Dieta dimagrante

Bioimis

Il segreto per perdere peso? Non certo contare le calorie. Bisogna imparare, piuttosto, a conoscere gli alimenti, per scegliere quelli con le proprietà biochimiche più adatte al nostro metabolismo. Su questo presupposto è costruito il  programma Bioimis, che promette di far smaltire dai 4 ai 10 chili al mese.

La formula è innovativa: ti registri sul sito bioimis.it e vieni contattata per fissare un appuntamento a casa tua con un coach, che valuterà quanto devi smaltire  e consiglierà gli alimenti più adatti a te. Prima dell’incontro, naturalmente, dovrai fare gli esami del sangue di base e sottoporti a una visita generale dal medico di famiglia.

Il percorso dura un anno. I primi due-tre mesi (a seconda del  peso di partenza) sono mirati alla perdita dei chili di troppo, i successivi per mettere a punto menu equilibrati, costruiti con gli alimenti più adatti alla persona. Durante questo periodo, ogni due giorni, si telefona (o si manda un sms)  all’Accademia alimentare Bioimis, per comunicare allo staff di medici e biologi nutrizionisti le variazioni di peso e le misure (addome, fianchi, cosce, ginocchia, caviglie) e per correggere, di volta in volta, in base ai risultati raggiunti, l’alimentazione. Quindi si passa al mantenimento, in cui le telefonate diventano settimanali.

La dieta è personalizzata e non impone particolari divieti. Bisogna, però, evitare i prodotti industriali (cibi pronti, snack e salse), limitare lo  zucchero, eliminare il sale da cucina e condire con olio extravergine d’oliva. I tre pasti principali, poi, pranzo, colazione e cena, devono essere “monocibo”, cioè o solo uova o solo pesce o sola verdura, per esempio, e vanno  consumati rispettando orari precisi: colazione tra le 7 e le 9, pranzo tra le 12 e le 14, cena tra le 19 e le 21.

Le tre diete del momento

Niente più bilance per pesare il cibo, né conteggi calorici. Per la nutrizione moderna oggi l’importante è costruire menu salutari. Non tutti lo sono, però. Leggi qui

Cosa ci piace della dieta Bioimis

«Il programma Bioimis non prevede pasti sostitutivi, tisane miracolose, digiuni forzati, conteggi delle calorie, ma esalta l’utilizzo di cibi integrali e naturali e non mette limiti all’olio d’oliva. In più, impari a conoscere le diverse proprietà dei  cibi» dice il dottor Luca Speciani, medico e alimentarista. «Il regime alimentare proposto sembra equilibrato e contempla le giuste quantità di carboidrati e un adeguato apporto di proteine, frutta e verdura».

Cosa non ci piace della dieta Bioimis

«Il telefono è molto comodo, certamente. Ma così non si ha un contatto diretto e di persona con l’esperto che ci segue, cosa che potrebbe aiutare a definire ancora meglio il programma alimentare.

In più, il coach che risponde al  telefono non è sempre lo stesso e quindi non si crea un rapporto di consuetudine e conoscenza con un unico trainer». Infine, non è molto chiaro come vengono impostati i menu sulla base dei dati del peso e delle misure forniti dai clienti allo staff.

La dieta Dukan

La dieta seguita da Kate Middleton prima del matrimonio e messa a punto dal nutrizionista francese Pierre Dukan è in quattro fasi: attacco, crociera, consolidamento e stabilizzazione. La prima (che permette di perdere fra i 3 e i 5  chili) dura da due a sette giorni (a seconda del peso da smaltire) e prevede solo alimenti proteici (carne rossa e bianca, pesce, crostacei, uova, latticini magri), senza limiti di quantità. L’olio è vietato: al suo posto si usano erbe,  spezie, aceto e limone. Per scongiurare il rischio stitichezza, dovuto all’assenza di fibre, si può prendere la crusca d’avena.

Durante la crociera, che non ha una durata fissa (va avanti fino a che non si raggiunge il peso desiderato), si smaltiscono circa 1-2 chili alla settimana. Oltre alle proteine, in questa fase si possono mangiare alcune verdure (come asparagi, carote, cavoli, fagiolini, finocchi, melanzane, zucchine). Inoltre, sono permessi 1 bicchiere di latte di soia al giorno e olio di semi per la cottura.

Il consolidamento dura un numero di giorni pari ai chili persi moltiplicati per 10 (50 giorni per esempio, se una persona ha smaltito 5 chili). In questo momento si reintroducono alcuni  carboidrati come pane integrale (due fette al giorno) e altri farinacei (due piatti di pasta o riso alla settimana) e una porzione al giorno di frutta (tranne banana, uva e ciliegia, molto zuccherine).

