Sentirsi belle, perché è importante e come riuscirci davvero

Si può riuscire a sentirsi belle senza essere schiave di stereotipi e di standard irraggiungibili?

Autostima, è questo il segreto della vera bellezza? In parte, sì. Ma il vero problema è che l’autostima non si riceve in dono. Persino l’appartenenza a famiglie fra le più amorevoli o essere baciati da un’incredibile bellezza non mette al riparo dall’insicurezza. Prova a chiedere in giro e te ne accorgerai: persone che a te appaiono meravigliose quando dialogano con se stesse si trovano un’incredibile quantità di difetti.

Siamo ipercritici e questo non fa bene alla nostra autostima. Non solo: crediamo di abitare un mondo più vasto, ricco di stimoli e aperto alla multiculturalità di quello che hanno vissuto i nostri nonni, ma di frequente le immagini con cui ci confrontiamo sono monotematiche. Dentro, circolano sempre le stesse forme e gli stessi colori: lo stesso ideale di bellezza e lo stile di vita a cui dovremmo aderire. Continuiamo a emozionarci per qualche chilo perso e ancora fatichiamo a sentire come stiamo dentro. Non è il numero scritto sulla bilancia a dirti quanto sei in forma, ma il fiatone e l’energia dopo una rampa di scale. Non conta quale sia il trend di stagione, a fare la differenza è come sta addosso a te. E allora abbiamo bisogno di rimboccarci le maniche. Perché l’autostima va costruita, giorno per giorno. Non è mai troppo tardi per decidere di conquistarti: sentirsi belle è il magico dono che possiamo fare solo noi… a noi stesse.

“Credete in voi stessi. E anche se non ci credete, fingete di crederci: a un certo punto lo farete davvero
Venus Willliams

Fai il primo passo

“Vi ricordavate di quando da bambini facevate finta di essere una principessa, un esploratore, una pop star? In batter d’occhio diventavate quella persona. Il mondo era tutto un parco giochi: lo spazio sotto il tavolo poteva essere una caverna, il tappeto vicino al letto un mare pieno di squali famelici. Grazie alla vostra fantasia potevate fare qualsiasi cosa, ed essere qualsiasi cosa, senza ripensamenti” inizia con queste parole il libro di Abbie Headon, redattrice e scrittrice inglese, autrice di “The power of yes” (Gribaudo).

Il “come se” non è solo un bellissimo gioco dell’infanzia, si tratta di un esercizio capace di allenare l’immaginazione e saper immaginare, oggi è provato da numerosi studi, costituisce l’ingrediente segreto in grado di dare fuoco alla scintilla del cambiamento. Sì, perché rendiamo possibile solo ciò che osiamo pensare. Quindi, prima di tutto, suggerisce la scrittrice inizia a dire “SI” ai tuoi sogni: riconnettiti con la tua parte bambina, ritrova ciò che sa portarti buon umore e uno sguardo felice sul mondo. Questo è il primo passo necessario per iniziare qualsiasi viaggio: OSARE.

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“Non è mai troppo tardi per essere ciò che avreste potuto essere”
George Eliot

Vivi adesso

Non importa se non ci credi, fai il primo passo. Provaci. Uno qualunque, una cosa che ti renda felice: un sorriso, quel corso che ti piaceva da tanto, quell’occasione a cui non avevi mai avuto il coraggio di dire sì. Fallo adesso. Non perché ci credi, ma perché potresti non avere così tanto tempo: è così, il tempo della vita non è infinito. Hai notato che quando c’è una scadenza in vista è facile ridursi agli sgoccioli? Nella vita di tutti i giorni, presi dai ritmi senza respiro della quotidianità, si finisce spesso rimandare… e rimandare ancora. Così si continua a procrastinare a tempo indeterminato. Meditare sul valore del tempo della nostra esistenza può darci una mano, anziché far deprimere. Il tempo del cambiamento è adesso.

