Bruciore di stomaco, senso di peso post-prandiale, digestione difficile (con occasionali episodi di vomito), crampi all'addome (precisamente all'altezza dell'ombelico), nausea, aerofagia e, nei casi più severi di infiammazione della mucosa gastrica, vero e proprio dolore: sono tutti sintomi che chi soffre di gastrite conosce bene.
Varie le cause: dallo stress alle abitudini alimentari errate, compresi gli orari e le quantità dei pasti; dall'uso di alcuni farmaci che irritano le pareti gastriche (come ad esempio i FANS e gli antidolorifici) all'aver contratto il famigerato Helicobacter pilori, il batterio responsabile dell'ulcera gastrica e dell'unica forma di infiammazione allo stomaco che si può trasmettere. Tutte le altre non sono infettive.
In caso di gastrite acuta, il suggerimento dietetico migliore è quello di seguire i consigli del medico, che insieme alla terapia farmacologica prescriverà l'alimentazione corretta per alleviare i disturbi di un male allo stomaco decisamente fastidioso. Se invece la gastrite dovesse cronicizzarsi è bene osservare alcune regole alimentari a scopo cautelativo, per evitare cioè di risvegliare l'infiammazione o di esacerbarne i fastidi. Ne parliamo con il prof. Berardino Vaira, gastroenterologo e docente di Medicina Interna presso l'Ospedale Sant'Orsola Malpighi di Bologna.