Una mamma al lavoro

Child penalty gap: lo svantaggio delle mamme sul lavoro

Lo dimostrano uno studio inglese e uno italiano: le donne guadagnano meno degli uomini. Quando diventano mamme, il divario si allarga. Ecco che cosa è il child penalty gap e perché in Inghilterra è nato il "Giorno della paga delle donne"

Mai sentito parlare del child penalty gap? Ormai lo sappiamo tutte: le donne sono penalizzate sul lavoro rispetto ai loro colleghi uomini. Più il tempo passa e più la differenza di genere non viene colmata. Tanto che, secondo una ricerca inglese, ormai le donne lavorano gratis per quasi due mesi all’anno. Il divario retributivo di genere è di circa il 15 per cento, ma si allarga drammaticamente dopo che si diventa mamme. Il child penalty gap, detto anche motherhood penalty oppure maternity gap, è il costo che le donne che lavorano pagano quando diventano mamme. È la penalizzazione che le lavoratrici subiscono per il fatto di avere uno o più figli.

Le donne lavorano gratis per 54 giorni all’anno

Secondo una analisi del Trades Union Congress, in Inghilterra le donne con un lavoro retribuito guadagnano in media 29.684 sterline all’anno, rispetto alle 35.260 all’anno guadagnate dagli uomini. In pratica, le donne in media lavorano gratuitamente per 54 giorni. I dati inglesi rispecchiano quello che succede anche in Italia e nel resto del mondo.
Di recente, l’Osservatorio JobPricing ha analizzato, insieme a LHH recruitment solution, le differenze salariali in base al genere in Italia. Il risultato: nel 2021 il pay gap calcolato sulla retribuzione annua lorda nel settore privato è stato di circa l’11,2%. Il che significa una differenza di quasi un mese e mezzo nelle retribuzioni. Si tratta di una vera ingiustizia sociale. Tanto più che il gap si è ampliato nell’ultimo anno dello 0.9%. «Questa è una pessima notizia, non solo per le donne», ha commentato Riccarda Zezza, ceo e fondatrice di Lifeed. Ha aggiunto: «Le donne sono in media più istruite a tutti i livelli. Il 59,4% sul totale è costituito da laureate. Hanno performance scolastiche superiori, infatti il 43% delle ragazze ottiene un voto d’esame superiore o uguale a 8, rispetto al 31,7% dei ragazzi. Inoltre, abbandonano meno gli studi: lo fa il 10,5% delle ragazze contro il 14,8% dei ragazzi. Ma in azienda guadagnano meno».

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Child penalty gap: le donne hanno contratti più instabili

Il child penalty gap è figlio di politiche salariali non aderenti ai tempi in cui viviamo, di una cultura patriarcale e maschilista che porta a penalizzare le donne sul lavoro. «È anche frutto di percorsi individuali accidentati», ricorda Riccarda Zezza, «Le donne sono quelle che hanno contratti di lavoro più instabili e fragili, quelle che scontano la maternità e quelle sulle cui spalle pesa la maggior parte del carico familiare in termini di cura. Paradossalmente questi elementi rendono invece le donne più forti e con competenze più utili nelle aziende».

Nasce il «Giorno della paga delle donne»

Partendo dal presupposto che le donne lavorano praticamente gratis per 54 giorni all’anno rispetto ai loro colleghi uomini, i sindacati inglesi hanno proposto di rinominare il 54esimo giorno dell’anno come “Giorno della paga delle donne“. «Le lavoratrici meritano la parità di retribuzione. Ma agli attuali ritmi di progresso, ci vorranno più di 20 anni per colmare il divario retributivo di genere», ha spiegato Paul Nowak, segretario generale del Trades Union Congress. Ha aggiunto: «Non possiamo consegnare un’altra generazione di donne alla disuguaglianza salariale».

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Child penalty gap: ecco dove le donne sono più penalizzate

Secondo i dati inglesi, il divario retributivo è maggiore per le donne di età compresa tra i 50 e i 59 anni, che in pratica lavorano gratis 76 giorni all’anno. Per le fasce di età più giovani il gap è più ridotto, ma è anche vero che tra i 18 e i 29 anni non tutte sono mamme. Infatti, il divario si allarga una volta che una donna ha un figlio. La ricerca del Trades Union Congress sul Child penalty gap ha rilevato anche grandi variazioni nel divario retributivo di genere tra diversi settori. Le donne che lavorano nel settore finanziario e assicurativo soffrono di un divario retributivo del 31,2%, l’equivalente di 114 giorni, il che significa che lavorano effettivamente gratuitamente per quasi un terzo dell’anno. Anche nei lavori che tendono ad essere dominati dalle lavoratrici, come l’istruzione e la sanità, il divario retributivo di genere persiste. In questi settori le donne vengono pagate in media molto meno all’ora rispetto agli uomini, perché hanno maggiori probabilità di svolgere lavori part-time o ruoli meno senior. Nell’istruzione, il divario retributivo di genere è del 22,2%, mentre nell’assistenza sanitaria e nel lavoro sociale è del 14%.

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