Le radici di questo metodo (che rientra nell'ambito delle medicine alternative) sono davvero antiche: guaritori e medici cinesi, egizi, caldei, esseni, ebrei e greci utilizzavano già l'occhio per diagnosticare i malanni dei loro pazienti. Ma l’origine dell’iridologia 'moderna' viene fatta risalire al medico omeopatico ungherese Ignazio Von Peczely nel 1886.

Ma di cosa si tratta? L’iridologia è un metodo di analisi (non diagnostico) che si riferisce alla parte colorata dell’occhio e ha come obiettivo la valutazione di eventuali disturbi psico-fisici dell’organismo. "Questa tecnica", spiega Giuliana Adami, naturopata, permette l’osservazione del terreno costituzionale dell’individuo, cioè della predisposizione ad alterazioni funzionali e organiche. È quindi possibile avere informazioni riguardo l’equilibrio psico-neuro-endocrino, l’entità del sovraccarico tossinico, la capacità di eliminazione dei residui metabolici, semplicemente analizzando l'iride. L’iridologia infatti permette di delineare un quadro completo del soggetto: energia, vitalità, costituzione, difese, predisposizioni, personalità, aspetti contingenti quali stress, turbe psichiche, o  perfino patologie in atto".

L'iride diventa così il principale 'libro della vita', nel quale poter leggere lo stato di salute di ciascuno di noi.

"Gli occhi si possono considerare un'estensione del cervello, ma sono anche il principale dei suoi sensori esterni, infatti durante il processo di formazione del feto, occhi e cervello sono una struttura unica che si origina dallo stesso foglietto embrionale", continua l'esperta. "Per la sua formazione embriologica l’iride è una specie di memoria, registro ideale per conservare le informazioni che sono contenute nei foglietti embrionali che hanno originato anche le diverse funzioni e gli organi del corpo".

Lo stretto rapporto esistente tra occhio, sistema cerebrale e nervoso fa sì che ogni alterazione organica percepita dal cervello venga trasmessa all'iride attraverso i nervi, producendo delle alterazioni sotto forma di macchie, fessure, striature, linee, punti, rilievi, anelli e diversità nella pigmentazione. L'iridologo, dunque, attraverso l'uso dell'iridoscopio e della macchina fotografica digitale, osserva l'iride e la disposizione del pigmento, passando poi a valutazioni successive.

"L'idea di base dell'iridologia è che in ciascuna delle due iridi esisterebbe una rappresentazione topografica delle varie parti del corpo e che in presenza di un'anomalia presso un dato organo la corrispondente zona dell'iride manifesterebbe alterazioni caratteristiche. Le informazioni desumibili dall'esame dell'iride riguarderebbero comunque soltanto l'organo colpito e non il tipo di malattia, che va diagnosticato in altro modo. Sull'iride resterebbero impresse le tracce di tutte le malattie pregresse e sarebbe possibile cogliere perfino i segni della predisposizione ad ammalarsi dei singoli organi", sottolinea Giuliana Adami.

Esistono varie scuole di pensiero sul questo metodo di analisi. Ma in generale, gli organi doppi, come i reni oppure i polmoni, trovano un loro riflesso tanto nell'iride destra, quanto in quella sinistra, mentre gli organi singoli, come ad esempio il fegato, si trovano nell'una o nell'altra iride. Naturalmente, gli organi posizionati a destra nel corpo compaiono nell'iride destra e viceversa. Fanno eccezione cuore e stomaco perché posizionati sull'asse centrale del corpo.

"Dai vari 'segni' sull'iride", conclude la naturopata, "come ad esempio le macchie cromatiche, le cripte, le ogive oppure la pigmentazione dei vari anelli, si possono individuare i sovraccarichi di tossine, alcuni problemi a livello gastro-intestinale o perfino fonti di stress psicologiche". Per farvi un esempio concreto: il grado di compattezza dell'iride fornisce informazioni rispetto alla forza di volontà della persona, la sua capacità di reagire alle malattie e anche la sua predisposizione ad accumulare o meno le tossine.

Disturbi psicosomatici? Scoprili con l’iridologia

  • 22 09 2015

Grazie all'osservazione dell'iride si possono determinare le malattie cui ciascuno di noi è predisposto, il grado di intossicazione dell'organismo o i comportamenti che lo contraddistinguono.

Gli occhi sono da sempre considerati “lo specchio dell’anima”. Ma, in realtà, gli occhi possono fare davvero molto di più: secondo l’antica (e moderna) iridologia, possono infatti parlare dello stato di salute del corpo umano. Questo metodo di analisi (non diagnostico) indaga gli aspetti fisici e psichici dell’uomo attraverso l’osservazione dell’iride arrivando a determinare i disturbi psicosomatici cui è predisposto. Ne abbiamo parlato con la naturopata Giuliana Adami.  

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