Jennifer Beal nel film "Flashdance"

“Flashdance” compie 40 anni e torna al cinema

È stato il film che ha fatto sognare milioni di ragazzine negli Anni Ottanta: Flashdance compie 40 anni. Storia di una pellicola stroncata dalla critica, ma che incassò cifre da record. Pronte a rivederlo sul grande schermo?

Flashdance ha compiuto quarant’anni. Il film cult degli Anni Ottanta uscì per la prima volta nelle sale statunitensi il 15 aprile del 1983 e arrivò in Italia sei mesi dopo. Un successo mondiale: la pellicola arrivò a incassare oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo, oltre 90 solo negli States. Per celebrare l’anniversario, verrà di nuovo proiettato nelle sale americane il 26 e il 30 aprile, e chissà che poi non arrivi anche nel nostro Paese.

Un film che ha fatto sognare generazioni

Non c’è persona vissuta dagli Anni Ottanta in poi che non conosca Flashdance. Una trama semplice, che forse oggi farebbe a pugni con il movimento #MeToo: la diciottenne Alex Owens lavora come saldatrice di giorno e come ballerina in un locale notturno. Intanto, sogna di entrare all’Accademia di danza di Pittsburgh. Una notte, nel locale dove si esibisce incontra Nick Hurley, che è il suo capo nella fabbrica. Si piacciono, ma Alex non vuole iniziare una relazione col proprio “boss”. Nei giorni successivi, un personaggio equivoco, Carlos, cerca di convincere, e poi costringere, la ragazza e una sua amica ad andare a lavorare in uno strip club. Nick glielo impedirà. Nasce una storia d’amore appassionatissima tra Alex e il suo capo e alla fine lei si presenterà all’audizione per l’Accademia di danza.

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Flashdance fu stroncato dalla critica

Il film non fu salutato favorevolmente dalla critica. Quando uscì nelle sale, riviste e critici lo stroncarono. Il premio Pulitzer per la critica, Roger Ebert, lo inserì nella sua lista dei film più odiati. Scrisse: «Flashdance è come un film che ha vinto 90 minuti di shopping gratis al supermercato di Hollywood. Il regista e i suoi collaboratori hanno corso all’impazzata lungo le corsie prendendo un pezzo di La febbre del sabato sera, una fetta di Urban Cowboy, un quarto di Marty e un chilo di Archie Bunker’s Place. Il risultato è grandi musiche e balli, senza alcun significato». Ma nelle sale fu un successo clamoroso, tanto da diventare subito un cult.

Alex era interpretata da Jennifer Beal

Diretto da Adrian Lyne, il regista di pellicole come Attrazione Fatale, Proposta Indecente e Nove Settimane e Mezzo, il film ha lanciato nell’Olimpo di Hollywood la protagonista Jennifer Beal, che era una esordiente. Flashdance è ispirato a una storia vera: quella di Maureen Marder, operaia di giorno e ballerina di notte a Toronto, che nel 1982 concesse i diritti alla Paramount per 2.300 dollari. Hollywood Reporter commentò: «È un nuovo Rocky, ma al femminile». Ma fu solo una delle poche testate giornalistiche a non emettere giudizi al vetriolo.

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Flashdance: colonne sonore da Oscar

La pellicola ha introdotto il grande pubblico alla breakdance e ha reso celebri gli scaldamuscoli. Parte della fortuna è dovuta anche alla colonna sonora, che è ancora trascinante grazie a brani come Maniac e Flashdance… What a Feeling che, interpretato da Irene Cara, l’anno dopo vinse l’Oscar per la migliore canzone originale. Tra le musiche del film c’era anche Gloria di Umberto Tozzi, che accompagna la scena della gara di pattinaggio sul ghiaccio dell’amica di Alex, Jeanie, interpretata da Sunny Johnson, che morì di emorragia cerebrale l’anno dopo l’uscita del film. Aveva solo trent’anni.

Demi Moore voleva il ruolo di Alex

Inizialmente, per la parte di Alex si era candidata Demi Moore. I capi alla Paramount non sapevano decidersi, così radunarono le loro segretarie e tutte scelsero Jennifer Beal. Il ruolo di Nick Hurley, il boss dell’acciaieria, invece era stato offerto a Gene Simmons, il fondatore dei Kiss, che però rifiutò. I produttori del film considerarono di affidare la parte ad attori come Pierce Brosnan, Robert De Niro, Richard Gere, Mel Gibson, Tom Hanks, Mickey Rourke e John Travolta. Alla fine il ruolo andò a Michel Nouri.

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