S.O.S sale
Sul banco dei cibi imputati, salgono anche le croccanti chips. Le patatine fritte, infatti, sono il classico alimento che innesca il meccanismo “una tira l’altra“. L’effetto assuefazione peggiore si ottiene con le classiche patatine confezionate nei sacchetti e strabordanti di sale nonché dei grassi sprigionati dalla frittura.
Il mix di sodio e grassi, unitamente alla quantità di zuccheri contenuta nella patata stessa, genera la reazione caratteristica che porta alla dipendenza. Tra le conseguenze negative di un consumo eccessivo di patatine fritte vi sono: ritenzione idrica, cellulite, edemi, sovrappeso, obesità, pelle impura, fegato affaticato, problemi intestinali, aumentato rischio cardiovascolare, valori pressori più elevati (a causa del contenuto di sodio).
Le amanti delle patatine dovrebbero friggerle a casa, usando oli con un punto di fumo molto alto come quello di arachide e l‘olio EVO. E riservando questa golosità a una-due volte al mese (come per tutti i cibi fritti).
Un’alternativa sana alle chips sono le “finte” patatine fritte: si tagliano a spicchi sottili le patate lasciando la buccia (ricca di fibra) e si fanno cuocere nel forno molto caldo, con la funzione grill e irrorate di olio EVO.