Uno sconosciuto fa un atto di gentilezza e lascia in eredità un sorriso che trasformerà la giornata di qualcuno, il cui comportamento, a sua volta, influenzerà altre persone. La gentilezza crea un circolo virtuoso positivo e questa è un’ottima ragione per essere tu a iniziare. Verso quella persona che vedi ogni giorno riflessa nello specchio: tu. Che sia un colore nuovo da indossare o un sorriso d’incoraggiamento, comincia a rivolgerti a te con la stessa gentilezza che usi per chi ami. Sì, perché siamo infinitamente più comprensivi con gli altri di quanto non lo siamo con noi stessi, hai notato? Uomini e donne, avremmo bisogno di trasformare la nostra beauty routine in un allenamento all’autostima. La vera bellezza è imparare a vedere le nostre potenzialità: sorridere è un lifting per l’anima.

Che cos’è il cambiamento?

Ogni parola racconta una storia, se sappiamo ascoltarla. Il termine “abitudine” indica un’azione reiterata, qualcosa che ormai è entrato nel nostro tessuto quotidiano e siamo soliti ripetere, un gesto ormai automatico. Quale parola abbiamo scelto per esprimere questo concetto? Abitudine, da habitus, in latino “abito”. Qual è il vestito che indossi ogni giorno? Abito è il vestito che indossiamo, ma anche il modo di vivere e persino lo stile di pensiero. Siamo così abituati a indossare gli stessi che sembra strano averne di diversi: quando qualcuno lo fa rimaniamo lì, un po’ interdetti, e subito viene da dire qualcosa come “non sembri neanche tu”. Ma è davvero brutto “non sembrare più noi”? Smettere di assomigliarci non solo può essere lo straordinario inizio di una nuova avventura, è un elisir di giovinezza perché ci costringe a mandare in frantumi ciò che eravamo e (ri)crearci.

Se hai attraversato un momento brutto lo sai. Una malattia, un disagio nato da una disposizione interna o per cause esterne, come un incidente, ha il potere di gettarci nello sconforto e distruggere la nostra immagine. Può essere avvilente, faticoso, spiazzante. Ma anche terribilmente inedito, ricco di possibilità, capace di farci arrivare a un nuovo nocciolo di autenticità. L’identità, ciò che pensiamo di essere, lo scriviamo ogni giorno, per una vita intera, attraverso ciò che facciamo e pensiamo su noi stessi. Ecco perché il terremoto creato da un cambiamento non voluto può minare tutta la costruzione, che credevamo solida, fatta di convinzioni accumulate anno dopo anno. A volte è semplicemente la vecchiaia, o qualcosa che ha modificato il nostro corpo: il cambiamento segna un prima e un dopo: “non mi sento più io”, diciamo e spesso rimaniamo soli, in questo viaggio impossibile alla ricerca di ciò che eravamo.

“Essere pieni di vita significa respirare profondamente, muoversi liberamente e sentire con intensità.”
Alexander Lowen

Qual è il messaggio?

Non ritorneremo mai quelli che eravamo. Al di là dei cambiamenti, in realtà, ogni giorno ci trasformiamo in ciò che stiamo diventando. Per fortuna. Tu non sei l’adolescente o la bambina che sei stata: sei anche questo, ma non solo. L’esperienza ogni giorno ci fa incontrare nuove cose e prospettive inedite, prima di tutto su noi stessi. L’abito che indossi forse è lo stesso, ma nel frattempo potresti aver cambiato preferenze cromatiche, politiche. I tuoi bisogni probabilmente sono diversi da quelli che avevi, ma forse non te lo stai più chiedendo. È che continuiamo a fare le cose per abitudine, per questo non lo scopriamo. La differenza fra “cambiamento” e “trasformazione” è la stessa che esiste nella differenza di sguardo. Cambiamento in origine significa “deviare, voltare”: è un cambiamento di direzione.

Trasformazione viene da trans-forma, attraverso la forma, è un’azione che viene da dentro. È la metamorfosi del bruco in farfalla, nasce dall’interno. Ma tu sei pronta a guardarti in modo nuovo? Fare un falò dei nostri vecchi vestiti è doloroso, è vero. Ci siamo affezionati, persino ai nostri difetti. Ma quando accade scopriamo che non abbiamo più bisogno di confrontarci con gli altri, nemmeno con i nostri vecchi noi stessi. Semplicemente, oggi sei ciò che sei. Incalcolabile, viva, presente. Lasciamoci ballare sul mondo, come bambini in una danza estatica e travolgente, sempre in bilico, sorridendo a noi stesse come facevamo all’inizio della nostra vita. Come forse non abbiamo mai fatto prima, guardarci negli occhi e trovarci bellissime.

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