Come mangiano i giovani italiani (Shutterstock)

Come mangiano i giovani italiani?

  • 21 12 2017

Le abitudini alimentari variano di generazione in generazione, per tutta una serie di fattori storici, economici e sociali. I giovani italiani di oggi mangiano diversamente dai loro genitori e dai loro nonni, abituati ad un altro tipo di dieta. Che cibo consumano i Millennial del nostro Paese?

A livello generale, tra le tendenze alimentari riscontrate da Nielsen e dagli ultimi dati Eurispes, in Italia sono in crescita i vegani (in diminuzione invece i vegetariani) e si denota un maggiore consumo di prodotti “senza”, come prodotti integrali e vegetali, senza zucchero, senza uova, senza latte e così via.

Per quanto riguarda invece la fascia specifica delle nuove generazioni, l’Università di Siena ha condotto un’indagine attraverso il Laboratorio Analisi Politiche e Sociali, prendendo in esame un campione rappresentativo di 997 individui di età compresa tra i 16 e i 35 anni residenti in Italia.

I criteri nelle scelte di consumo
Dalla ricerca è emerso che le abitudini alimentari dei giovani italiani sono orientate principalmente dal costo, che incide per il 91% sugli acquisti delle nuove leve, ma non solo.

Tra le caratteristiche discriminanti nelle scelte di consumo alimentare dei giovani c’è anche l’attenzione alla qualità, alle proprietà nutrizionali, alla stagionalità dei prodotti, alla sostenibilità del cibo, al made in Italy (provenienza italiana e produzione a livello locale) e infine all’affidabilità del brand. Un buon 66% inoltre tende ad acquistare prodotti biologici.

Sostenibilità dei consumi
La tematica della sostenibilità – l’uso di allevamenti intensivi e il consumo di carne, anche in riferimento al costo per l’ambiente dovuto a produzione e trasporto – non lascia indifferenti i giovani italiani.

Questi ultimi sarebbero disponibili a consumare in modo ecologicamente sostenibile e favorevoli a diminuire il consumo di carne (77% degli intervistati), se utile a ridurre l’impatto del loro comportamento sull’ambiente.

4 tipologie di consumatori
La ricerca ha individuato quattro tipologie di consumatori, corrispondenti ad altrettanti stili di consumo alimentare:

1) I consapevoli, attenti alla salute e alla sostenibilità, rappresentano il 26% del campione. Questi privilegiano i prodotti biologici, quelli con marchio DOP, IGP, DOCG, i prodotti locali e quelli del commercio equo solidale;

2) Gli sbrigativi, 19% del campione, danno la precedenza alla praticità nella preparazione, quindi consumano frequentemente prodotti confezionati, come insalata in busta, surgelati, precotti, mangiano spesso snack e merendine;

3) I politeisti alimentari (il 24% degli intervistati) consumano di frequente prodotti di qualità (cibi biologici, prodotti locali con marchio DOP, IGP, DOCG) ma dichiarano di consumare anche cibi già pronti, alimenti confezionati, snack, ecc.

4) Gli agnostici alimentari, la categoria più consistente (31% del campione), fanno un uso molto misurato sia degli alimenti qualitativamente superiori (ma spesso anche nel prezzo) sia del junk-food.

È interessante sottolineare, inoltre, che “a livelli di istruzione più elevati, la percentuale di consapevoli è sensibilmente più alta di quella degli sbrigativi (33% e 21% rispettivamente). Al contrario, gli sbrigativi prevalgono nettamente tra coloro che hanno un livello di istruzione inferiore (24% contro 9% dei consapevoli).

Alimentazione e salute
Il 78% del campione vorrebbe seguire un regime alimentare più sano, ma spesso non vi riesce, il 64% ritiene di seguire una dieta sana.

Allo stesso tempo, il 49% degli intervistati mangia “ciò che più piace anche se alla lunga può danneggiare la salute.” Circa un terzo del campione conviene con le affermazioni “Mangio ciò che più mi piace perché ciò che piace difficilmente fa male” (36%) e “Non do molta importanza al cibo, per cui mangio quello che capita” (31%).

Le abitudini alimentari dei giovani italiani che emergono dall’indagine dell’Università di Siena dipingono Millenial molto più attenti, informati e responsabili di quanto si pensi.

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