Famiglia

5 cose che non insegniamo ai figli (ma dovremmo farlo)

Tra le tante buone maniere che cerchiamo di insegnare ai nostri figli, le innumerevoli regole, quell'infinità di doveri, ci dimentichiamo troppo spesso di questioni fondamentali date per scontato: ecco di cosa si tratta

Quanto è difficile essere genitori: rivoluzionare la routine in base alle esigenze dei figli, soddisfare i loro bisogni, curarli ed educarli fin dai loro primi passi. Insomma, diventare mamma e papà non è affatto semplice e a volte capita di sbagliare. Ci sono almeno 5 cose che tendenzialmente non insegniamo ai figli, ma faremmo bene a rimediare.

Imparare a trattare bene gli altri (e non giudicare)

Educazione e rispetto sono alla base di qualsiasi rapporto. Professionale, di amicizia, familiare o sentimentale: qualsiasi sia il tipo di legame, dobbiamo essere rispettosi di chi abbiamo accanto. Le buone maniere sono le fondamenta di una buona educazione, ma oggigiorno sembrano vacillare sempre di più. Trattare bene gli altri è essenziale. Il rispetto sta nelle piccole cose, nei gesti più semplici che compiamo ogni giorno. Non solo: prendersela con i più deboli non è un atto di forza, ma solo un gesto vile e meschino, quindi deplorevole. Insegna ai tuoi figli che non bisogna giudicare gli altri in base ai loro beni materiali, che siano vestiti di marca, macchine extralusso, un bel conto in banca, i muscoli o il partner che hanno scelto. Bisogna imparare ad andare oltre e guardare in profondità coloro che condividono la vita con noi, apprezzandoli (di più o di meno) in base alla propria persona. Non bisogna giudicare né fermarsi all’apparenza: nessuno è perfetto e tutti meritano rispetto.

Ricordati, inoltre, che i genitori sono il primo esempio da cui attingono i bambini. Quindi, presta attenzione anche ai piccoli gesti. Per esempio, non criticare gli altri e non gettare una carta fuori dal cestino. I più piccoli devono apprendere il rispetto per la famiglia, la scuola, la natura e le regole. Attenta anche a come ti comporti con gli altri: i tuoi figli devono capire che ogni persona ha dei sentimenti e questi non devono essere feriti. Quindi non usare vocaboli sgradevoli, non far soffrire nessuno e dimentica gli insulti.

Cose che non insegniamo ai figli: gentilezza ed empatia

Ci premuriamo che i nostri figli abbiano appreso le nozioni in programma, si impegnino a scuola e si comportino bene con compagni e adulti. Ma siamo attenti alla gentilezza e all’empatia? Sono le qualità più importanti di cui ciascuno dovrebbe fare tesoro. I bambini sono per natura più amorevoli ed empatici, ma qualche dritta da parte dei genitori non fa mai male. E se vuoi insegnare la gentilezza, sii gentile. Ricordati che i bambini osservano e imitano: i tuoi comportamenti saranno quindi importantissimi. Se dedichi del tempo ai tuoi figli, ascoltandoli e mostrandoti interessata a ciò che fanno, loro sicuramente apprezzeranno il gesto e saranno più propensi a fare lo stesso nei confronti di amichetti, insegnanti e parenti. Insomma, sii buono e vedrai che anche il tuo bambino non sarà da meno: a volte anche un sorriso o un “per favore” possono fare la differenza.

La disuguaglianza tra uomo e donna

Il dibattito sulla parità di genere resta uno dei più controversi e discussi, in Italia e nel mondo. Anche i più piccoli devono sapere che esistono disparità e disuguaglianze tra i due sessi, affinché affinino una certa sensibilità in difesa delle donne e dei loro diritti. La parità di genere è un concetto sul quale è bene educare i figli fin da piccoli, perché il loro pensiero sull’argomento molto dipenderà dalle abitudini familiari.

Quindi, come si trasmette ai bambini il rispetto nei confronti delle donne? Come far capire loro l’importanza dell’uguaglianza di genere? Basta seguire piccoli accorgimenti: comincia affrontando l’argomento con loro. Per esempio, parlagli di una ricorrenza speciale come l’8 marzo o stimola una riflessione, ponendo domande o rispondendo ai loro dubbi. È l’ideale per permettere anche ai più piccoli di farsi un’opinione in materia. Se è vero che i bimbi apprendono in larga parte per imitazione, perché non cambiare le abitudini di casa? Chi lo dice che le faccende domestiche spettano alla mamma o che il papà non può avere dei momenti di fragilità? I genitori devono suddividersi i compiti più equamente e possono coinvolgere anche i loro bambini nelle attività di casa più semplici.

Non solo: è importante abbattere gli stereotipi. Insegna il valore della libertà di espressione e a non avere paura della “diversità”. State attenti allora anche alle espressioni che usate. Non esistono “cose da maschi” e “cose da femmina”. Frasi come “non fare la femminuccia” o “comportati da femmina” potrebbero avere un effetto negativo sui tuoi bambini, impedendo loro di esprimere liberamente i propri sentimenti, e non è neppure il modo giusto per insegnare il rispetto nei confronti dell’altro sesso.

“No” significa “no”

Il rispetto si dimostra anche davanti a un “no”. Che arrivi da una bambina o da un bambino, di fronte a un “no” bisogna fermarsi. Significa rispettare l’altro e la sua volontà.

"No" significa "no"

Cose che non insegniamo ai nostri figli: piangere non è sbagliato

Spesso il pianto viene giudicato come un gesto di debolezza, fragilità e insicurezza. Al contrario, il pianto è importante, ma è una delle cose che non insegniamo ai nostri figli. Piangere non è sbagliato: è normale manifestare con serenità i propri sentimenti. Non è un gesto di cui vergognarsi né bisogna nascondersi: significa esprimere liberamente le emozioni che si portano dentro, palesando il proprio stato d’animo. Invitando il tuo bambino a non piangere rischi che si chiuda in sé stesso, tentando di reprimere le proprie emozioni. Non devi farlo sentire in colpa perché sta piangendo né sminuire il suo dolore. Sbagliatissimo anche il “ricatto morale”. Frasi come “se smetti di piangere ti faccio un regalo” spingono il bambino a trattenere le lacrime e cambiare improvvisamente reazione. I rischi però non mancano: in questo modo, infatti, potrebbero essere sminuiti i suoi sentimenti.

Bimbo in lacrime

Le lacrime possono esprimere un momento di disagio o sofferenza, ma è bene che i tuoi figli esprimano liberamente ciò che sentono. Anche quando si tratta di rabbia, purché sia adeguatamente gestita: è normale a volte arrabbiarsi, ma non bisogna perdere le staffe. I genitori devono porre la dovuta attenzione allo stato emotivo del figlio: talvolta, infatti, dietro una certa aggressività potrebbe celarsi un dolore più profondo. Insegna ai tuoi bambini che non è sbagliato essere vulnerabili.

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