edera facciata

Risparmi fino a 200 kWh con il cappotto verde sulla facciata

Con una coltre di rampicanti sulla parete delle facciate o sui tetti si potrebbe risparmiare quasi la metà sui costi di riscaldamento e climatizzatore. Ecco come fare, le specie migliori e i vasi da usare

Se il palazzo indossa un “cappotto verde”, la temperatura interna di casa può scendere in estate fino a 3 gradi. Lo dimostra il risultato di un progetto dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, che ha monitorato le temperature esterne e interne di un edificio prototipo nel Centro ricerche Casaccia, vicino a Roma.

Il cappotto verde fa scendere la temperatura fino a 3 gradi

La vera buona notizia, però, è che risultati simili si possono ottenere nei comuni palazzi cittadini, permettendo di tagliare i consumi di aria condizionata. «Quella dei cappotti verdi è ormai una tecnologia collaudata, molto in uso negli Stati Uniti e nel Nord Europa», spiega Arianna Latini, ricercatrice del Dipartimento unità per l’efficienza energetica dell’Enea, che ha seguito il progetto con la collega Patrizia De Rossi. «Non è un caso che anche le autorità dei diversi Paesi guardino sempre con maggiore attenzione a queste soluzioni. A New York, per esempio, dal 2019 è in vigore un provvedimento che impone giardini e tetti verdi sugli edifici di nuova costruzione».

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Fino a 200 kWh di risparmio in estate col cappotto verde

Stando ai risultati dello studio dell’Enea, si stima che installando una coltre di piante rampicanti e discendenti sulle pareti esterne di un edificio, si possono risparmiare, all’interno, circa 2kWh di energia per metro quadrato, grazie al minore utilizzo di climatizzatori. «Nel corso dell’intera stagione estiva questo si traduce, per un appartamento di circa 100 metri quadrati, in un risparmio di energia elettrica di circa 200 kWh per l’aria condizionata», chiarisce Arianna Latini. Per farci un’idea di quale potrebbe essere il risparmio, basti pensare che secondo alcune stime internazionali, ogni famiglia consuma in media per la climatizzazione 450kWh all’anno. Parliamo quindi di tagliare quasi la metà dei consumi.
«Ciò è  possibile perché il cappotto verde consente di abbattere quasi il 50% del flusso termico, che “scalda” gli ambienti interni. Basti pensare che la temperatura superficiale esterna delle pareti, grazie alla copertura, scende da più di 50 a 30 gradi».

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Il cappotto verde riduce spesa energetica e inquinamento

Non sono questi gli unici vantaggi dei cappotti “green”. «L’effetto schermo funziona anche nella stagione invernale, e permette di contenere la perdita di calore dall’interno all’esterno», spiega Patrizia De Rossi. «Ma i benefici vanno anche al di là della riduzione della spesa energetica. La vegetazione migliora la qualità dell’aria catturando l’anidride carbonica e riducendo il particolato, e questo è un valore aggiunto anche per la possibilità di areare gli ambienti interni. Inoltre, le piante attenuano i rumori e proteggono la parte strutturale dell’edificio dalle fluttuazioni della temperatura e dalle radiazioni solari. A questo si aggiunge il beneficio estetico», prosegue la ricercatrice, «che fa bene al benessere psicologico: è dimostrato, ormai, che il verde riduce i livelli di stress».

Cosa serve per realizzare un cappotto verde

Ci sono diverse tipologie di cappotti verdi, e uno di queste consiste in pratica nel “rivestire” le pareti degli edifici esposte al sole con una coltre di piante rampicanti. Chiunque di noi, se sussistono certe condizioni, è in grado di farlo. «L’importante è che la parete sia esposta a Sud-Est o Sud-Ovest, e la specie vegetale scelta garantisca una coltre spessa almeno 5-10 centimetri. In altre parole la vegetazione deve essere molto fitta», spiega Arianna Latini. «I risultati non sono immediati, ma per accelerare si possono acquistare in vivaio piantine già accresciute, che nel giro di 1 o due anni potrebbero arrivare a ricoprire le pareti. Serve però un balcone in grado di accogliere vasi abbastanza capienti, il terriccio deve essere molto abbondante per permettere alla pianta di crescere. Le misure? Almeno 60 centimetri di larghezza, e 30 di ampiezza».

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Le specie adatte per il cappotto verde: dall’edera al pomodoro

Sulle specie da utilizzare, invece, non c’è che da scegliere. «Attenzione a piantare quelle autoctone, per rispettare la biodiversità locale», suggerisce Patrizia De Rossi. «Nel nostro studio abbiamo usato il rincospermo, detto anche falso gelsomino, e anche bouganville, glicine, rampicanti da foglie come le edere, e la vite americana. Ma ci si può sbizzarrire, e scegliere persino piante di ortaggi come i pomodori o legumi come il fagiolo, con il giusto supporto che permetterà loro di svilupparsi in altezza». Per la riuscita dell’operazione è invece fondamentale verificare che le specie siano adatte al clima locale, al tipo di terreno utilizzato e al tipo di irrigazione che riusciamo a fornire.

Sostegni e vasi per il cappotto verde

Oltre alla pianta serviranno i vasi, «ma meglio preferire quelli in materiali riciclabili o sostenibili, per una scelta davvero rispettosa dell’ambiente: lascerei perdere i vasi di plastica e mi orienterei sulle borse di tela grezza», continua la De Rossi. Stesso discorso per il supporto per le rampicanti, occhio ai materiali green. Il sostegno, inoltre, andrà posizionato non sul muro, ma a pochi centimetri di distanza: «Serve a facilitare la creazione di un “corridoio” che favorisce il flusso d’aria dal basso verso l’alto, necessario per rinfrescare le pareti».

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I tetti verdi

Anche realizzare un tetto verde sulla terrazza condominiale non è un’impresa impossibile. Pochi centimetri di spessore sono sufficienti a schermare l’intero tetto, anche se, dal punto di vista energetico, viene favorito soprattutto chi vive agli ultimi piani. «Per chi non ha molto tempo, né risorse da dedicare, la soluzione più pratica sono i cosiddetti tetti verdi “estensivi”, richiedono poca acqua e quasi nessuna manutenzione. Sono sufficienti 10-15 centimetri di terriccio per far crescere piante grasse come il Sedum, che hanno radici poco profonde e richiedono poche cure», è il consiglio Patrizia De Rossi. Chi desidera un tetto calpestabile, per poter godersi anche il bello di un giardino sospeso, deve orientarsi verso specie erbacee, come il prato di festuca. Si vendono ormai in “rotoli” già pronti, a poche decine di euro al metro quadrato.

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