donna che si abbraccia

Perché dovremmo abbracciare i nostri difetti e non nasconderli

Abbracciare i nostri difetti è il regalo più grande che possiamo farci: ecco perché i nostri punti deboli possono diventare il punto di partenza per essere delle persone migliori

Guardarsi allo specchio e piacersi non è cosa da tutti. Conoscersi e accettarsi è privilegio di pochi. Abbracciare i nostri difetti è però il miglior regalo da farci. Perché è proprio dietro le mura più alte che si nascondono i giardini segreti più belli. Tipo quelli di Notting Hill, per intenderci.

Scopriamo come i nostri difetti possono indicarci la strada da seguire per capire chi siamo, dove andiamo e cosa vogliamo nella vita. E perché abbracciarli senza riserbo è davvero l’unico modo per ottenerlo.

Accettarsi

La storia più vecchia del mondo narra che bisogna accettarsi per quello che si è, con pregi e difetti. Ma niente ha un suono più amaro di quello della consapevolezza delle cose che in noi non vanno bene.

Non essere come vorremmo, o come ci vorrebbero le persone che amiamo è una delle cose più dure da accettare. Ma bisogna mandarla giù. Come la più amara delle medicine. Perché non esiste altra cura.

Abbracciare i nostri difetti è infatti l’unico modo che abbiamo per accettarci sul serio. Per capirci, per migliorarci e correggere magari dove sbagliamo.

Non esiste accettazione senza confronto però. E quindi bisogna sporcarsi le mani, cingere le braccia intorno ai nostri difetti e capire quando mollare la presa. Per lasciare spazio all’accettazione di sé.

Da non confondere con l’autostima, che può dipendere invece anche dal grado di accettazione del prossimo nei nostri confronti.

L’accettarsi è qualcosa che avviene a tu per tu con noi stessi, significa accogliere quello che siamo senza bisogno di convalide esterne. Accettare i propri difetti significa dare una casa solida all’amor proprio e negare il diritto di cittadinanza a quelle insicurezze che ci corrodono dall’interno.

Allenarsi alla resilienza

Se quando ci scontriamo con qualcosa che non ci piace cadiamo a terra in mille pezzi, sarà sempre più difficile ricostruirsi. Assorbire l’urto senza romperci è quello che dobbiamo fare, anche quando si parla dei nostri difetti.

Ognuno ha i propri e, comprensibilmente, tenta di nasconderli. Ma questo non aiuta. Abbracciare i nostri difetti significa innanzitutto riconoscerli come tali, senza farne un dramma. Incassando il colpo, e preparandosi alla controffensiva.

Se difronte a qualcosa che non va come dovrebbe, la nostra unica preoccupazione è nasconderla sotto il tappetto, il risultato non sarà mai soddisfacente.

Prenderne invece atto, accettarla e migliorare la situazione è la logica vincente da adottare. Quella che consente di ridurre le perdite (di energia), massimizzare gli sforzi e raggiungere un profitto all’altezza dell’obiettivo che abbiamo. Quello di essere persone migliori, si presume.

Invidia, gelosia, intolleranza, narcisismo sono ad esempio atteggiamenti negativi che possono essere nocivi per noi e per gli altri. Abbracciarli non significa arrendersi di fronte a loro, ma allenarsi alla resilienza.

Quella che serve per riunire la coscienza e l’umiltà necessarie per trasformare un difetto in un pregio, una debolezza in un punto di forza. L’immagine negativa che abbiamo di noi in qualcosa che invece più ci assomiglia.

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In una società costruita sulle scricchiolanti basi della virtù, non esiste soddisfazione migliore di quella di poter essere sé stessi. Mostrando pregi e difetti.

Perché abbracciare i nostri difetti, anziché nasconderli, è una tappa essenziale per consentire agli altri di fare lo stesso. Si dice che ti ama è chi conosce il tuo peggior difetto e non vuole cambiarlo. Beh, per una volta, quello che si dice è vero.

La libertà di essere sé stessi a 360 gradi, e di riuscire ad essere amati per questo, è qualcosa che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita. Ma per farlo, occorre darsene l’opportunità.

Essere fedeli a sé stessi

Nella vita ci insegnano che dobbiamo essere belli, buoni e bravi. E ci dicono anche che su di noi pendono delle aspettative grandi più o meno come il mondo. Un po’ come delle taglie. Messe sulle nostre teste, se non ci abituiamo a pensare con quella degli altri. Ad adeguarci al loro giudizio.

I capelli devono essere biondi in questa stagione, ramati nella prossima. Le curve esili d’estate e più accentuate d’inverno. La mentalità vincente, superba. Di quelle compassionevoli solo di facciata, ma nella realtà pronte a tutto per affermarsi. Senza scrupoli e a qualunque costo.

Sebbene il quadro di riferimento possa sembrare esagerato, in realtà queste sono cose che ci vengono chieste, quasi imposte. Senza lasciare spazio a quello che siamo o che pensiamo, o magari che vogliamo.

Ecco quindi che le nostre peculiarità, i tratti distintivi del nostro essere e i nostri modi di fare devono per forza corrispondere a quello che è universalmente riconosciuto come qualità. Ma tacitamente considerato una condanna.

Abbracciare i nostri difetti senza nasconderli significa iniziare una piccola rivoluzione dall’interno. «Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo». Non farti dire come vivere la tua vita. Non vivere la vita di un altro.

Guardati, passa del tempo a conoscerti e quello che resta a comprenderti. Migliorati, ma sempre tenendo conto di chi tu sia davvero.

E non nascondere i tuoi difetti, anche quelli più spiacevoli. Ma piuttosto impara a prenderli in giro, come faresti con l’amico di una vita quando sbaglia ma non riesce a fare altrimenti.

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