Barack Obama e Michelle

Ti amo presidente, il film sulla storia d’amore tra Obama e Michelle

Esce in Italia il film sul primo appuntamento tra Barack Obama  e Michelle. Noi l'abbiamo visto in anteprima quando uscì negli States. E qui vi spieghiamo perché non dovete perdervelo, soprattutto oggi

Quando uscì negli Stati Uniti fece sognare tutti. E farà sognare anche noi italiani. Southside with you (dal 17 novembre nei nostri cinema) ha una trama banalissima: racconta il primo appuntamento di due ragazzi di belle speranze, laureati ad Harvard e impiegati in uno studio legale di Chicago. Niente di speciale, penserete voi. E invece no.

Che cosa c’è di tanto straordinario? Nulla, e in fondo tutto. Perché lui (all’epoca 28 anni) è Barack Obama, il primo presidente di colore degli Stati Uniti, mentre lei (25) è Michelle Robinson, la first lady fuoriclasse della storia americana. Ma soprattutto: il sentimento sbocciato in quel giorno d’estate del 1989, tra una riunione di quartiere e un gelato al cioccolato, ha cambiato non solo il loro destino (dall’unione sono nate due figlie, Sasha e Malia), ma anche quello di un Paese intero.

Noi l’abbiamo visto in anteprima, quando uscì in America. E qui vi raccontiamo perché non dovete perdervelo. Soprattutto oggi, con il mandato di Obama in scadenza e la vittoria di Donald Trump.

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– Gli attori Parker Sawyers e Tika Sumpter, rispettivamente Barack e Michelle, sul set del film

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– 2004. Barack Obama, qui con la moglie Michelle e la figlia Sasha, è Senatore e candidato alle presidenziali americane

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– 2005

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– Un ritratto della coppia con le figlie Sasha e Malia

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– 2009

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– 2011

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– 2012

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– 2013

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– Le statue di cera di Barack e Michelle al Madam Tussauds di Londra

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– Due bambole raffiguranti la coppia

Michelle si prepara con cura, camicetta di seta e idratante sulle gambe, e intanto ripete alla madre che «assolutamente no, non è un incontro galante». Sale in macchina e immediatamente coglie l’odore di fumo che Barack, pochi istanti prima, ha cercato di nascondere con una spruzzata di deodorante. Poi abbassa lo sguardo e scorge un buco nella carrozzeria dal quale si vede l’asfalto. E alza gli occhi al cielo, come abbiamo fatto tutte noi milioni di volte: possibile che sia così difficile trovarne uno che non sbaglia un colpo?

Ma poco dopo lui inizia a trasformarsi: da ragazzo scanzonato a giovane affascinante e sicuro di sé. A un gruppo di cittadini di un sobborgo povero di Chicago, in lotta con l’amministrazione locale, il giovane avvocato dice: «Sento il vostro dolore» con quell’empatia che negli ultimi anni ha reso i discorsi di Obama indimenticabili. In quel momento, la ragazza che ha acconsentito (di malavoglia) a uscire con lui si illumina. Comprende quello che lei stessa spiegherà di lì a poco: «Le cose non sono sempre come appaiono». Si emoziona. E lo stesso accade alla platea (sottoscritta compresa) di Southside with you.

Michelle, già orgogliosa e determinata, famiglia di classe media «dove l’educazione era la priorità numero uno», e Barack, carisma disarmante e un passato che ancora brucia, per colpa di quel padre tornato in Kenya quando il figlio aveva solo due anni. «Un uomo incompleto», lo definisce il futuro presidente degli Usa. Una giornata insieme e i due diventano uno solo. Si raccontano, si ascoltano, discutono, si riappacificano. Lo abbiamo fatto tutti all’inizio di una storia, pensando che fossero sciocchezze, ma questo film ci insegna che non è così.

«La vita di ogni padre è incompleta perché è compito dei figli portare a termine ciò che loro hanno lasciato in sospeso» dice Michelle al futuro capo di Stato in uno dei tanti dialoghi da ricordare. «Metti da parte la rabbia, se vuoi essere migliore di lui».

È il potere di certi amori, che stanano le debolezze nascoste e le guariscono, affinano gli ideali e li nutrono, fanno crescere le persone fino (qualche volta) a trasformarli in personaggi capaci di scrivere la storia. Certo, di Barack e Michelle ce ne sono due al mondo, ma è bello pensare che la loro magia sia anche un po’ la nostra. E che, se anche Southside with you è solo una fiction (ma «accurata al 90 per cento», ha detto Richard Tanne, regista e sceneggiatore), 27 anni fa a Chicago sia andata davvero così.

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