Farinaccio: usi e proprietà curative

1/6 – Introduzione

Il farinaccio (conosciuto in ambito scientifico con il termine di Chenopodium Album, ma ordinariamente denominato “farinello comune”) è una pianta erbacea di facile reperibilità, che fa parte della categoria delle “Amaranthaceae”. Trovare questo vegetale lungo le coste italiane è facilissimo, poiché diffuso un po’ in tutta la penisola. In ambito culinario, il farinaccio ha diversi usi ed è rinomato per il suo grande apporto di vitamina B, tuttavia in campo agricolo viene considerata una pianta infestante. All’interno di questa guida vedremo assieme quali sono gli usi e le proprietà curative di questa famosa pianta, che si presenta con un aspetto mite ed un grande potere nutritivo.

2/6 Occorrente

  • Farinaccio
  • tazza con infusore

3/6 – Caratteristiche della pianta

Prima di tutto valutiamo le caratteristiche: il farinaccio è una pianta erbacea annuale, che non è dotata di una vera e propria corolla. Le foglie non possiedono l’ocrea e presentano un odore particolarmente spiacevole. Questa pianta raggiunge un’altezza massima di un metro e mezzo, tuttavia tende a decrementare le proprie dimensioni dopo aver dato frutto. Presenta un asse dritto con pochissime foglie “lanceolate”, mentre le radici sono “a fittone”, quindi dure, lunghe e resistenti. Il fusto è ramificato, glabro e presenta delle piccole aree rossastre. Le persone che s’imbattono nel farinaccio riescono a distinguerlo, rispetto alle altre piante, grazie alla presenza, nelle parti basse delle foglie, di una farina di colore bianco. Questo vegetale può essere colto sia nel periodo di giovinezza che in una fase più senile.

4/6 – Nutrienti presenti in busto e foglie

Per ciò che concerne le proprietà curative, va detto che queste dipendono dai nutrienti posseduti. Il farinaccio presenta le vitamine A, B e C, necessarie per la riparazione tissutale e la vitalità. Contiene inoltre numerosi minerali, quali il calcio, il ferro ed il potassio, con l’apporto di preziose fibre ed importanti proteine. I semi sono ricchi di lisina, ovvero un aminoacido essenziale, poco presente nei cereali e che l’uomo non è in grado di sintetizzare. Tutte queste peculiarità rendono il farinaccio un ottimo lassativo, utilizzabile anche come antireumatico, antiflogistico ed antielmintico. Particolare attenzione va data infine alle foglie, ricche di tiamina, sodio, fosforo, zinco, niacina, riboflavina, carboidrati e grassi.

5/6 – Utilizzi in ambito culinario ed erboristico

Vediamo adesso i suoi utilizzi: come la maggior parte delle piante con proprietà curative, anche il chenopodio viene impiegato sia a scopo medicamentoso che cosmetologico. Nel campo erboristico si possono utilizzare le foglie per curare le punture di insetto, i dolori reumatici, i dolori dentali ed i colpi di sole. In ambito culinario, invece, questa nobile pianta sostituisce gli spinaci, insaporisce le frittate, farcisce i ravioli di pasta fresca, viene spadellata ed inserita nel ripieno delle torte salate. Sono edibili anche i semi, che possono essere cucinati come i comuni legumi o essiccati e ridotti in farina per la realizzazione di svariate ricette. Gli amanti delle tisane, poi, possono degustarla come infuso, immergendola in acqua calda e godendo così del suo potere anti meteorismo ed anti gastralgia. Ovviamente, pur essendo un prodotto naturale, non bisogna esagerare con i dosaggi in quanto un uso improprio può portare ad effetti collaterali quali: vomito, diarrea e mal di stomaco. Per ridurre il rischio di tali eventi avversi, è bene scottare le foglie in abbondante acqua salata.

6/6 Consigli

  • Non eccedere con le dosi, il farinello può essere consumato in tutta tranquillità ma solo moderatamente
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