La meditazione fa bene al cuore

Lo stress è uno dei fattori di rischio per il cuore. La meditazione aiuta a tenerlo sotto controllo. E, per chi già assume farmaci per l'ipertensione, può diventare un aiuto in più da affiancare alla terapia 

Lo stress è uno dei fattori di rischio per il cuore e, in particolare, per l’ipertensione. Se alle terapie farmacologiche si associano tecniche, come la meditazione, che aiutano a tenerlo a bada, è possibile migliorare anche il controllo della pressione arteriosa. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Valentina Mantovani, cardiologa dell’Unità operativa di Cardiologia Ospedaliera, UTIC e Cardiologia Interventistica dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano.

Perché lo stress fa salire la pressione

«Nella genesi dell’ipertensione arteriosa i fattori ambientali come lo stress possono giocare un ruolo» spiega la dottoressa Mantovani. «Quando si è sotto pressione, l’organismo produce sostanze come il cortisolo e l’adrenalina che aumentano sia la pressione sia lo stress ossidativo delle arterie, alzando così il rischio cardiovascolare». E’ importante quindi imparare a gestire lo stress in modo da limitare i danni che a lungo andare può provocare nell’organismo.

Gli effetti della meditazione

«La meditazione, e più in generale la terapia non farmacologica dell’ipertensione, è un’opzione che può essere associata ma non sostituire la cura farmacologica» avverte la dottoressa Mantovani. «Secondo alcuni studi osservazionali concentrarsi sul respiro o focalizzare l’attenzione sulle sensazioni che arrivano dal corpo aiuta ad adattarsi allo stress e a ridurre l’ipertensione arteriosa». In particolare, si è visto che gli esercizi di meditazione associati alla terapia farmacologica sono utili per abbassare il numero e la frequenza dei picchi di pressione. E, a volte, è possibile persino ridurre il dosaggio dei medicinali.

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