SOS mare: in che acque navigano i nostri mari?

  • 24 05 2018

Aiutare il mare… e la salute del futuro

Dalla fine di giugno al mese di agosto Goletta Verde 2018 esplorerà le coste italiane: un viaggio per monitorare e difendere il mare che si ripete da oltre trent’anni. Dal 1986, infatti, la storica imbarcazione di Legambiente, che nel 2017 ha partecipato alla conferenza ONU sugli oceani, naviga lungo la costa analizzando lo stato di salute di mari e litorali, promuovendo buone pratiche e denunciando illegalità. 

Circa il 71% del pianeta Terra è coperta dall’acqua: un volume che secondo le stime occupa 1.400.000.000 km³, un miliardo e mezzo di chilometri cubi. Ma il mare oggi è malato e la responsabilità è anche nostra. C’è bisogno di più consapevolezza e sensibilità verso le buone pratiche da attuare nella vita di tutti i giorni perché avere a cuore l’ecologia marina significa migliorare anche la nostra salute e partecipare al benessere delle future generazioni.


Inquinamento dei mari: le cause

Nel 2017 Goletta Verde ha viaggiato lungo 7.412 chilometri campionando 260 punti lungo la costa. Il risultato? Sul totale sono stati ben 105, pari al 40%, i campioni d’acqua con cariche batteriche al di sopra dei limiti di legge. La causa principale delle acque inquinate analizzate è legata alla presenza di scarichi fognari non depurati, un problema drammatico. Tra le infrazioni rilevate dall’indagine Mare Monstrum di Legambiente nel 2017, oltre alla mala depurazione e scarichi inquinanti (31% sul totale), si aggiunge lo stato relativo alla pesca illegale (30%), il cemento (24%) le problematiche legate alla nautica (14,3%). 

Il più alto tasso di infrazioni accertate si concentra in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio, Calabria, Liguria, Toscana, Molise. Uno dei fenomeni più preoccupanti, che Goletta Verde di Legambiente ha preso in carico dal 2014, è il marine litter. Il problema dei rifiuti in mare rappresenta un’emergenza di portata planetaria, sempre più preoccupante. Sono oltre otto milioni le tonnellate di plastica a riversarsi ogni anno negli oceani. La plastica è ovunque, viaggia attraverso immondizia e scarichi sfuggendo ai sistemi di depurazione. Si tratta di sacchetti, bottiglie, oggetti ma anche microplastiche, frammenti resi tali dall’azione dell’acqua e del sole, che influenzano le catene alimentari di oltre 700 specie marine con un impatto che oggi non possiamo studiare perché ancora per gran parte sconosciuto.  


I rischi per la salute

L’87% delle analisi di Legambiente sono state effettuate in prossimità di canali, foci di fiume o scarichi, mentre il 13% dei punti presi in considerazione riguardava spiagge turistiche, dove sono stati indagati parametri microbiologici, per esempio sulla presenza di enterococchi intestinali o Escherichia coli.  Quali sono le conseguenze per un tuffo in un mare inquinato? Immergersi nell’acqua inquinata spesso accade senza che ce ne accorgiamo perché in molti casi non è presente un colore o un odore differente in grado di segnalare che qualcosa non va. La contaminazione biologica può essere causata da fertilizzanti, pesticidi utilizzati nei giardini, smaltimenti illegali di oli usati, materiale fecale. Il batterio Escherichia coli rappresenta una delle tipologie più comuni di coliforme fecale e può provocare episodi anche gravi di diarrea. Salmonella e batteri come il genere Shigella, il cui habitat ideale è nell’intestino umano, possono provocare crampi, dolori addominali, dissenteria e disidratazione, contribuendo a ulcerazioni e lesioni dei tessuti. Uno dei rischi più pericolosi per la salute umana è il virus dell’epatite A, presente sia in acqua dolce, sia salata, il quale può si trasmettersi attraverso il contatto con acque fognarie e attaccare il fegato. 

Le iniziative Legambiente

Che cosa possiamo fare in concreto per dare una mano alla salute del mare? Chi avvista condotti fognari, tubature sospette che scaricano in acqua o situazioni poco chiare, in mare o riguardanti i laghi, può inviare una segnalazione a Legambiente scrivendo a 3460074114 oppure inviando una mail all’indirizzo [email protected] e descrivere la situazione, allegando fotografie e indicazioni utili per identificare con esattezza l’indirizzo. 

MyOmega3 di Multicentrum sostiene l’iniziativa “Fondali Puliti” per la pulizia dei rifiuti abbandonati in mare. Fino al 16 marzo 2019 se hai acquistato il prodotto “MULTICENTRUM – MYOMEGA3” puoi partecipare al concorso inviando il codice presente all’interno della confezione e partecipare alla campagna http://www.scelgoilmare.it con l’hashtag #scelgoilmare. Tra gli obiettivi di sviluppo, l’Onu si è impegnata nella conservazione e nell’uso sostenibile delle risorse marine. In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, 8 giugno, ha posto come traguardo la riduzione di ogni tipo di inquinamento, in particolare plastica, entro il 2025. Un impegno che dipende anche dalle nostre scelte di ogni giorno.


Buone pratiche per la vita quotidiana

L’aumento del consumo di plastica ha ritmi vertiginosi. Dal milione e mezzo di tonnellate prodotte nel 1950 siamo passati a spropositati numeri attuali: 300 milioni di tonnellate. Il packaging fatto di plastica ha vita breve e… tende a occupare la parte più consistente della spazzatura delle nostre case (non sempre ben differenziata). Secondo gli studi in media utilizziamo circa 500 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno, salvo poi buttarli dopo… 15 minuti circa, come emerge dai dati. 

Tu come ti comporti quando fai la spesa? Iniziare dalle piccole cose del quotidiano sembra semplice, fin troppo, eppure l’azione del singolo quando inizia a ripetersi e diventare coscienza civile può trasformarsi in un cambiamento a livello planetario. 

In borsa tieni una shopper di stoffa da piegare e riciclare ogni volta che ti serve: occupa pochissimo spazio e può risultare molto utile in tante occasioni, dal supermercato alle occasioni impreviste in cui potrai dire “No, grazie, il sacchetto non mi serve”. Optare per gli alimenti e i prodotti sfusi, per esempio detersivi, vini, frutta e verdura, aiuta l’ambiente e contribuisce a ridurre l’esubero di packaging da smaltire. 

Ecco perché un’ottima abitudine da riscoprire è la spesa al mercato, dove assaporare i prodotti freschi locali a km zero e trovare lavorazioni artigiane, scegliendo ciò che serve direttamente dal banco, senza impacchettare.

Attenzione a quello che getti negli scarichi di casa. Olio per friggere, cotton fioc e assorbenti? Assolutamente no! Oltre al pericolo di ostruzione, questi materiali possono diventare rifiuti galleggianti e inquinare le aree naturali causando danni ingenti alla biodiversità. L’olio utilizzato in cucina, invece, va versato in una bottiglia e portato in una delle aree per la raccolta, diffuse in molti comuni. Ricorda che tutto ciò che gettiamo attraverso lo scarico è una condanna per il mare. 

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