C’è stato un momento più duro? «L’inverno scorso, quando mi sono dovuta sottoporre alla chemioterapia perché, oramai, non è possibile intervenire chirurgicamente: è stato più doloroso esfiancante di tutte le operazioni».
Eppure, invece di piangersi addosso, lei, cappellini e tacchi a spillo, non ha mancato una prima, una mostra, un viaggio, una festa… «Mi viene naturale, sono sempre stata una donna battagliera. E ho un motto: non perdere tempo, inventati ogni minuto. Del resto, che devo fare? Finché non è terminale, il cancro si taglia, si cura, non è nulla. Per come sono io, sarebbe molto più faticoso se non viaggiassi, non uscissi, non mi impegnassi in tante battaglie che mi tengono lontana dalle malinconie della vita».