Non sempre però i padri assolvono la loro funzione di costruire la fiducia di base della figlia.
“Purtroppo pochi padri riescono a trattare le figlie con la dovuta disinvoltura e affetto – continua lo psicoanalista Pani – Spesso non abbracciano le figlie perché il contatto li spaventa. Alcuni padri inoltre ritengono che le cure verso i figli siano di esclusiva pertinenza materna, come se gli uomini non dovessero avere voce in capitolo. Naturalmente si tratta di resistenze dovute anche a un fatto culturale del quale non si è sempre consapevoli.”
Se la ragazza si sente privata di una parte importante del rapporto con il padre, potrebbe provare carenze affettive che la spingerebbero a cercare compensazioni attraverso i rapporti con l’altro sesso. Non dimentichiamo che lo “sguardo” del padre offre alla figlia la conferma della propria identità, e quindi, sintetizzando al massimo, di valere in quanto persona. Il senso di fiducia in se stessa potrebbe esserne minato.
Nella vita pratica questa mancata familiarizzazione con la figura del padre, anche in senso fisico (nell’accezione più positiva del termine) mette la donna in condizione di non essere libera e spontanea nei confronti del sesso maschile. Potrebbe non sentirsi sicura nei propri comportamenti, e mantenere un atteggiamento incerto nei confronti delle situazioni che la vita le pone.