Signori uomini, ridimensionatevi!

È l’appello di una sessuologa americana. Ai maschi ossessionati da certe misure spiega perché non sono i centimetri in più a portare lontano

Le dimensioni contano oppure no? A farsi questa domanda sono gli uomini, spesso ossessionati dall’idea di avere un organo sessuale troppo piccolo. Tant’è che su Internet spopolano i rimedi fai-da-te (dalla ginnastica alle creme) che promettono miracolosi allungamenti.

«Una moda senza fondamenti scientifici: l’unica cosa che accresce è l’ansia da prestazione dei maschi. Ingiustificata, perché le donne oggi non cercano superdotati, ma partner attenti e generosi» spiega la sessuologa newyorkese Madeleine M. Castellanos, autrice di una guida su questo tipo di dubbi maschili: Penis Problems. A Man’s Guide (ed. Good in Bed).

«Sfatiamo il mito che la lunghezza sia sinonimo di soddisfazione femminile. La vagina, in fase di eccitazione, arriva a dilatarsi fino a otto centimetri. Quindi è alla portata di tutti: anche dei medium o small».

Il contrario, invece, può essere uno svantaggio. «Ho avuto casi di donne arrivate in terapia che provavano dolore. E a cui ho suggerito di cambiare posizione durante i rapporti (evitando, per esempio, quella dell’amazzone, cioè lei sopra) perché la penetrazione fosse meno d’impatto» spiega la sessuologa.

«Ai tanti mariti e fidanzati con la “sindrome di Mister Big” vorrei dire: se desiderate davvero essere amanti da dieci e lode, non preoccupatevi della lunghezza e di arrivare “al traguardo”, in profondità. Puntate piuttosto sulla circonferenza! Il vero segreto sono piccoli movimenti rotatori, da fare proprio all’ingresso della vagina, nella zona attorno al clitoride. I più efficaci per il piacere femminile».

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