Artrosi sempre più comune in Italia, complice l’allungarsi della vita.
 
Questa patologia, tipica della terza età, è un fenomeno molto comune: colpisce fino all’80 per cento delle persone oltre i 65 anni, ma che fa la sua comparsa molto prima, intorno ai 40.
“In un certo senso” spiega Marco Lanzetta, direttore dell’Istituto italiano di Chirurgia della mano di Monza (Iicm) e co-autore nel 1998 del primo trapianto di mano al mondo “Più che una malattia l’artrosi è una fase della vita”. Dopo i 40 anni è praticamente scritta nel destino di tutti, avverte l’esperto. Anche se, puntualizza, sul momento della comparsa dei sintomi, sulla loro entità e sulla velocità di progressione incidono la predisposizione genetica, lo stile di vita, eventuali traumi o sollecitazioni meccaniche.
 
Curare l’artrosi, con cui la maggior parte delle persone si rassegna a convivere, è possibile ed è fondamentale diagnosticarla prima della comparsa dei sintomi per garantire la completa soluzione del problema.
Ma anche in fase avanzata è molto importante intervenire in quanto l’artrosi della mano limita la mobilità e rende impossibile anche le più semplici attività quotidiane come aprire un barattolo o girare la chiave nella serratura.
 
Per promuovere quindi la salute delle mani, è stata indetta la Giornata Nazionale dell’Artrosi della Mano.
 
L’evento, sostenuto dal Ministero della Salute e promosso dalla onlus Gruppo italiano Chirurghi amici della Mano, è in programma per il 26 gennaio.
Telefonando al numero 039.23.24.219, è possibile prenotare fino a esaurimento posti un consulto gratuito con gli specialisti dei centri privati Iicm di Monza, Treviso, Bologna e Roma.
 
Chi non dovesse riuscire ad accedere alla visita potrà trovare online (www.iicm.it e www.gicam.it) un questionario di autovalutazione e i riferimenti per rivolgersi alle strutture specializzate.
 
L’obiettivo dell’iniziativa è far conoscere al grande pubblico le nuove possibilità terapeutiche disponibili: dalle correzioni della dieta con l’uso di integratori alimentari ad hoc, a modalità di somministrazione di farmaci in loco innovative e senza effetti collaterali; dall’impiego di cellule staminali per rigenerare la cartilagine usurata, fino alla chirurgia sempre più sofisticata.
“Un programma terapeutico che dev’essere personalizzato, unico per ogni paziente”, precisa Lanzetta, per questo è necessaria la visita medica tempestiva.
 
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