-
Ora il minimo della protezione solare socialmente accettata è la trenta, e la moda dell’estate è il panama, cappello di paglia intrecciata utile per tenere il viso all’ombra, figurarsi se si può rischiare di scottarsi una parte così delicata come il seno (la punizione per le incoscienti di allora è un décolleté rugoso, macchiato, precocemente avvizzito). Ma c’era un significato profondo del mostrare il seno, che ora si è perso? Nicoletta Tiliacos, giornalista, femminista storica, si ricorda che a un certo punto, negli anni Settanta «era quasi strano prendere il sole col costume: c’era la nudità militante, la liberazione del corpo, ci si toglievano i reggiseni anche sotto i vestiti e anche in spiagge inadatte. Mi ricordo un viaggio con un gruppo di amiche femministe, nel 1977: finimmo in una spiaggia per famiglie a Taormina e una di noi sentì l’esigenza di stare a sedo nudo, per principio. Noialtre capimmo l’inutilità del gesto, e soprattutto la curiosità dei bambini che ci indicavano e chiamavano le mamme».
Nella foto Bianca Brandolini D'Adda nel 2008 a seno nudo e nel 2010 in bikini.