buono baby sitter

Ora l’azienda dà il buono baby sitter

Parte dello stipendio potrà essere trasformata in ticket per pagare le spese quotidiane, dall’idraulico alla badante. Risparmiando sulle tasse

Baby sitter, badante, pulizia dei denti: l’ultima legge di Stabilità prevede che questi servizi possano essere pagati dal datore di lavoro con voucher da spendere alla maniera dei buoni pasto.

COME FUNZIONA? «Il premio di produttività annuale verrà completamente detassato, sia per l’azienda sia per il dipendente, se pagato attraverso dei “ticket welfare”, per un valore massimo di 2.500 euro netti. Si tratta di voucher simili ai buoni pasto, facili da spendere per la tata o per l’assistenza domiciliare agli anziani. Se il premio resta “cash” in busta paga, invece, viene tassato al 10%: non conviene né al datore di lavoro né al lavoratore». Qualcuno ha già fatto da apripista. «I grandi gruppi, con tanti dipendenti e risorse da investire, hanno cominciato ad attrezzarsi da qualche anno. Con gli incentivi fiscali previsti dalle recenti leggi, la loro offerta di benefit si amplierà. La vera novità riguarda le piccole e medie imprese, come quelle artigiane: adesso il welfare potrà arrivare anche da loro» spiega Marco Leonardi, economista dell’università Statale di Milano.

A CHI CONVIENE? «In Francia, Belgio e Gran Bretagna questi voucher hanno fatto impennare la domanda di tate e badanti. Dal 2005 a oggi, per esempio, i ticket hanno aiutato 8 milioni di famiglie francesi, portando più di 1 milione di posti di lavoro» osserva Andrea Keller, amministratore delegato di Edenred Italia, società che ha inventato i Ticket Restaurant per i buoni pasto e che si prepara a lanciare anche i buoni welfare. Il sistema avrà bisogno di intermediari specializzati, perché i voucher non potranno essere spesi ovunque ma solo presso strutture convenzionate con l’azienda. «Secondo le nostre stime, in Italia si creeranno oltre 300.000 posti di lavoro all’anno: questi servizi sono sempre più richiesti, anche perché la popolazione invecchia e lo Stato non ha i soldi per far fronte a tutto». Ma tutto ciò quando diventerà operativo? «Presto dovrebbe arrivare il decreto attuativo e, dall’autunno, si partirà» continua Keller. «È probabile che, oltre alle spese per figli e anziani, i ticket coprano anche quelle per la casa, come pulizie o piccole riparazioni. A trarne vantaggio dovrebbero essere soprattutto le donne che potranno conciliare meglio la vita familiare con l’ufficio» aggiunge Andrea Keller.

È GIÀ STATO SPERIMENTATO? Secondo una ricerca del centro studi McKinsey, il welfare aumenta la produttività dei lavoratori fino al 70% e riduce le assenze. Alcune grandi aziende lo sperimentano già da qualche tempo. «Dal 2012 i nostri dipendenti scelgono di farsi pagare il premio di risultato attraverso rimborsi a condizioni agevolate delle rette scolastiche dei figli. E abbiamo altri benefit: sconti per viaggi, un servizio “on demand” per la baby sitter o l’idraulico, coperture sanitarie anche per conviventi e il latte artificiale del bimbo fino a 6 mesi» racconta Massimo Forbicini, responsabile relazioni industriali di Vodafone Italia. La Michelin, invece, offre ai suoi 4.300 dipendenti italiani visite di prevenzione in tandem con la Lega italiana per la lotta contro i tumori, assistenza per il 730, contributi per il nido di 120 euro al mese. Infine, c’è anche chi pensa allo tempo libero: oltre all’asilo e alla materna gratuiti e interni, alla Tod’s (il brand di scarpe del marchigiano Diego Della Valle) operai e impiegati hanno una palestra e una mediateca dove prendere in prestito libri, riviste e film.

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