Comunemente viene chiamata multitasking, con un'accezione positiva che sembri sollevare dal peso di essere molto impegnati. Sì, perché la capacità di fare molte cose contemporaneamente suscita stima e ammirazione in chi magari si concentra su un'attività per volta.

Ma quando le attività diventano troppe e simultanee, distraendoci dal nostro "compito principale", ecco che il simpatico inglesismo può nascondere la sindrome da iperattività e deficit dell'attenzione. A lanciare l'allarme è la Società italiana di psichiatria (Sip), che rileva quanto la Adhd (la sigla del disturbo) sia quasi ignorata dagli adulti, anche se a soffrirne è circa il 4% degli Italiani, ovvero 2 milioni di persone.

Ne parliamo con il professore Roberto Pani, medico e docent di psicologia clinica presso l'Università di Bologna.

Sintomi dell'iperattività e deficit di attenzione

I sintomi? Gli stessi dei bambini e degli adolescenti, con l'aggravante che le conseguenze estreme possono portare ad incidenti, reati e uso di droghe.

Chi soffre di iperattività accusa: agitazione, ansia di sentirsi sempre sotto pressione, problemi di concentrazione, difficoltà nel portare a termine i compiti affidati, incapacità di organizzarsi. Tutte manifestazioni di un disagio che apparentemente può palesarsi attraverso un (illusorio) interesse per tanti aspetti della vita. «In realtà, è proprio l'interesse - quello reale e autentico - a mancare: spesso chi non riesce a mantenere l'attenzione, si sente estraneo in un mondo che cambia in continuazione, e che richiede un continuo adattamento» spiega il dottor Pani.

La difficoltà poi si esprime nella vita quotidiana: il lavoro, la coppia, gli amici, «ambiti privati e sociali in cui queste persone possono avere la sensazione di inadeguatezza e di non conclusione».

I motivi di un disagio che colpisce anche gli adulti

«Alla base dell'iperattività e del deficit di attenzione può esserci una condizione di estraneità e, nei casi più gravi di alienazione, verso la vita quotidiana, fatta di mille impegni ma tutti contraddittori, troppo veloci, senza punti di riferimento e senza aspetti realmente convincenti che ti inducano ad "abbracciarli" davvero» continua l'esperto in psicologia clinica  è come se queste persone vivessero una sorta di scissione interna: da un lato devono aderire ad un mondo che sentono lontano, dall'altro desiderano negarlo, "cancellarlo", disinteressandone appunto».

Solo una parte di sé è concentrata su ciò che accade nel mondo, l'altra è distratta, perché non riesce a fermare la mente (e l'azione che ne consegue). «Di qui il rivolgere l'attenzione a tante cose, tutte e nessuna nello stesso momento».

Una lettura psicologica dell'iperattività e disattenzione

Distratti, immotivati, disorganizzati, incapaci di provare attenzione e di portare a termine i compiti affidati: «ad un'osservazione più profonda tutti questi comportamenti delineano l'identikit di persone affette dal mal di vivere, che deriva dalla mancanza di passione.

È un disagio che si manifesta con un blocco temporaneo delle attività che si devono compiere, perché le si sente come un peso». La sindrome da iperattività e deficit di attenzione può essere descritta come una paralisi che prima ci immobilizza per un attimo, e che poi ci porta a rivolgere la nostra attenzione ad altro. Senza sosta.

Come curare la sindrome dell'iperattività e del deficit di attenzione

«Rendersi conto del mal di vivere, sotteso alla distrazione continua, è una prima via per cominciare a "sostare" con attenzione nelle cose» prosegue il dottor Pani «successivamente è bene sforzarsi di trovare una passione che riempia letteralmente se stessi, la quale passione può esplicarsi nei campi più disparati: dallo sport alla fotografia; dallo yoga al bricolage; dal cinema al teatro ecc. probabilmente è più efficace un'attività che impegni poco la mente e che richieda un ruolo più coinvolgente del corpo.

Nei casi più severi di sindrome da iperattività e deficit di attenzione, è bene rivolgersi ad un aiuto di tipo farmacologico: solitamente gli antidepressivi sono i farmaci più adatti perché motivano, risollevano e danno una spinta vitale, ma devono tassativamente essere prescritti dal medico specialista.

Una buona soluzione inoltre può essere quella di iniziare un percorso di psicoterapia che supporti il soggetto e che nello stesso tempo aiuti a capire le origini del disagio».

Consigli per essere più attenti e meno iperattivi

Spegnere lo smartphone e il tablet può aiutare a superare l'iperattività e il deficit di attenzione, ma non è risolutivo «perché la persona lo vivrà come un obbligo che sarà portato a trasgredire: meglio concentrarsi sull'ascolto di se stessi, anche se non è sempre facile» esorta iI dottor Pani «In particolare:

- cercare di trovare ciò che ci stimola davvero;
- comprendere ciò che si desidera realmente dalla vita (da se stessi e dagli altri);

-  prestare attenzione - per quanto possibile - ai propri sentimenti verso persone e aspetti della propria vita;
- essere disponibili a perdonarsi qualche disattenzione e ricordarsi di festeggiare qualche "vittoria", come ad esempio un compito più o meno gravoso che si è portato a termine».

Anche gli adulti soffrono della sindrome di iperattività e deficit di attenzione

Distratti, ansiosi e incapaci di portare a termine i compiti affidati, perché la pressione è tanta, troppa. Il disagio di dover fare troppe cose, nella vita adulta, invade tutto il quotidiano. La parola all'esperto

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