Alimenti che aiutano la tiroide

1/4 – Introduzione

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, o di H, posta nella regione anteriore del collo che secerne ormoni utili al buon andamento dell’organismo e in particolare del metabolismo. Quando questo organo non funziona bene si vengono a creare degli squilibri appunto ormonali, in eccesso (ipertiroidismo) o in difetto (ipotiroidismo). Oltre alle cure conseguenti a esami mirati, ci sono alimenti che aiutano il buon funzionamento della tiroide e che sarebbe utile inserire nella propria dieta.

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È necessario “risvegliare” la tiroide quando questa, soggetta a ipotiroidismo, quindi con una minor presenza di ormoni tiroidei nel sangue, comincia a influenzare il nostro stato di salute. I sintomi più frequenti sono cattivo umore, tendenza ad igrassare, pelle secca, capelli secchi e che tendono a cadere, stanchezza persistente.
Lo iodio è uno dei componenti che dovrebbe essere inserito nella dieta ogni giorno e la fonte principale è certamente il pesce di mare, in particolare il merluzzo, le sardine e i crostacei.
Lo iodio è anche usato per arricchire alcuni alimenti come il sale, senza influenzarne ne la composizione ne l’aspetto. L’apporto di iodio consigliato per un uomo adulto è di 250 mcg al giorno e, per mantenere le sue caratteristiche, è bene usare il sale iodato a crudo, quindi non durante la cottura. Alle persone affette da ipotiroidismo è sconsigliato l’utilizzo degli “alimenti gozzigeni”, perché apportano sostanze che vanno ad interferire con il metabolismo dello iodio. Molti di questi alimenti fanno parte della famiglia delle “crucifere”. Ci sono anche additivi alimentare, come i nitrati, che impediscono l’assuzione dello iodio da parte della tiroide.

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Altri alimenti che aiutano la tiroide sono il pane con i semi di sesamo, i funghi freschi, il riso integrale, le carote e le mele e, per i condimenti, potete usare l’aglio. L’alimento più ricco in assoluto di iodio, oltre al pesce, sono le alghe, soprattutto la Fucus Vesiculosus che si trova nell’Oceano Atlantico e Pacifico, ma non vanno bollite, in quanto questa forma di cottura toglie più della metà di contenuto dagli alimenti.
Anche la vitamina B e il ferro sono fondamentali perché la tiroide non cada in una bassa produzione di ormoni. Queste sostanze sono contenute nel prezzemolo a crudo, nelle barbabietole, ma anche nei fagioli, nei ceci, nelle lenticchie, nel cioccolato fondente e nell’olio d’oliva. A chi è affetto da ipotiroidismo è sconsigliato l’assunzione di latticini, perché potrebbero rallentare il metabolismo e potrebbero provenire da animali nutriti con la soia, che è anch’essa un “alimento gozzigeno”.

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L’ipertiroidismo, invece, è quella condizione in cui la tiroide libera grandi quantità di ormoni tiroidei. Tuttavia è la patologia più diffusa, soprattutto nei paesi industrializzati e in quelli dove non si segue una dieta ricca di fibre (frutta e verdura) o povera di carne e pesce.
Il selenio è un altro elemento fondamentale per riequilibrare il funzionamento della ghiandola tiroidea, ed è presente in diversi alimenti naturali, in particolare i cereali come crusca, grano, farro, orzo e anche nei semi di girasole. Può anche essere integrato in alimenti come le patate e quindi ingerito in modalità diverse.
Le disfunzioni tiroidee devono comunque essere vagliate da un endocrinologo, esperto nel campo, in collaborazione con un nutrizionista, che saprà anche indicare il fabbisogno individuale.

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