Il prato ecosostenibile: come si coltiva?

  • 08 07 2009

Ha gli stessi fiori di un angolo di natura incontaminata: papaveri, fiordalisi, pratoline, lupini, margheritine. Ed è coltivato senza concimi o prodotti chimici. Si realizza anche in un fazzoletto di terra

Il prato all’inglese? Non è di moda. Neppure in Inghilterra. Oggi va quello ecosostenibile. E il portabandiera è proprio Carlo d’Inghilterra, che ne ha voluto uno nella sua residenza di campagna a Highgrove. Com’è fatto? Ha gli stessi fiori di un angolo di natura incontaminata: papaveri, fiordalisi, pratoline, lupini, margheritine. Ed è coltivato senza concimi o prodotti chimici. Si realizza anche in un fazzoletto di terra ma, a differenza del prato tradizionale, che occorre mantenere verde e liscio come un tavolo da biliardo, quello eco-sostenibile ha bisogno di pochissime cure e non va nemmeno innaffiato.

Insomma, creare questo scampolo di natura è facile. Bastano i semi giusti: si acquistano nei vivai. O per corrispondenza da F.lli Ingegnoli di Milano (www.ingegnoli.com , tel. 02 58013113 a 21 euro la confezione) o da Arti&Mestieri (www.artiemestieri.tn.it   a 29,30 euro la confezione).

Per chi parte da zero

Come prima mossa bisogna preparare la terra. Via le erbacce e le radici delle vecchie piante. Poi si smuovono le zolle con la zappetta e si livella la superficie col rastrello. Ora si può seminare. I miscugli di fiori vanno distribuiti in modo uniforme: per rendere più facile il lavoro, si mescolano a poca sabbia. Dopo, usando le punte del rastrello, si ricoprono i semi con un sottile strato di terra. Poi, con il dorso, si compatta la superficie così da farli aderire bene.

Il trucco per una buona riuscita? Mantenere la terra ben umida fino alla germinazione di tutti i granelli. Ecco perché va bagnata subito dopo la semina. E poi a giorni alterni finché nascono le piantine, utilizzando un innaffiatoio con il becco a rosetta che crea un getto fine, simile alla pioggia. Man mano che le piantine crescono, bisogna ridurre la quantità di acqua, fino a sospenderla. In genere, se si semina tra aprile e fine maggio, i fiori di campo sbocceranno dopo 6-8 settimane, cioè d’estate. Anche senza acqua e fertilizzanti, i fili d’erba continueranno a crescere e le corolle a schiudersi.

Nei mesi più caldi, il prato fiorito diventa giallo come un campo di grano: è il segnale che tanti nuovi semi stanno maturando. Si possono raccogliere, conservare e utilizzare l’anno successivo. Oppure si lasciano sulle piante. Quando cadranno, daranno vita a nuovi fiori. A fine estate, si sfalcia il prato. E in autunno, grazie alle piogge che idratano il terreno, ci sarà una sorpresa: crescerà una nuova erba verdissima e fioriranno le varietà di fiori autunnali.

Per chi ha una base

Se in giardino c’è già un prato tradizionale, non serve distruggerlo per far posto ai fiori di campo. Basta ritagliare e togliere qua e là delle zolle, come se fossero piastrelle di 30 cm di lato. Così da mettere a nudo la terra sottostante e spargere i semi da ricoprire poi con il terriccio. La tecnica per farli germinare è la stessa: si innaffia a giorni alterni, garantendo l’umidità.

Attenzione, però, a non bagnare la terra dove c’è il tappeto verde, quello all’inglese. Il motivo? Il prato continuerà a restare così com’è. Perché si trasformi in un allegro campo ecologico, ci vuole la siccità. Da metà a fine estate i semi dei fiori si diffonderanno da soli. E la primavera successiva, in ogni angolo, sbocceranno nuove piantine.

 

 

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