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Stress da lavoro correlato: sintomi e cosa fare

Lo stress da lavoro correlato può causare una condizione persistente di ansia e irritabilità. Ne abbiamo parlato con un esperto

Sbalzi d’umore, perdita di motivazione, aumento di frequenza e intensità delle reazioni emotive come rabbia o sconforto, richiesta di maggior tempo libero, ritardo nelle consegne o nell’arrivo sul posto di lavoro, sono tutti segnali con cui si può presentare lo stress da lavoro correlato, ovvero una condizione in cui una persona non riesce più a far fronte alla pressione delle richieste e delle incombenze legate alla propria attività lavorativa.

Quando compaiono questi segnali, che si manifestano in modo differente a seconda della persona e in base a fattori quali abilità, esperienze ed età, è importante intervenire prontamente, poiché se da un lato lo stress in sé non è una malattia, d’altro canto può favorire l’insorgenza di condizioni nocive per la salute ed il benessere individuali.

Per quanto riguarda lo stress da lavoro correlato, abbiamo chiesto al dottor Stefano Becagli, psicologo, esperto di consulenza aziendale, della valutazione del rischio stress lavoro correlato, di coaching e psicologia dello sport, alcuni approfondimenti.

Che cos’è lo stress da lavoro correlato?

Nella società in cui viviamo che è centrata molto sul lavoro e la produttività, lo stress da lavoro è sempre più presente.

Ma prima di definire lo stress lavoro correlato, ritengo sia utile definire cosa sia lo stress. Ogni giorno sentiamo dire: “sono stressato”, “questa mansione mi stressa”, “quel collega è stressante”. Spesso e volentieri quello che si definisce stress, in realtà non è stress. Altre volte, invece, non ci rendiamo conto che il lavoro può condurre ad uno stress prolungato nel tempo che è utile trattare come una vera e propria patologia. Pertanto è opportuno distinguere quando è giusto preoccuparci o quando invece ciò che stiamo vivendo è unicamente una situazione del momento.

Lo stress, infatti, può avere un significato positivo (eustress), quindi essere una forma di energia benefica e positiva che può essere utile per affrontare le prove della vita di ogni giorno o per portare a compimento un progetto.

Oltre a questo significato positivo, però, ne esiste anche uno negativo: nello specifico, si parla di distress quando una tensione non consente alla persona di vivere in modo positivo, causando anzi l’instaurarsi di una condizione persistente di ansia e irritabilità. Si può affermare quindi che lo stress non è una malattia, ma che nel caso di distress può condurre a soffrire di alcuni disturbi.

Detto questo, possiamo parlare di stress da lavoro quando le persone, nell’esercizio delle loro attività professionali, avvertono una mancanza di equilibrio fra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a disposizione per far fronte a tali richieste. Il rischio di stress lavoro-correlato è da annoverare fra i rischi psicosociali insieme a burnout [ndr. lo stress provato a lavoro che determina un logorio psicofisico ed emotivo], mobbing, etc. ovvero tra i rischi derivanti dalla progettazione, dall’organizzazione e dalla gestione del lavoro, che possono dare origine ai danni di tipo sociale, fisico e psicologico.

Lo stress da lavoro correlato può presentarsi indistintamente in ogni persona o tende a colpire un target specifico?

Seppur colpisca in egual modo entrambi i sessi, alcune ricerche attestano come lo stress da lavoro correlato colpisca maggiormente le donne rispetto ai loro colleghi uomini. Inoltre è stato riscontrato come questo dato tenda ad elevarsi soprattutto se le donne lavorano in contesti a prevalenza maschile.

È possibile identificare tre principali cause di stress sul lavoro connesse al genere sessuale:

– difficoltà a conciliare professione e famiglia;

– mobbing;

– tipo di lavoro.

Molte volte, poi, lo stress lavorativo colpisce donne che rivestono ruoli di minore responsabilità e autonomia e sono maggiormente esposte a mansioni ripetitive o precarie. Anche per quanto riguarda il mobbing, le donne colpite sono in netta prevalenza rispetto ai colleghi uomini.

