
Di esemplari mini, sempre più richiesti, se ne possono trovare tra le piante grasse, tra le orchidee e, naturalmente, tra i bonsai. Del primo gruppo fanno parte gli echinocactus e le lithops, da acquistare quando hanno da 6 mesi a 2 anni di età e stanno in vasetti di 3-4 cm di diametro al massimo (con il tempo e i rinvasi, però, diventano un po’ più grandi). Tra le orchidee, invece, quelle naturalmente piccole sono le masdevallia, le restrepia e le leptotes, tanto piccole che crescono con le radici aggrappate a tavolette di sughero o su pezzetti di ramo lunghi 10 cm. Mentre le phalaenopsis miniatura, elegantissime, stanno in una tazzina da caffè. Anche tra i bonsai, che già sono la versione “in scala” di alberi normalmente grandi, esistono i piccolissimi. Si chiamano shohin (alti 20 cm) e i mame (da 5 a 10 cm). Tra loro,le specie più diffuse sono l’azalea, l’acero e il pino.
Piacciono perché non ingombrano (stanno in una tazzina) e sono eleganti come miniature. Ecco come coltivarle

Basta un davanzale
Viste le dimensioni, con le mini piante si può creare una suggestiva zona verde in qualsiasi angolino di casa (sul davanzale, sopra un tavolino, tra i ripiani della libreria). E anche se si vive in un monolocale di pochi metri quadrati. Ma i vantaggi non finiscono qui: quando si parte per le vacanze, basta infilarle in una scatola senza il coperchio, metterle in macchina e andare al mare con le mini piante al seguito. Comodo, vero?
L’acqua due volte al giorno
L’unica cosa davvero importante, quando si coltivano le varietà mignon, è evitare che quel poco terriccio si asciughi, facendo seccare rapidamente le radici. D’estate, quindi, le piante mignon chiedono qualche attenzione in più. In primo luogo vanno tenute a mezz’ombra. Poi, per l’innaffiatura, ci si regola così: i bonsai si bagnano due volte al giorno, le orchidee una e le piante grasse a giorni alterni.
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