Dopo la Palma d’oro d’onore ricevuta nel 2021, Jodie Foster è tornata a Cannes per Vie Privée di Rebecca Zlotowski. Nel film interpreta una psichiatra alle prese con un’indagine sulla morte di una sua paziente. L’attrice, che giovanissima debuttò sulla Croisette per Taxi Driver, ha raccontato come il passare degli anni l’ha cambiata nel profondo. «Da bambina e da adolescente ero molto seria durante le riprese – ha affermato la Foster – Invecchiando, mi piace cercare leggerezza e ho scoperto di essere una nuova me stessa».

Jodie Foster, una star pluripremiata sulla Croisette

Jodie Foster, che a soli tre anni iniziò a lavorare come modella, si affermò come bambina prodigio del cinema proprio con Taxi Driver (1977). Film che – a soli 14 anni – le regalò la candidatura come miglior attrice non protagonista. Nel corso della sua lunga carriera, l’attrice ha vinto il suo primo Oscar come migliore attrice per il ruolo della cameriera Sarah Tobias in Sotto accusa (1988). E il secondo per aver interpretato l’agente dell’FBI Clarice Starling Il silenzio degli innocenti (1991). Di recente ha ricevuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione di un’allenatrice di nuoto in Nyad (2023) e un Emmy per la serie HBO True Detective: Night Country.

Il nuovo ruolo nel film Vie Privée

Nel thriller francese Vie Privée, presentato al Festival fuori concorso, Jodie Foster interpreta una psichiatra separata (da Daniel Auteil), che si convince che una sua paziente (Virginie Efira) non si sia suicidata, ma sia stata vittima di un omicidio. La star americana ha spiegato di aver maturato un approccio sempre più esigente nella scelta dei suoi progetti: «Mi interessa la narrazione. Mi interessa sviluppare un personaggio che dia impulso alla storia. Questo film ha soddisfatto tutti i requisiti», ha detto l’attrice che per la prima volta ha sostenuto un ruolo in lingua francese, imparato da giovane al Liceo francese di Los Angeles dove ha fatto tutti gli studi fino alla laurea con lode.

Jodie Foster

«Quello che mi è piaciuto è che lei è una persona che arriva a un punto della sua vita in cui è bloccata nella sua carriera. L’indagine finisce per essere un’indagine su se stessa che a mano a mano perde le certezze e diventa confusa ma anche più sorridente, ironica».

«I giovani attori? Non si preoccupano se un film è brutto»

L’attrice 62enne ha affermato di non riuscire a immedesimarsi nei giovani attori che «vogliono solo recitare» e «non si preoccupano se il film è brutto». Parlando con Variety la Foster ha confermato che le piace ancora il suo lavoro, ma di non essere interessata a «recitare per il gusto di recitare». «Vedo molti giovani attori, e non dico di essere invidiosa, ma non capisco come facciano a voler recitare e basta. Non gli importa se il film è brutto. Non gli importa se i dialoghi sono brutti. Non gli importa se sono un acino d’uva in una pubblicità della Fruit of the Loom», ha detto la star del Silenzio degli Innocenti.

«Recitare è l’unica capacità che ho»

«Se non recitassi mai più, non me ne importerebbe niente. – ha dichiarato Jodie Foster -. Mi piace molto essere un veicolo per una storia o per il cinema. Se potessi fare qualcos’altro, se fossi uno scrittore, un pittore o uno scultore, andrebbe bene lo stesso. Ma questa è l’unica capacità che ho».