Diabete: consentiti solo 8 cucchiaini di zucchero al giorno

  • 19 09 2011

Sono 8 i cucchiaini di zucchero consentiti al giorno per prevenire il diabete. Come sostengono i diabetologi italiani al congresso di Diabetologia di Lisbona.

La prevenzione del diabete comincia molto presto. Basta regolare la quantità di zucchero che si ingerisce ogni giorno. Sono 8 i cucchiaini di zucchero consentiti ogni giorno, che equivalgono a circa 50 grammi per gli uomini e 40 per le donne. Bisogna guardarsi inoltre dall’eccesso di zuccheri aggiunti nei carboidrati, tipo il pane bianco o nelle bevande zuccherate: a lungo andare ci espongono al rischio di elevate concentrazioni di trigliceridi nel sangue, alla resistenza all’insulina, fino alla possibile insorgenza del diabete.
Il monito giunge dal presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), dottor Gabriele Riccardi che nell’ambito del 47mo Congresso Europeo Easd a Lisbona, che ricorda che le norme di buona condotta alimentare valgono sia per le persone in salute che per quelle affette dal diabete.

L’attenzione posta dai diabetologi Sid al congresso di Lisbona si è concentrata più sui bevande zuccherate che sui cibi con zucchero: bere un soft drink a prima dei pasti “dà un senso di sazietà – ha sottolineato Riccardi – pari allo zero, e pertanto non frena l’appetito”.

Una lattina del consueto formato da 330 ml contiene circa 33 grammi di zucchero; se la si beve due volte a settimana è possibile entrare nei regimi degli 8 cucchiaini di zucchero consentiti, ma se si arriva a 2 lattine al giorno i rischi per la salute si fanno più consistenti.  Si stima che i giovani italiani bevono mediamente un soft drink 3 volte settimana.

Non si tratta di demonizzare gli zuccheri, ma i loro eccessi sì. “Anche perche’ la glicemia alta dopo i pasti è un pericolo per il cuore. Come rivelano i risultati di uno studio di ricercatori Sid nel quale oltre 500 pazienti con diabete di tipo 2 sono stati seguiti per 14 anni: l’iperglicemia dopo i pasti – sottolineano dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) – “è un fattore altamente predittivo del rischio di eventi cardiovascolari e di mortalità, più importante della iperglicemia a digiuno”.

I diabetologi suggeriscono perciò di misurare la glicemia sia prima sia dopo i pasti, correggendo con la terapia l’eventuale iperglicemia postprandiale.

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