Durante la stabilizzazione (che dovrebbe  durare tutta la vita) si mangia come si vuole, a condizione di rispettare alcune regole: un giorno alla settimana ci si nutre solo con i cibi proteici della fase d’attacco e tutti i giorni bisogna prendere la crusca d’avena e fare un po’ d’attività fisica.

Cosa ci piace della dieta Dukan

Si salvano solo un paio di sane abitudini suggerite dalla dieta, cioè bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno e fare sport regolarmente.

Cosa non ci piace della dieta Dukan

Tagliare interi gruppi di alimenti, anche se per brevi periodi, non è wellness e ci espone a carenze nutrizionali. In più, la dieta è troppo sbilanciata verso le proteine, cosa che può affaticare il fegato e i reni e fare impennare il  colesterolo a causa della presenza di tanti grassi saturi. Le fibre, poi, scarseggiano, si assumono pochissimi antiossidanti e vitamine del gruppo B.

Non basta. «Se consumiamo solo cibi proteici, il nostro modo di mangiare diventa  inevitabilmente ipocalorico, perché questi alimenti hanno la capacità di controllare la fame. Così il corpo si abitua a mangiare meno e il metabolismo rallenta. In questo modo, inoltre, si riducono la massa magra e non quella grassa e si provoca un indebolimento generale dell’organismo» spiega il dottor Speciani.

La Paleodieta

I suoi sostenitori sono convinti che per stare bene e perdere peso dobbiamo tornare all’alimentazione dei “cavernicoli”, perché prima della scoperta dell’agricoltura l’uomo mangiava solo ciò che riusciva a procurarsi, cioè prede, semi, erbe e bacche e non soffriva di malattie cardiovascolari, obesità e tumori (merito anche di tutto il movimento che faceva tra le foreste).

Nella versione più rigida, messa a punto dal nutrizionista americano Loren Cordain, la dieta prevede il consumo esclusivo di carne e semi oleosi e la completa eliminazione dei cereali (raffinati e integrali), dei legumi e dei latticini. «Ne esiste, però, una variante più soft, che tiene conto degli studi più attuali in materia di nutrizione e del fatto che si è visto che i nostri antenati assumevano anche spighe di cereali, noci, ghiande, castagne, legumi e qualche radice simile alla patata.

La dieta paleolitica più seguita oggi, insomma, prevede un regime alimentare variato, a base di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, carne bianca, pesce, semi oleosi e olio d’oliva. E, naturalmente, attività fisica costante» dice  l’esperto. Nutrirsi così è salutare, permette di controllare il peso, aiuta a evitare gli sbalzi di insulina (è un ormone che favorisce l’accumulo di grasso nelle cellule adipose e provoca nell’organismo stati infiammatori che predispongono a obesità, patologie cardiovascolari e diabete) e ad attivare il metabolismo.

Come mai si tiene a bada l’insulina? Perché si eliminano le farine raffinate a favore di quelle integrali, si riduce drasticamente lo zucchero e i cibi vengono abbinati correttamente tra loro (proteine e carboidrati, se assunti insieme,  permettono di limitare i picchi dell’ormone). Il metabolismo, invece, viene risvegliato grazie all’attività fisica regolare (vanno bene camminata veloce, nuoto, corsa) facendo una prima colazione abbondante, un pranzo equilibrato e una cena leggera.

Cosa ci piace della Paleodieta

La paleodieta, nella variante più morbida, propone un modello alimentare bilanciato, a base di cibi naturali, ricchi di fibre e antiossidanti e scoraggia il consumo di cereali raffinati, sale, zuccheri e grassi industriali.

«Insomma, educa a uno stile di vita corretto, che ha come primo obiettivo l’acquisizione di abitudini sane, dalle quali dipende anche il controllo del peso. Del resto, le popolazioni che oggi vivono come 10 mila anni fa, in società di  nomadi cacciatori-raccoglitori, non conoscono sovrappeso, diabete, cancro, gotta» dice l’esperto.

Cosa non ci piace della Paleodieta

Non condividiamo la variante integralista, che elimina totalmente i cereali, i legumi e i latticini e propone un consumo eccessivo di carne.

«Che si stia meglio con una dieta paleo rispetto all’abbuffata di carboidrati raffinati che oggi  facciamo ogni giorno, non si discute. Ma perché non seguire un’alimentazione più completa ed equilibrata, con tutti i nutrienti e con l’apporto della preziosa fibra insolubile presente nei semi integrali?» conclude il dottor Luca Speciani.

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