunista che fu arrestata, torturata e gettata da un aereo. “Le accuse contro di me sono continuate fino a poco tempo fa. – chiarisce il Pontefice smentendo le voci su un suo mai provato collaborazionismo con il regime – È stata la vendetta di qualche sinistrino che invece sapeva quanto mi fossi opposto a quelle atrocità…”

Papa Francesco

La condanna del Papa di aborto e utero in affitto

Nel libro il Papa ribadisce la propria posizione di condanna verso l’aborto definendo chi lo pratica e chi se ne rende complice “killer prezzolati”. “Dobbiamo difendere sempre la vita umana, – scrive Bergoglio – dal concepimento fino alla morte; non mi stancherò mai di dire che l’aborto è un omicidio, un atto criminale, non ci sono altre parole: significa scartare, eliminare una vita umana che non ha colpe”. Posizione simile sulla questione dell’utero in affitto (“pratica inumana e sempre più diffusa che minaccia la dignità dell’uomo e della donna, con i bambini trattati come merce”»”).

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Il Papa e il tema dell’omosessualità

Più aperta la posizione sugli omosessuali da parte di Bergoglio, che dice sì alle unioni civili (“giusto che abbiano una copertura legale come tutti”) e conferma “le benedizioni alle coppie irregolari: voglio soltanto dire che Dio ama tutti, soprattutto i peccatori”. “Immagino una Chiesa madre, – scrive il Pontefice – che abbracci e accolga tutti, anche chi si sente sbagliato e chi in passato è stato giudicato da noi. Penso alle persone omosessuali o transessuali che cercano il Signore e che invece sono state respinte o cacciate”.

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Bergoglio e la figura di Papa Ratzinger

Sul rapporto con Papa Ratzinger, Bergoglio si dice addolorato di aver visto come negli anni “la figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa”.

Papa Francesco

Il Papa: “Salvare il Pianeta, non ci rimane molto tempo”

Non manca nel libro un appello ambientalista del Papa: “Il tempo sta per scadere, non ci rimane molto per salvare il pianeta”, scrive Bergoglio invitando i giovani a “fare rumore”, senza ricorrere a violenze e senza “deturpare le opere d’arte”.

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Ricoveri in ospedale e relative speculazioni

Bergoglio ricorda anche i tempi della pandemia. “Quando in Vaticano arrivò la prima dose, io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato”, scrive il Pontefice che pur non avendo mai contratto il Covid è stato ricoverato più volte in ospedale per altri motivi. E in quelle occasioni, ricorda Bergoglio, molti si sono lasciati andare a speculazioni: “Qualcuno – scrive – era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c’è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c’è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali”.

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Nessun proposito di dimissioni

Papa Francesco non ha mai pensato alle dimissioni e lo precisa nella sua autobiografia. “Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia – scrive Francesco – Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati”.

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