dimagranti fisiologici

Dimagranti fisiologici

  • 18 06 2012

Non sono farmaci, ma sostanze naturali e integratori di minerali e vitamine che attivano il metabolismo e prevengono il sovrappeso

Le basi per dimagrire sono una dieta equilibrata (non ipocalorica), una costante attività fisica (anche solo 30 minuti al giorni di camminata a passo svelto) e il controllo dell’infiammazione da cibo. L’attenzione a questi punti è essenziale per ottenere risultati efficaci e duraturi, che possono essere raggiunti anche con l’aiuto di dimagranti fisiologici.
Cosa sono? Semplicemente, sostanze naturali e integratori minerali e vitaminici privi di alcuna azione di tipo farmacologico. Essi entrano a far parte in modo positivo dei segnali capaci di attivare il metabolismo, anche in opposizione agli opposti segnali di allarme o pericolo generati dalle cattive abitudini. Insomma, stimolatori di un vero e proprio circolo virtuoso.

Quando parliamo di dimagranti fisiologici intendiamo un buon ventaglio di elementi. C’è l‘Olio di Perilla, importantissima fonte di Acidi Omega 3 vegetali, che riduce l’infiammazione da cibo controllando i messaggi “ingrassanti” che essa manda. C’è il Mais Rosso, che grazie alle antocianidine di cui è ricchissimo agisce positivamente sull’insulino resistenza, migliorando la stessa sensibilità insulinica, interrompendo il circolo vizioso infiammazione-ingrassamento e, di rimando, prevenendo l’obesità.

E c’è, non ultimo, l’Acido Linoleico Coniugato (CLA), un integratore alimentare costituito da un particolare olio naturale, derivato dall’olio di cartamo o dall’olio di girasole. Le nostre cellule lo riconoscono come un olio sano, lo “accolgono” e gli permettono di legarsi a particolari molecole (recettori PPAR-gamma) che, attivate nel modo giusto, mandano segnali di stimolo all’organismo per accelerare la velocità di rimozione dei grassi tenendo alto il metabolismo.

In particolare, il CLA lavora sulle maniglie dell’amore. Insomma, una sostanza che ricrea nell’organismo un segnale di salute e di riattivazione del grasso di deposito, e che però – malgrado queste sue doti oggettive – è poco presente oggi negli usi alimentari.

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