Infertilià “immotivata”: forse c’entra il microbiota

Lo squilibrio del microbiota vaginale dà origine a infezioni ricorrenti, condizioni che potrebbero pregiudicare la fertilità. Un lattobacillo fortemente "difensivo" che può aprire uno spiraglio nell’infertilità senza cause apparenti. La novità è che può essere integrato per via orale

In medicina si chiama infertilità idiopatica o sine causa, e indica l’assenza di fattori diagnosticabili all’origine della difficoltà di restare incinta. In altri termini, tutti i parametri dell’apparato riproduttivo sono regolari e funzionanti. Sia della donna che dell’uomo. È una condizione che colpisce il 10-20% delle coppie che faticano ad avere un bimbo.

Gli studi scientifici sul microbiota vaginale hanno acceso un faro nell’individuazione di probabili spiegazioni dell’infertilità “immotivata”, aprendo a nuove vie di risoluzione. Spieghiamo meglio di cosa si tratta.

Il microbiota, cioè l’insieme di batteri, miceti e virus che abitano il nostro corpo, e in particolare l’intestino, influenza la salute di tutto l’organismo. La sua alterazione è alla base di tante malattie. Oltre che nell’intestino, il microbiota è presente nella vagina, sulla pelle e all’interno della bocca.

In particolare, i principali microrganismi che colonizzano la vagina sono i lattobacilli, di cui il Lactobacillus crispatus è quello di maggior interesse perché la sua capacità di ristabilire l’ecosistema vaginale. Protegge la vagina dall’invasione di patogeni esterni e ne impedisce la proliferazione: ciò vuol dire che agisce come difesa contro l’entrata, la persistenza e la recidiva delle infezioni (tutte condizioni che possono comportare infertilità).

Il ruolo del microbiota nell’infertilità

Se il microbiota è in disequilibrio, l’ambiente vaginale è, dunque, più esposto a infezioni, compromettendo talvolta la fertilità. Purtroppo, solo il 40% delle donne accusa sintomi legati alle infezioni vaginali. Ciò vuol dire che il margine di infezioni non diagnosticate né diagnosticabili è molto alto. Il microbiota può avere un ruolo determinante nel ripristino delle condizioni favorevoli alla fertilità.

Studi recenti hanno evidenziato che la presenza di L. crispatus aumenta la probabilità di successo della fecondazione assistita, poiché incrementa i tassi di impianto e di natalità mentre diminuisce quello di infezione. Altri studi hanno rilevato, inoltre, la mancanza di L. crispatus nelle donne con insuccesso nell’impianto.

La buona notizia è che oggi il prezioso lattobacillo si può assumere dall’esterno sotto forma di integratore. Crispact® contiene il ceppo Lactobacillus crispatus M247 che è in grado di colonizzare velocemente l’ambiente vaginale, proteggendolo da infezioni ricorrenti. Può essere assunto in concomitanza con farmaci antimicotici e acido borico, largamente usati in ginecologia contro le infezioni recidivanti, poiché sopravvive a tali farmaci. E così colonizza l’ambiente vaginale in modo tempestivo e proficuo!

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