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Polmonite: in Italia è a rischio il 70% degli anziani

Uno studio europeo evidenzia dubbi e incongruenze sulla conoscenza della polmonite in nove Paesi europei tra cui anche l’Italia

Nonostante l’88% degli adulti anziani in Europa affermi di sapere cosa sia la polmonite, uno su cinque non sa che è una malattia dei polmoni e meno del 30% sa che esiste un vaccino.

Sono questi i dati emersi dallo studio PneuVUE, condotto tra novembre 2015 e febbraio 2016 da Ipsos MORI per conto di Pfizer in nove Paesi europei tra cui l’Italia, su un campione di 9.000 adulti con almeno 50 anni di età.

Ma le lacune evidenziate dall’indagine non finiscono qui. Secondo la ricerca, infatti, oltre la metà degli intervistati non sa che questa infezione polmonare può essere contagiosa, tanto che solo il 13% di chi conosce la patologia si sente effettivamente a rischio.

«Spesso negli adulti sani manca la consapevolezza del rischio potenziale di contrarre malattie infettive e vi è quindi l’errata percezione di non aver bisogno dei vaccini – commenta Francesco Blasi, Professore ordinario all’Università degli Studi di Milano e Responsabile dell’U.O. di Broncopneumologia presso l’IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda di Milano – Nella realtà, tutti siamo a rischio di contrarre la polmonite da pneumococco. L’età adulta è di per sé un fattore di rischio per la polmonite, e l’invecchiamento sano è il risultato anche, in alcuni casi, di scelte come la vaccinazione, per prevenire non solo l’infezione ma anche condizioni cliniche più serie a livello di complicanze e mortalità, soprattutto negli anziani».

Di contro però, la consapevolezza sul vaccino è molto bassa, tanto che solo tre adulti anziani su dieci sanno che esiste la vaccinazione contro la polmonite, mentre quasi la metà degli intervistati (46%) crede che la polmonite possa essere solo curata, non prevenuta.

«Uno stile di vita corretto, che includa l’attività fisica ed escluda comportamenti dannosi come ad esempio il fumo, è senz’altro utile ma non basta – aggiunge il Prof. Blasi – La polmonite da pneumococco è tuttora una delle principali cause di decesso per malattie infettive. Nel 2013, solo in Italia si sono registrati oltre 9.000 decessi per polmonite, quasi tre volte quelli dovuti a incidenti stradali e venti volte quelli causati dall’influenza».

In Italia poi, la copertura vaccinale nell’adulto e nell’anziano rimane ancora inadeguata, tanto che nel nostro Paese si registra uno dei tassi di vaccinazione contro la polmonite più bassi in Europa (4% rispetto a un totale del 12).

«L’unico strumento di prevenzione primaria efficace per evitare l’infezione da pneumococco e prevenire sia lo sviluppo delle malattie sia le complicanze che il batterio può portare, è la vaccinazione – commenta il Dr. Michele Conversano, Past President della S.It.I. Società Italiana di Igiene e Presidente di HappyAgeing – In particolare, con il vaccino coniugato si genera nel sistema immunitario un meccanismo di “allerta” pronto a reagire nel caso di infezione da pneumococco. Negli adulti è sufficiente un’unica somministrazione».

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