Non essere diffidente

Quante volte vi è capitato di ritrovarvi in situazioni già vissute, in pasticci già visti, di rifare errori già commessi cui avevate detto “Non accadrà mai più” o di farvi raggirare da persone che manipolano a loro piacimento? Diciamoci la verità: il più delle volte siamo proprio noi il peggior nemico di noi stesse. La mente umana talvolta si rivela un vero e proprio boomerang: tanti i buoni propositi che si pensa di poter mettere in atto, ma davvero poche le volte che effettivamente si riescono ad attuare. E tutto ciò significa sofferenza e dolore. Si va incontro a trappole da cui è difficile liberarsi. Difficile, ma non impossibile. Ecco allora cinque esche (o meglio psico-esche) che si possono riconoscere e affrontare a testa alta.

Oggigiorno si fa molta fatica a fidarsi delle persone che ci circondano. Ma la diffidenza non si trasmette solamente a parole, ma anche con il corpo e la gestualità, con il viso e con lo sguardo e, il più delle volte, quando si dimostra questo tipo di atteggiamento, si finisce con l’essere ripagati della stessa moneta perché le affinità tra le persone non sono razionali, ma scaturiscono da un insieme di sensazioni.

Ecco allora che bisogna saper cogliere alcuni segnali negli altri, essere aperti a nuovi incontri, dimostrarsi disponibili anche quando “l’altro” non è poi così amichevole e soprattutto cercare di essere sempre gentili. Un vecchio detto dice ”Ammazza i tuoi nemici di cortesia”: vuol significare che la gentilezza è la migliore arma.

Le soluzioni alle ‘psicotrappole’

Il più delle volte siamo proprio noi il peggior nemico di noi stesse e la mente umana si rivela un vero boomerang

Mantieni il segreto

Alcune volte si tende a raccontare troppo di se stessi agli altri. E non stiamo parlando dei pochi e fidati amici, ma dell’innumerevole schiera di persone che conosciamo ogni giorno. Anche se viviamo in una società da reality dove i social network ci hanno abituati a sbandierare ogni dettaglio, anche il più intimo, della nostra vita agli altri, sarebbe meglio ponderare le parole e gli argomenti.

Siccome svelare segreti ci può perfino danneggiare, meglio, ogni tanto, porsi la fatidica domanda: “Cosa devo raccontare e cosa invece devo tacere?”

Non avere paura, buttati

Tante volte la vita ci mette di fronte a situazioni che non vorremmo mai affrontare. Circostanze che ci fanno paura e mettono ansia e che decidiamo quindi di non fronteggiare. Una scelta che, il più delle volte, finisce per danneggiarci.

In questo caso c’è un’unica e possibile psico-soluzione e cioè evitare di evitare. Sembrerà forse un brutto gioco di parole ma, a piccoli passi, superando gli ostacoli uno alla volta, si possono attraversare anche le strade più irte e ripide. Volete mettere la soddisfazione di poter dire “Ce l’ho fatta!” anziché la delusione nell’affermare “Non riuscirò mai”?

Non rimandare a domani

Lo faccio domani”. Lo avremo pensato, detto e fatto soprattutto un milione di volte. Ma continuare a rimandare è un po’ come evitare il problema. Anzi, gli esperti affermano essere ancora peggio in quanto è come se si raccontasse a se stessi scuse per posticipare un impegno sapendo già che non sarà così: una sorta di autoinganno che a lungo andare ci rende inaffidabili…anche ai nostri occhi.

Esiste però una soluzione: pensare sempre agli effetti negativi  del rimandare. State certi che la paura di un possibile danno maggiore scaccerà il minore dei mali.

Non mollare mai

L’ultima psico-trappola (che in realtà è la più comune ai giorni d’oggi) è quella di arrendersi alle prime difficoltà. Certo, la percezione di difficoltà varia da persona a persona, ma se oggettivamente molliamo il campo di battaglia dopo la prima sconfitta, sarà difficile poi riuscire a trovare il coraggio di ributtarsi.

Basta rendersi conto che nessuno nasce vincente e che chi cede al primo ostacolo è poi destinato a sentirsi sempre più incapace. Forza dunque, non molliamo. E con queste psico-soluzioni forse da oggi sarà un po’ più semplice. Che ne dite?

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