40 anni e (non) sentirli

  • 07 09 2012

Riflessione su cosa vuol dire avere 40 anni

14 novembre 2010: ho compiuto 40 anni. All’alba dei 42 sono pronta a parlarne, il tempismo è sempre stato uno dei miei punti di forza…

Svegliarmi con 30 anni era stato traumatico – la mente aveva deciso di fare un punto sulla situazione di vita e un non tanto rapido volo su successi ed insuccessi mi aveva lasciata tramortita.
Per i 40 mi aspettavo il cataclisma, quantomeno non riuscire ad alzarmi dal letto per la disperazione. Invece niente, ho solcato la mega decade in una orrida domenica uggiosa con la psiche leggera come quella di un neonato. Succederà qualcosa, mi dicevo, mi renderò conto e mi sentirò malissimo. Niente.
A quasi due anni di distanza quello che al tempo era apparso uno strano quasi innaturale fenomeno ha assunto contorni molto più chiari: avere 40 anni non è male per niente. Me lo dicevano zii e amici molto più grandi, non ci avevo creduto ma è vero. I perché sono svariati.

Il bello di crescere – insisto a chiamarlo così nonostante un amico carissimo e coetaneo cerchi di convincermi che oltre una certa età si invecchia non si cresce – è che si fa esperienza e più esperienza porta maggiore conoscenza e sapendo di più si acquista maggiore tranquillità. Il che si traduce in un miglior vivere. Cose che a 20 o 30 anni paiono mostruose e insormontabili a 40 hanno contorni e pesi molto diversi.
Un’altra cosa che si guadagna con l’età è la sicurezza, si ha maggiore consapevolezza di sè, meno paura delle persone e delle situazioni, il piano dei rapporti interpersonali si assesta sulla parità, e si è in grado di resistere meglio alle pressioni esterne – per dirne una, difficilissimo trovare un 40enne che inizia a fumare perchè vuole appartenere ad un gruppo e non lo fa non lo accettano. A 40 anni si hanno anche le idee più chiare, le priorità sono stabilite, si è capito quello che si vuole dalla vita e chi si vuole essere – conta la carriera, no contano i figli, no conta la famiglia, no conto solo io, voglio tutto; ognuno ha il suo; il che si traduce in azioni e scelte più consapevoli, meno dettate dal caso o dalla magari cieca passione del momento. In generale si è più stabili.

Passiamo ora al fisico

I capelli che mi aspettavo sarebbero diventati simil Einstein sono rimasti più o meno quelli di sempre, c’è qualcosa di bianco che spunta di quà e di là ma si coprono ancora con relativa facilità con l’hennè e grazie alle varie maschere fatte in casa e agli shampoo (su cui non risparmio) hanno ancora una bella struttura.

Il viso grazie a pulizia regolare e approfondita, scrub (ho una passione per quello termico), maschere (se poco amo il parrucchiere, l’estetista proprio non lo tollero), creme idratanti – le tre preferite sono quelle alla bava di lumaca, al vino e alle foglie d’ulivo – e creme protettive nell’esposizione al sole ha tenuto più che adeguatamente e con guardo con superiorità gli Shar Pei, ben più rugosi di me. Certo nessuno mi confonde per una 25enne ma sarebbe irrealistico, per cui pollice alto anche su questo fronte.

Corpo e forma fisica in generale: noto qualche rotoletto sui fianchi, la pancia non è proprio tesa come un tempo e il coscio soffre però mi sento di non dare la colpa all’età ma alla pigrizia. Se solo avessi la decenza di fare un po’ più di sport starei sicuramente meglio. L’età forse si sente sul recupero, nel senso che dopo l’attività fisica rispetto a prima c’è bisogno di più tempo per rimettersi ma niente di epocale.

Metabolismo: anche qui mi sento di sfatare un mito. Mangio tanto quanto prima e non noto particolari differenze rispetto a quando ero più giovane.

I figli, certo non è consigliabile farli tanto tardi, certo non vengono facilmente ma ormai le quarantenni che diventano mamma sono innumerevoli. Anche su questo fronte i 40 anni non sono più un tabù.

Fun and sex: chi ha detto che a quaranta anni il divertimento è una distante memoria? Ci si può divertire tanto quanto prima, anzi forse di più visto che l’unico limite siamo noi stesse.

Tirando le prime somme: sul fronte psico-mentale a 40 anni si ha maggiore consapevolezza di sè e più mezzi per gestire la vita, il che è un bene; su quello fisico, le differenze rispetto ai 30 ci sono ma non sono nè enormi nè tali da giustificare la disperazione e facendo un po’ di attenzione ci si mantiene alla grande.

Sono tutte rose e fiori? Non esageriamo. Il problema maggiore è che arrivati a 40 anni tante strade si chiudono e tante cose non si possono più fare (cambiare carriera ad esempio, è difficilissimo) il che porta inevitabilmente a riflettere sul passato e sul futuro, cosa si è fatto, cosa si è sbagliato, dove si è arrivati, dove non si arriverà mai più e se le risposte non piacciono può essere penoso. Aumentano le responsabilità, ormai si sa cosa è il dolore, si deve essere più bastone che mano che si appoggia, si è più mamma che figlia, etc.

Si legge spesso che la vita inizia a 40 anni. Non sono d’accordo, un bambino di 10 anni pensa di fare cose grandiose, un ventenne pensa di dominare il mondo, e un trentenne pensa di essere arrivato. A 40 invece si sa che a 10 anni si facevano le cose da bambino, che a 20 non si dominava il mondo, e che a 30 le strade davanti erano ancora molte e lottando contro il desiderio di rimanere giovani si segue con coraggio e determinazione l’inesorabilità della natura e si costruisce quello su cui ci si troverà a riflettere a 50.

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