Lo Stato Sociale

Lo Stato Sociale a Sanremo 2021 con “Combat pop”

Cinque dischi alle spalle, il collettivo Lo Stato Sociale porta al Festival un brano rock che mette in luce le contraddizioni della società. Nella serata delle cover Lodo, Bebo, Carota, Checco e Albi canteranno Non è per sempre degli Afterhours

Lodo, Bebo, Carota, Checco e Albi, secondi a Sanremo nel 2018 con “la vecchia che balla” di Una vita in vacanza, tornano per far ballare (e riflettere) di nuovo. Combat pop è un brano rock che mette in luce le contraddizioni della società, sotto la maschera del divertimento. Nella serata delle cover canteranno Non è per sempre, il brano degli Afterhours. Sul palco con loro saliranno Sergio Rubini e i lavoratori dello spettacolo. Nel loro presente cinque dischi, dove ognuno dei componenti esprime la sua arte, a sottolineare che da sempre Lo Stato Sociale è un collettivo di individui che percorrono la loro carriera artistica insieme. La consapevolezza: sì alle regole, no alle imposizioni.

Cosa significa questo ritorno, per voi?

Bebo: Tante cose. Da quando abbiamo avuto la fortuna di fare bella figura su quel palco si è accesa una linea di comunicazione costante con il Festival, ce lo hanno chiesto anche quando non ci siamo stati. A noi palchi e spettacoli piacciono, quest’anno è andata bene. Avevamo questo brano da presentare ma eravamo convintissimi che non lo avrebbero mai scelto. E invece lo hanno preso. È un’edizione piacevole in cui inserirsi e non siamo più extraterrestri.

Il vostro brano parla anche di regole da abbattere. Quali?

Albi: Non tutte le regole sono da abbattere, quelle che esistono per vivere civilmente vanno rispettate. Ma non devono essere imposizioni, non si può accettare tutto per come viene raccontato e proposto. SI possono fare cose nella direzione che si ritiene più giusta, per se stessi e per la propria società. Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni e dobbiamo fare in modo che la nostra relazione con quello che ci circonda funzioni. È la storia d’amore che abbiamo con la vita. Noi cantiamo questa contraddizione.

Dite “Non c’è il punk per dire quanto sei fuori”. Come sta la musica?

Lodo: Siamo in un periodo di espansione del mercato, siamo dentro una confezione che dà tante possibilità. La musica è una vetrina sotto forma di playlist e dati di classifiche ed è vero che quando sei dentro a un grande meccanismo non sei libero.

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Voi però lo sembrate. Perché cinque dischi?

Checco: È una scelta che nasce da due piani separati. C’è il piano umano, alcuni di noi avevano sviluppato la necessità di approfondire il proprio mondo artistico. All’interno del gruppo, per la costruzione stessa del collettivo abbiamo sempre avuto il compromesso di una gabbia che ci fa funzionare insieme. Questa gabbia però a volte diventa limitante e quindi abbiamo avuto bisogno di approfondire meglio alcuni angoli artistici e verificarne lo spazio. Il secondo piano invece è discografico. Non ci interessano le gare di click e classifiche. Abbiamo voglia di raccontare più cose, ed è difficile farlo con un solo singolo. Stiamo vivendo in un momento in cui la musica è piuttosto liquida. Di album non se ne fanno, la nostra operazione è in contro tendenza. Per dimostrarci e dimostrare che si possono ancora fare cose diverse. Più che in altezza è un’operazione in ampiezza, per raccontare la complessità di quello che siamo. Cinque teste, cinque estetiche e poetiche diverse. La corsa al numero non parla la nostra lingua.

Dopo il primo Sanremo è cambiato qualcosa?

Carota: È arrivato il carico di responsabilità e di aspettative da non deludere. Tutto quel carico a volte pesa, questa operazione è la nostra maniera di tornare a fare quello che vogliamo.

Avevate la vecchia che balla. Quest’anno come stupirete?

Albi: Ci sarà una persona molto giovane e ferma (ride, ndr).

Lodo: Noi samo in cinque e quest’anno abbiamo fatti cinque dischi. Il 2018 è stato il mio Sanremo, questo sarà quello di un altro di noi.

Giovedì canterete Non è per sempre degli Afterhours. Come mai questa scelta?

Albi: Abbiamo pensato subito a questo pezzo e abbiamo anche pensato che non sarebbe mai stato accettato. Racconta molto della nostra vita ed è un brano che piace a tutti e quattro.

Lodo: Hanno detto sì anche questa volta. È una canzone che racconta una relazione forte con una parte di questo paese che ha vissuto un anno di purgatorio e incubo, portiamo l’attenzione sui lavoratori dello spettacolo che saranno sul palco con noi.

Carota: Quando siamo tutti d’accordo di solito è un casino.

Avete un porta fortuna?

Per Sanremo il nostro produttore Fabio Gargiulo.

Chi di voi ha animali?

Carota: Io ho Pollo. Ha paura di tutto. È stato trovato dentro un pollaio.

Chi colleziona qualcosa?

Albi: Io figure di merda.

Chi è il più goloso?

Bebo: Di dolci.

Albi: Vi ricordate quando ci hanno regalato una forma di pecorino e l’abbiamo chiamata Italo?

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Chi è il più litigioso e chi fa da paciere.

Checco: Io il litigioso.

Albi: Io da paciere.

Siete tifosi?

Albi: Io sono l’unico tifoso di calcio e anche l’unico giocatore, forza Bologna sempre.

Lodo: Io e Bebo preferiamo il basket. C’è una sfida Fortitudo Virtus in atto da quando siamo nati.

La cosa che più vi mancherà di un Ariston senza pubblico e una città vuota?

Carota: Vedere l’unica persona che non si diverte.

Bebo: E i politici in sala.

Lodo: E vedere girare Mara Venier che spiega la vita a tutti, alle 4 di notte.

Checco: E il bar dei dipendenti del casino di Sanremo.

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