dirty talk

Stanotte si gioca a dirty talking: come parlare “sporco” a letto

Impara il nuovo rito per alzare la passione alle stelle. A Roma c’è anche un corso. Ma per provare bastano la complicità del partner e qualche consiglio

Quanto possono essere sexy le parole! La prova è il gioco erotico del momento, lanciato dal club Les Zouzet-tes di Roma. «Nel corso sveliamo arte e segreti del dirty talking. Dizionario alla mano, questa espressione significa parlare sporco, un classico dell’immaginario erotico» spiega Barbara Florenzano, psicoterapeuta e sessuologa.

«Noi vogliamo far capire che di sporco non c’è nulla. Anzi, è un modo raffinato, e diverso dai soliti cliché, di sedurre il partner». Una seduzione che inizia ben prima di arrivare in camera da letto. Protagonista il racconto erotico.

   

Al telefono o al ristorante si fanno emergere desideri reconditi e si lanciano al proprio lui frasi del tipo: «Ieri al cinema ti ho pensato durante certe scene», oppure: «Stanotte ho sognato che mi spogliavi con foga». Parole che aprono la strada a un incontro ad alto tasso erotico perché suonano come una sensuale promessa.

   

Poi si passa alla seconda parte del gioco: osare la parola spinta nell’istante clou. Quella che a mente fredda fa arrossire, ma che in quei momenti porta l’eccitazione al top. Però, diciamo la verità: il dirty talking può essere stuzzicante in teoria, ma la sola idea di sussurrare cose del genere al partner fa morire d’imbarazzo. «Infatti funziona bene tra sconosciuti o nelle coppie rodate, dove la complicità rompe ogni barriera» dice Florenzano.

«E poi non dimentichiamo che ci sono uomini più “portati” di altri. Il partner adatto è quello “uditivo”. Quello, cioè, che ascolta attentamente e usa espressioni tipo “Io sento che…”. È così? Allora, semaforo verde».

   

La via giusta per iniziare è svelare fantasie e sogni in modo velato, durante il giorno. Dopo si passa a toni allusivi nei momenti di intimità. Per esempio, “Mi piace quando mi accarezzi così il seno”. Oppure a domande intriganti come “Cosa vuoi che ti faccia?”. Per finire con i termini più spinti quando il sesso entra nel vivo. Certo, il pericolo di scoppiare a ridere è comunque in agguato. «Ma anche se fosse, che male c’è?» conclude Florenzano. «Niente consolida un rapporto come una sana risata, nudi, l’una nelle braccia dell’altro».

Riproduzione riservata