Dieta vegana in primavera

Scegliere di seguire un'alimentazione vegana in primavera, può rappresentare una scelta ottimale per benessere e linea. A patto, però, di interpretare la dieta vegana nel modo corretto. Cosa significa essere vegani? In termini di "esclusione", significa togliere dalla dieta ogni tipologia di proteina di origine animale (carne, pesce, formaggio, uova) e sostituirle interamente con le proteine di origine vegetale (legumi più cereali, tofu, konjac, seitan...).

Certamente, scegliere un'alimentazione vegana non vuol dire nutrirsi quasi esclusivamente di pasta, pane, frutta e verdura. Per non incorrere nelle tanto temute carenze nutrizionali, è importante impostare i menu settimanali in modo che siano equilibrati, sempre diversi e ricchi di tutti i nutrienti essenziali di cui l'organismo ha bisogno.

Dieta vegana in primavera

La dieta vegana equilibrata è una scelta ottimale per salute e linea. Soprattutto se seguita proprio al cambio di stagione, per entrare nella primavera più leggera e depurata

 

La dieta vegana, per essere sana e non dar luogo a carenze nutrizionali, va calibrata al meglio con l’aiuto di un nutrizionista. Infatti, seguire un’alimentazione vegana non significa mangiare solo carboidrati e verdure. La dieta vegana salutare è quella che sa bilanciare correttamente il consumo di carboidrati, proteine (vegetali) e grassi. Inoltre, è bene che i menu siano sempre diversi sia per non annoiarsi, sia per assicurarsi tutti i nutrienti essenziali. La primavera può rappresentare il periodo ideale per adottare una dieta vegana, proprio perché l’assenza di proteine di origine animale aiuta l’organismo a disintossicarsi in profondità. Inoltre le vitamine, i minerali e gli antiossidanti provenienti del mondo vegetale, contrastano la stanchezza tipica del cambio di stagione, così come la sensazione di gonfiore

Vegetali detox

Vitamine, minerali e antiossidanti

Scegliere di alimentarsi in modo vegano è, nella maggior parte dei casi, una decisione di tipo etico. Ma, al contempo, si tratta di un‘opzione salutare poiché prevede il consumo di alimenti a “basso impatto” su stomaco, fegato, reni e intestino (vegetali, cereali). Uno dei dubbi più comuni riguardo alla dieta vegana è certamente la possibilità di incorrere in eventuali carenze nutrizionali (proteiche, di ferro…).

In realtà, se la dieta vegana è equilibrata e studiata da uno specialista in nutrizione, questo tipo di alimentazione non è rischiosa per la salute ma, al contrario, presenta numerosi vantaggi. Adottare una dieta vegana in primavera è un’ottima soluzione per depurare a fondo l’organismo dalle tossine, ripristinando una corretta digestione, alleggerendo il lavoro di fegato e reni, agevolando il transito intestinale.

Inoltre, seguire un’alimentazione vegana al cambio di stagione, può aiutare a ritrovare le forze, sia fisiche sia mentali. Merito di vitamine, minerali (potassio, magnesio…) e antiossidanti contenuti in quantità nei vegetali freschi di stagione (frutta, verdura, legumi).

Fragole, poche calorie e tanti benefici

Vitamina C, indispensabile per salute e bellezza

Tra i frutti di stagione che la primavera regala, spiccano senza dubbio le fragole. Buonissime e naturalmente dolci, le fragole non dovrebbero mai mancare nella dieta di grandi e piccini e, a maggior ragione, al cambio di stagione. Non tutti, forse, sanno che la fragola contiene tantissima vitamina C fresca e attiva.

Addirittura, con una porzione di fragole da 150 grammi si arriva a coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina C di una donna adulta. Il tutto con sole 25 calorie per etto.

Ma a cosa serve la vitamina C? A rinforzare il sistema immunitario, a preservare il funzionamento del microcircolo, a proteggere la vista, a prevenire alcune forme tumorali (per esempio le neoplasie a carico dell’esofago), a migliorare il benessere delle gengive e delle mucose in generale, ad assorbire il ferro.

Soffermandoci su quest’ultimo punto, risulta chiaro quanto sia importante assicurarsi il giusto apporto di vitamina C se si segue una dieta vegana. Sappiamo, infatti, che il ferro è presente anche in fonti del tutto vegetali come ortaggi a foglia verde, legumi, semi…ma per assorbirlo (così come accade per il ferro di origine animale) è necessario assumere vitamina C fresca.

Un pasto vegano primaverile ricco di ferro? Riso integrale, cicoria e piselli accompagnato da una coppetta di fragole e limone.

Asparagi, per drenare e depurarsi

Ricchi di ferro e folati

Gli asparagi sono i protagonisti di tanti picnic e menu primaverili. E sono anche uno degli ortaggi con maggiori proprietà benefiche, sia dal punto di vista della prevenzione (è riconosciuta l’azione antitumorale dell’asparago) sia per quanto riguarda il loro potere disintossicante.

Gli asparagi sono, infatti, costituiti per più del 90% da acqua. Questo elevato contenuto in acqua agevola la diuresi e favorisce, così, la depurazione dell’organismo attraverso i reni. Inoltre, gli asparagi contengono ferro vegetale (indispensabile per chi segue una dieta vegana), vitamina K e vitamina B9, o acido folico. Infine, gli asparagi sono ricchi di fibra e, dunque, rallentano l’assorbimento di zuccheri e grassi cattivi nel sangue, aiutando il dimagramento, il controllo della glicemia, nonché il corretto funzionamento del sistema cardiovascolare.

Per fare il pieno di ferro (e non solo), si consiglia di consumare gli asparagi cotti al vapore (rapidamente) e irrorati di succo di limone fresco.

Fave, proteine e ferro verde

Un legume particolare

La primavera è anche la stagione delle fave. Questo tipo di leguminosa è molto particolare poiché, a differenza di fagioli o lenticchie, può essere gustata anche cruda. Le fave sono un’ottima fonte vegetale di proteine e ferro, contribuiscono così a mantenere il tono muscolare e la vitalità anche in chi segue una dieta di tipo vegano.

L’abbinamento più celebre delle fave è con i formaggi stagionati, come il pecorino. Per chi ha scelto la dieta vegana, però, i formaggi non sono contemplati e, dunque, le fave possono essere abbinate a cereali o a tofu saltato in padella…

A proposito del consumo di fave, esiste una grave “reazione” a questo alimento, chiamata favismo. È una patologia legata al consumo di fave, in breve si tratta della mancanza di un enzima normalmente presente nei globuli rossi: il favismo si manifesta improvvisamente, 12-48 ore dopo il consumo di fave fresche.

Sfizio etnico

Peccati di gola in salsa vegana

La primavera non è soltanto la stagione dedicata al detox e al rinnovamento. Questo dolce e promettente periodo dell’anno, infatti, è anche il momento migliore per dedicarsi a una maggiore socialità, uscendo più spesso e godendosi aperitivi, cene e picnic in compagnia.

Spesso, però, accade che chi è vegano si senta un intruso quando si tratta di condividere il pasto con amici e conoscenti. Nulla di più sbagliato. Dalla pizzeria al bistrot, sono numerosi i luoghi dove potersi gustare un ottimo pasto vegano senza ripiegare su una triste insalatina.

Un esempio di sfizio culinario in salsa vegana, è l‘etnico. Dalle polpettine di legumi (senza uova, salse a base di latte né burro) sino al riso condito con spezie e verdure, la ristorazione etnica può diventare una fonte di piacere e nutrimento per chi ha voglia di concedersi una cena fuori golosa e veg.

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