Da una parte i bad-boy che non ci pensano proprio ad appendere lo smoking al chiodo per versioni più moderne di stili che potrebbero durare solo una stagione. Dall’altra invece ensemble genderless che seducono irrimediabilmente il red carpet in nome di una modernità sempre più ricercata e attesa. E poi c’è il fascino ammaliatore di entrambe le versioni che non smettono di stupire alla 79esima Mostra internazionale del cinema di Venezia. In Laguna non solo deliziose signore a calcare il tappeto rosso tra giri di valzer, tacchi, gioielli, acconciature e cambi d’abito: i divi di ogni generazione stanno incantando.

Mai senza l’amato smoking

Il mitico black tie è l’abito simbolo dell’eleganza maschile per eccellenza (oltre che un capo che vanta più di 150 anni di storia). Lo hanno indossato sul red carpet alcuni dei più grandi attori di Hollywood: dall’agente segreto di Sua Maestà James Bond (da Sean Connery a Daniel Craig) fino a divi indimenticabili come Paul Newman e Robert Redford o George Clooney e Leonardo di Caprio. Attenzione però perché lo smoking è un capo che va indossato solo nelle occasioni in cui l’invito lo richiede esplicitamente e il suo sfoggio va curato fin nei minimi dettagli, dal cravattino nero da annodare rigorosamente a mano, alla calza in seta, i gemelli, la fascia in vita, fino all’abbinamento con la scarpa tirata a lucido.

Le regole sono poche, basta seguirle con attenzione come ha fatto l’affascinante Duca di Hastings (Regé-Jean Page), Adam Drivr o il divo irlandese Colin Farrell, per non incorrere nel rischio di sembrare un pinguino. Per la giacca, nelle ultime stagioni, diversi designer hanno “provocato” la tradizione proponendo nuove texture, stampe e colori. Così, anche se il classico nero, il blu notte o il verde bosco restano le nuance più apprezzate, non ha certo lasciato indifferenti il blazer color corteccia del bel Chris Pine.

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Versioni alternative di stile

A dare il via a questa ondata di “versioni alternative di stile” è stato Brad Pitt con il suo ormai leggendario tour promozionale del film Bullet Train dove ha rubato la scena addirittura alla pellicola non solo agli altri interpreti, durante photocall, tappeti rossi e interviste. Ad essere protagonisti infatti sono stati gli abiti colorati e casual (perfino una gonna) che nulla hanno a che fare con il classico completo elegante e scuro. Ecco perché il leit motiv di molti outfit d’ordinanza di questo Festival è stato un ensemble diverso dal solito: niente suit per farsi notare.
La schiena scoperta di Timothée Chalamet sul tappeto rosso di Bones at all Bones segna infatti l’epitome del genderless. E poi il total white del principe azzurro 4.0 Nicholas Hoult o lo charme “sgualcito” di Vincent Cassel
E ancora le camicie effetto splatter, le spille gioiello e gli occhiali da sole. Le canotte e le T-shirt adolescenziali e, naturalmente lo stile super-vintage e genderfluid che ha conquistato tutt* di Harry Styles.

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