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Molestie al lavoro: puoi chiedere aiuto a uno sportello gratuito

Arriva uno sportello gratuito per tutta Italia per chiedere aiuto contro le molestie al lavoro. Intanto molte aziende adottano la figura della Consigliera di Fiducia, che raccoglie le segnalazioni e fa da mediatrice

Ci passiamo la maggior parte del tempo, ma quanto sono sicure le aziende per le donne? Poco, almeno in base alla Survey L.E.I. – Lavoro, Equità, Inclusione, sondaggio condotto da Fondazione Libellula (fondazionelibellula.com) per indagare la violenza di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia.

La survey sulle molestie al lavoro

La situazione è allarmante: 7 donne su 10 si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti o allusioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Sempre il 70% ha ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro o ad altre donne (accade soprattutto alle coloro che non hanno un partner stabile o che lavorano in aziende con meno di 49 dipendenti). Il 40% ha subito contatti fisici indesiderati, il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate, il 27% segnala richieste e comportamenti di natura sessuale non graditi o non sollecitati.

Lo sportello gratuito contro le molestie

Per loro, e per chiunque si senta discriminata, demansionata o mobbizzata per questioni legate al genere, arriva lo sportello L.E.I., un servizio gratuito attivato da Fondazione Libellula: offre ascolto e aiuto per le lavoratrici di tutta Italia. «È attivo da 3 mesi e finora abbiamo ricevuto più di 30 segnalazioni» spiega Marzia Scuderi, Responsabile dei Progetti di Cura di Fondazione Libellula. «Alle donne che denunciano un abuso offriamo un primo ascolto telefonico mediante una pedagogista esperta della relazione di cura. Poi, se necessario e in accordo con la donna, viene attivato un percorso di supporto psicologico e legale e, in funzione della situazione, ci muoviamo per aiutare la donna». Per chiedere supporto, basta una email a [email protected].

Consigliera di Fiducia: la tua azienda ce l’ha?

Alcune società hanno adottato delle policy contro le discriminazioni. Se pensi di essere vittima di molestia, anche solo verbale, puoi chiedere se esista la Consigliera di Fiducia, una consulente esterna al contesto, nominata dall’azienda, che offre un supporto psicologico e può intervenire direttamente nella situazione se la persona segnalante è d’accordo. «Questa figura esiste da tempo nelle aziende pubbliche, mentre nel privato si sta affermando: l’obiettivo è far emergere le molestie e anche le situazioni di lieve e media entità che altrimenti resterebbero nell’ombra, come battute sessiste o apprezzamenti» spiega Annalisa Valsasina, psicoterapeuta e Consigliera di Fiducia presso alcune aziende del Network Libellula. «Questa professionista aiuta la persona a capire se quello che sta vivendo è una molestia e, se lo desidera, tenta di mediare con l’altra parte, senza segnalare all’azienda i dipendenti coinvolti. Se la situazione è grave, attiva l’ufficio del personale – sempre se la segnalante è d’accordo – che può procedere con lettera di richiamo, sospensione o con altri strumenti».

Le aziende già attive contro le molestie

Tra le aziende che hanno policy specifiche antiviolenza ci sono: Andriani, operante nel settore alimentare, che ha programmi di formazione per riconoscere le varie forme di violenza; il marchio della GDO Carrefour, che ha uno sportello dedicato al problema e sostiene vari progetti contro la violenza sulle donne; la società attiva nell’ambito delle risorse umane Zeta Service, che ha una policy anti-molestie, realizzata con il contributo di Fondazione Libellula.

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