Oltre al genere sessuale, però, vi sono alcune categorie professionali maggiormente interessate dallo stress da lavoro correlato, come per esempio medici, infermieri, forze di Polizia, assistenti sociali, insegnanti, autotrasportatori.

In ultimo, è doveroso ricordare che la risposta comportamentale allo stress è legata a componenti connessi alla personalità dell’individuo, al modo di reagire in alcune circostanze, ai ricordi di precedenti esperienze vissute, ad una sequenza di copioni comportamentali (script) appresi nell’ambito della società in cui si vive, all’opportunità reale di potere oppure no mutare lo stato delle cose.

Quali sono i sintomi con cui si presenta lo stress da lavoro correlato?

Le conseguenze a breve termine dello stress sul lavoratore possono presentarsi sotto forma di umore instabile, insonnia, problemi gastrointestinali, cefalee e senso di affaticamento mentale. Sull’organizzazione, si può manifestare tramite una notevole percentuale di assenteismo e di rotazione del personale, nonché di un controllo di qualità scarso.

Quando però l’organismo è soggetto ad uno stress troppo intenso e prolungato nel tempo, può esaurire l’efficacia dei naturali meccanismi di difesa fisiologici e presentare una serie di disturbi più accentuati. Nello specifico, in caso di stress da lavoro correlato si possono sperimentare:

sintomi fisici come mal di testa prolungati, ipertensione, dolori alla schiena, problemi cardiaci, gastriti, ulcere;

sintomi emotivi e comportamentali quali irritabilità, ansia, assunzione di sostanze, abuso di tabacco e alcol, disturbi del sonno;

sintomi di carattere sociale come calo del rendimento lavorativo, bullismo, assenteismo, ritardi.

Quali possono essere le cause?

Le cause che determinano lo stress da lavoro comprendono:

– rapporti interpersonali difficili con colleghi o superiori;

– fattori connessi al ruolo ricoperto o alle attività svolte, come per esempio un carico di lavoro eccessivo o un rischio di incolumità fisica o penale troppo elevato in confronto allo stipendio percepito;

– rapporto costante con l’esterno, ad esempio con clienti/utenti;

– clima lavorativo difficile;

– sviluppo di carriera non definito;

– assenza di formazione adeguata e/o affiancamento;

– violenza psicologica, atti discriminatori, bullismo, mobbing.

Per poter affermare che lo stress sia effettivamente “da lavoro correlato”, bisogna essere in grado di dimostrare che è stato originato in modo esclusivo e diretto dal lavoro.

Cosa fare quando ci si trova ad affrontare uno stress da lavoro correlato?

Quali sono i rimedi allo stress? Nel momento in cui ci si rende conto di trovarsi nella circostanza descritta poc’anzi, è opportuno (in tempi brevi) parlare con il proprio datore di lavoro per rendere nota la situazione che si sta vivendo e discutere delle soluzioni possibili, come un alleggerimento della mole di lavoro, la richiesta di un affiancamento oppure una riorganizzazione più efficiente così da non avere ritmi troppo serrati.

Dal punto di vista personale, poi, è fondamentale individuare cosa ci stia concretamente stressando, quali sono le fonti di stress e cosa ci impensierisce in particolar modo. In questo contesto, può essere utile analizzare l’ambiente nel quale si esercita la propria professione, per comprendere che ci sono alcune situazioni che dipendono da noi, ma altre che non possiamo controllare direttamente.

È opportuno infine rivolgersi ad uno psicologo che potrà aiutarci ad affrontare al meglio la situazione stressante con l’ausilio di tecniche specifiche di gestione dello stress.

Bisogna infatti ricordare che, se lo stress in sé non è una malattia, a lungo termine può condurre alla malattia. Per questa ragione, è più opportuno gestirla in tempo prima che possa far insorgere disturbi e patologie che poi richiederanno maggior tempo e risorse (fisiche ed economiche) per poter essere superate.

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