Un’esperienza riuscita di reverse mentoring

Claudia Bubba, 50 anni e Marsela Collaku, 28 anni hanno partecipato al progetto “Ambizione Donna” organizzato da The Adecco Group per favorire le carriere femminili all’interno dell’azienda. Al termine del progetto era previsto un’esperienza di reverse mentoring.

«Volevamo capire perché il percorso delle donne verso i ruoli apicali a un certo punto della carriera si blocca e come funzionano le dinamiche di lavoro tra donne» spiega Monica Magri, HR & Organization Director of The Adecco Group Italia che ha lanciato l’iniziativa. «Ci interessava osservare come si esprime e come viene riconosciuta dalle donne la leadership femminile, e abbiamo avuto la dimostrazione che, alla base di una relazione di lavoro proficua, ci deve essere una condivisione di valori forti. Insomma, a noi non basta, come spesso agli uomini, uscire a bere una cosa insieme per trovarci alleate sul lavoro. L’esperienza di reverse mentoring si basa proprio sullo scambio valoriale, la fiducia reciproca e l’arricchimento reciproco, per questo è stata proposta a completamento del progetto Ambizione Donna».

Claudia e Marsela hanno sperimentato in concreto questo approccio. Le loro storie personali e professionali sono molto differenti, ma l’incontro è riuscito persino oltre le loro aspettative. Ecco come è andata.

Come si sono incontrate Claudia e Marsela

Claudia è strategic industry advisor e lavora nella direzione commerciale di The Adecco Group. Ha un ruolo importante e gestisce un volume alto di fatturato. È nella stessa azienda da 20 anni, ha iniziato rispondendo a un annuncio sul giornale che chiedeva “capacità di negoziazione”. Una volta assunta, ha aperto la filiale di Genova. Poi è stata direttore di zona della Liguria, nel frattempo ha avuto 3 figli e, quando è stata creata la divisione commerciale, ha ottenuto un ruolo a livello nazionale.

Marsela Collaku, 28 anni, nata in Albania, è in Italia dal 2001 e lavora in azienda dal 2014. Nel giro di poco tempo ha raggiunto un ruolo di responsabilità nell’amministrazione del personale occupandosi dell’elaborazione delle buste paga.

«Nel corso del progetto aziendale abbiamo fatto un test sulla personalità e la leadership» racconta Claudia. «Con la restituzione abbiamo messo a fuoco i punti deboli su cui avremmo voluto lavorare e da qui è nato l’abbinamento con una collega dalle caratteristiche opposte e complementari con cui collaborare in reverse mentoring».

Nella creazione della coppia è stata fondamentale la gestione “dall’alto”: «Il reverse mentoring deve essere attuato senza creare i presupposti della competizione» spiega Monica Magri. «Perché riesca, la funzione dell’azienda è determinante: deve gestire le modalità dello scambio e non lasciarlo alla libera iniziativa. Una volta impostata, la relazione può evolversi spontaneamente ma all’inizio deve essere organizzata in modo chiaro».

Claudia e Marsela dunque non si sono scelte. «Se avessi dovuto indicare con chi fare reverse mentoring avrei puntato su qualcuna vicino al mio ufficio» dice Claudia. «E forse non avrei raggiunto l’obiettivo… avremmo parlato di colleghi e questioni comuni e ci saremmo perse».

Come si è svolta l’esperienza di reverse mentoring

Claudia è forte nella comunicazione, dotata di empatia, entusiasmo e coraggio. Il suo approccio è sicuro, veloce, istintivo. Ma sente l’esigenza di rafforzarsi nella pianificazione e nell’analisi numerica.

Marsela è razionale, determinata e la sua modalità di agire secondo un ordine prestabilito è ideale per portare più organizzazione nel mondo frenetico della collega senior. Ma è anche interessata alla strategia aziendale di cui Claudia è espertissima.

Le due donne lavorano fianco a fianco nei rispettivi uffici per alcune giornate e si scambiano idee per risolvere e gestire problematiche da punti di vista diversi. Funziona lo scambio professionale ma anche il rapporto intergenerazionale.

«Claudia ha suscitato in me qualcosa di importante» racconta Marsela. «Mi è sembrata subito un modello, una vera leader femminile. Ha una carriera importante ma anche una famiglia. È una che si è messa in gioco in tutti gli aspetti della vita. Per entrare in sintonia con lei ho puntato sull’ascolto attivo e la disponibilità».

L’ammirazione tra le due è reciproca. Claudia racconta di essere stata una ragazza un po’ ribelle, una madre giovane e una che è cresciuta nella professione prendendo al volo le occasioni che si presentavano. Molto diversa da Marsela, concentrata su una carriera che vuole pianificare con cura. Ma la sua serietà e la sua determinazione l’hanno subito convinta.

«Non davo per scontata la complicità tra noi» confessa Claudia «Durante il corso ammetto che non l’avevo notata. Ma sono rimasta sorpresa per il feeling istantaneo e la grande naturalezza con cui è avvenuto il nostro incontro. L’unica vera difficoltà è stato trovare i momenti per vedersi. A me sembrava di non avere mai tempo. Lei, accomodante, trovava sempre lo spazio necessario. La verità è che all’inizio non vivevo lo scambio come essenziale nella mia già intensa attività quotidiana. Ma alla fine mi sono accorta che lo era».

Il reverse mentoring doveva durare circa otto mesi. Ma la relazione tra le due è continuata. Marsela, anche grazie all’incursione nel settore di Claudia, ha messo a fuoco nuove ambizioni professionali e ha cambiato posizione, ora lavora a un progetto di innovazione sulle filiali occupandosi di processi e organizzazione.

E poi, tra le due, resta in sospeso ancora un piacevole obiettivo: andare a ballare una sera insieme.

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