Chi piange è più forte

È vero che chi piange è più forte?

Quante volte ci han detto che piangere è un segno di debolezza? Ma è davvero così, o il pianto è in realtà un segno di forza e coraggio?

A volte succede: un bel pianto ci fa stare meglio, ma non è sempre ben visto, in particolare sul lavoro, ma anche con amici e famiglia. Sono in molti però a iniziare a vedere il piangere come un segno di coraggio. Ma è vero che chi piange è più forte, o è ancora percepito come debolezza?

Piangere dimostra che si è umani, che abbiamo sentimenti ed emozioni e siamo in grado di esprimerli. Le lacrime possono aiutare a liberare le emozioni e creano spesso un senso di liberazione.

Perché il pianto è percepito come debolezza

Non è però sempre così, anzi. Spesso piangere è visto come un segno di fragilità e debolezza, in particolare sul lavoro e soprattutto se si è donne e se si è giovani. Certo, piangere a dirotto in ufficio non è un segno di grande professionalità, ma ci sono i tempi e modi per farlo in modo adulto e costruttivo.

Nella nostra società ci viene infatti insegnato a reprimere il pianto e trattenerlo, perché mostrare quello che si prova è ancora visto come un segno di debolezza.

In particolare se ci viene da piangere dalla rabbia, durante una lite o una discussione, uscirne con eleganza e professionalità diventa davvero difficile, in quanto gli altri potrebbero percepirlo come debolezza e usarlo contro di noi.

Ci viene anche insegnato che non mostrarci mentre piangiamo è un segno di forza e di controllo delle nostre emozioni; ma sono ormai molti gli esperti del comportamento e gli psicologi che concordano sul fatto che le lacrime possono essere curative, in quanto in media ci si sente molto meglio dopo un grande pianto.

Il potere curativo del pianto

È ormai opinione comune che le lacrime aiutino a ridurre il livello di stress, dal momento che piangere rilascia ossitocina ed endorfine nel nostro organismo, anche noti come gli ormoni della felicità.

Queste sostanze chimiche ci fanno sentire subito meglio e possono alleviare il male fisico ed emotivo: non per nulla la prima reazione dei bambini di fronte allo spavento o al dolore è proprio scoppiare in un pianto liberatorio.

Il pianto ha quindi molti benefici, tra cui:

  • ha un effetto auto-rilassante in quanto regola le emozioni
  • aiuta a elaborare le emozioni a livello di subconscio; una cosa che ci metteva molta ansia sembrerà più leggera dopo un bel pianto
  • le lacrime rilasciano ossitocina ed endorfine favorendo un senso di benessere
  • piangere spesso crea vicinanza, empatia e connessione
  • piangere ci aiuta anche a esprimere in modo non verbale dei sentimenti che difficilmente sapremmo spiegare a parole

Piangere è quindi un modo sano e umano di esprimere le proprie emozioni ed esserne consapevoli è una forma di forza: chi piange è più forte e addirittura viene percepito come coraggioso in sempre più contesti, in quanto dimostra di non avere timore del giudizio degli altri.

Lo stigma del pianto

Il pianto tuttavia porta con sé ancora uno stigma forte, soprattutto in contesti lavorativi o molto “patriarcali” in cui piangere è visto come una cosa da deboli e non è ancora passato il concetto che chi piange è più forte.

Soprattutto ai maschi viene insegnato fin da piccoli che “piangere è una cosa da femmine” come se fosse un modo riprovevole di esprimere le proprie emozioni: niente di più sbagliato e anzi, questa concezione è anche pericolosa e dannosa per lo sviluppo emotivo dei bambini, che crescono pensando di dover reprimere le proprie emozioni.

Tuttavia bisogna fare attenzione a quando e come si piange: scoppiare in lacrime in mezzo a una riunione col proprio capo non è mai il caso. Meglio attendere un momento e farsi un bel pianto liberatorio tornati a casa o in un posto appartato, magari con qualcuno che ci è vicino, come una collega con cui abbiamo molta confidenza. Questo potrebbe anche aiutarci a rinforzare il rapporto con questa persona.

Anche a casa o con il partner piangere è un modo per stabilire una connessione più profonda all’interno di un rapporto in quanto ci fa esprimere i sentimenti più intimi che a volte non sappiamo esprimere a parole.

In conclusione, piangere è un modo normalissimo per esprimere le proprie emozioni, anche da adulti e spesso è vero che chi piange è più forte.

Il pianto fa parte della vita e dell’espressione dei sentimenti in quanto esseri umani. È un atto coraggioso e un segno di forza e possiamo anche usarlo per dimostrare agli altri che anche loro possono piangere e esternare i loro sentimenti, ad esempio quando abbiamo un’amica triste che non sa come esprimersi.

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