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Fibromialgia, quel dolore sconosciuto cronico e ovunque

Il corpo fa male, tutto e dappertutto. Non si capisce bene dove di preciso né come e perché, eppure il dolore c'è. Sono i sintomi di un'affezione tanto indefinita quanto difficile da diagnosticare. Ne parliamo con l'esperto

Con il termine fibromialgia si indica un reumatismo extra-articolare generalizzato, che si caratterizza per la presenza di dolore, dolorabilità e rigidità delle parti molli degli organi di movimento, in assenza di altre patologie rilevanti (diagnosticabili in modo obiettivo).

«L’esistenza stessa della fibromiaglia è stato oggetto di contestazione fino agli ultimi anni e ancor oggi la sua sintomatologia viene spesso male interpretata» dice il prof. Giampiero Pasera, ordinario di Reumatologia presso l’Università di Pisa.

Chi colpisce

Per lo più donne (il rapporto è di 9:1) di età tra i 25 e i 45 anni, anche se può insorgere in età più avanzata, nel qual caso la fibromialgia è sempre associata all’osteoporosi.

Quali sono le cause

Le cause ad oggi sono sconosciute, nonostante i tentativi di identificare alterazioni di natura sistemica. «Gli studi più rilevanti sono tutti probabilistici e riguardano le alterazioni del sonno: nella fibromialgia vi sarebbero “anomalie” nella fase non-REM del sonno che, disturbando il soggetto, potrebbero indurre dolori e dolorabilità su tutto il corpo» – prosegue il reumatologo.

«Di solito nei soggetti affetti da fibromialgia si nota un terreno psicopatologico ansioso distimico (cioè una depressione leggera che non impedisce di vivere normalmente ndr), ma non è chiaro se ciò sia alla base della malattia o costituisca solo una reazione psico-affettiva ad uno stato di dolore cronico.

Sintomi

Il dolore «che dalle pazienti è descritto così: “dovunque, sempre e da sempre“, quindi un dolore in tutto il corpo, cronico e continuo. Di solito la sede del dolore è riferita alle masse muscolari più che alle articolazioni, ma spesso è mal localizzato. Sede e intensità variano ampiamente da un giorno all’altro: solo in alcuni punti come collo e spalle, il dolore può persistere con la stessa intensità anche per giorni».

Il dolore è quasi sempre presente anche di notte e spesso è di intensità tale da disturbare il sonno, così il paziente si sveglia già stanco. La maggior parte di questi riferisce che il dolore è maggiore al mattino.

Meglio il riposo o il movimento?

Nessuno dei due! «Alcuni pazienti riferiscono di stare peggio a riposo, ma la fatica muscolare accentua il dolore». Inoltre, freddo, umidità, vento e correnti d’aria accentuano il dolore. Persino il rumore aumenta la dolorabilità dei muscoli.

Come si diagnostica

Di solito per esclusione di altre patologie o traumi rilevanti, ma la diagnosi di fibromialgia può essere effettuata tramite la visita accurata del paziente. «Se si preme su punti ben definiti e circoscritti di muscoli e tendini (i cosiddetti “punti tender“)  si evidenzia una certa dolorabilità». Un esempio? Il cuscinetto adiposo del retro del ginocchio. Sta al medico stabilire se la causa del dolore è articolare o muscolare, e quindi può trattarsi di un caso di fibromialgia.

«Non deve però mai essere una diagnosi di comodo per eludere un ulteriore approfondimento del caso e concludere così sbrigativamente un “malattia introvabile”. Si deve infatti sempre tener presente che il dolore non è finto ma reale, anche se il paziente è clinicamente ansioso o depresso».

Assenza di anomali rilevanti

Va specificato che le indagini di laboratorio sono normali così come le radiografie agli arti.

Doloranti a vita?

Fortunatamente, no! Il decorso è molto variabile e imprevedibile: i sintomi possono avere un carattere transitorio, ricorrente e, in alcuni casi, cronico.

Come si cura

La notizia positiva è che si cura, poiché è un’affezione fastidiosa ma di certo non evolutiva né invalidante. «Quello che è certo è che non è facilissimo curarla al primo tentativo, infatti spesso si procede per errori, ottimizzando un trattamento che va misurato giorno per giorno in base alle risposte individuali del paziente». Nessun trattamento in sé è veramente risolutivo, e può prevedere:

– farmaci antalgici (FANS);
– anestetici locali;
– farmaci miorilssanti;
– farmaci ansiolitici o antidepressivi;
– tecniche di rilassamento muscolare (training autogeno, biofeedback)
– ginnastica dolce o camminate;
– norme igienico-sanitarie mirate (applicazione locale di calore, massaggi, persino una doccia calda al mattino);
– psicoterapia.

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