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Ansia: domande e risposte

Intervista allo psicologo sull'ansia, uno stato psico-emotivo tanto comune da interessare tutti, indistintamente

L’ansia è una sensazione che tutti (o quasi) provano a un certo punto della loro vita. Ma per alcune persone, il sentirsi preoccupate, fuori controllo e timorose che tutto possa crollare da un momento all’altro è una condizione psicologica quotidiana che influenza negativamente il benessere mentale e fisico.

Può colpire chiunque, a qualsiasi età, a prescindere dal sesso, ceto sociale e livello culturale. Non ne sono immuni ragazzini così come personaggi famosi. Insomma, è un disturbo decisamente democratico.

Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande al Prof. Roberto Pani, psicoterapeuta e docente di Psicologia Clinica presso l’Università di Bologna.

Ansiosi si nasce o si diventa?

In genere, non si nasce “con” l’ansia ma l’ansia è un sintomo che può svilupparsi nella prima infanzia a causa dell’ambiente in cui si il bambino è esposto sin dai primi attimi di vita: una mamma ansiosa, un padre autoritario, delle figure vicine che fanno in genere vivere i sensi di colpa o le preoccupazioni come centrali nel processo educativo.

Tuttavia, i sintomi possono manifestarsi in una fase successiva della vita, come ad esempio nell’età della scuola o in genere quando si inizia un nuovo percorso: il lavoro, le relazioni sentimentale, la nascita di un figlio ecc. Tutte queste esperienze nuove possono provocare la manifestazione di un disturbo d’ansia mai provato prima.

Qual è la differenza tra “essere ansioso” e “provare ansia”?

Si prova ansia quando il disturbo è lieve e non condiziona la vita, quando cioè ci si sente agitati, preoccupati e timorosi.

La maggior parte di noi si preoccupa in diversi momenti della vita e si sente un po’ in ansia, tuttavia ha sviluppato strumenti per aiutare ad auto-calmarsi ed ha creato un ambiente in cui si sente al sicuro sia psichicamente che emotivamente.

Quando però il sentirsi preoccupati inizia ad occupare ore e ore di ogni giorno, l’ansia può iniziare a prendere piede.

Qual è la differenza tra l’ansia “semplice” e un disturbo d’ansia?

L’ansia può essere una parte normale delle sfide che ci si presentano giorno per giorno. Un disturbo d’ansia può essere debilitante: persone che soffrono di un disturbo d’ansia possono avere sintomi fisici, come vertigini e tremore, o possono trovare difficile e molto stressante far fronte a piccoli compiti.

Come si diagnostica l’ansia?

Per avere una diagnosi è necessario essere valutati da un professionista. Questo potrebbe essere uno psichiatra, psicoterapeuta o psicologo. Ogni professionista utilizza diversi strumenti di diagnostica.

Rispetto al trattamento, invece, alcune persone possono beneficiare nel prendere un farmaco, che deve essere prescritto da uno psichiatra in quanto medico specializzato in salute mentale.

Tuttavia, i farmaci da soli possono non bastare, quindi è bene lavorare con uno psicoterapeuta o psicologo per elaborare i propri sentimenti e per ottenere una comprensione del proprio senso di sé e come interagire con il mondo.

Ansia: è più donna o uomo?

Non c’è una sostanziale differenza che fa pendere l’ago della bilancia verso il genere femminile piuttosto che quello maschile. Sia gli uomini che le donne possono provare ansia.

Tuttavia, cambia la modalità di esprimerla o gestirla: tendenzialmente, le donne sono più propense, per motivi anche socio-culturali, a cercare supporto dagli altri. Gli uomini, invece, tendono a incamerare oppure a manifestare l’ansia attraverso comportamenti aggressivi o evitanti.

Quali sono i modi migliori per affrontare l’ansia?

Se il disturbo è “invalidante”, il suggerimento è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ed esplorare come ci si sente e che cosa si ha bisogno per sentirsi supportati. Si tratta di un processo individuale, che richiede una valutazione ad personam

Talvolta il terapeuta potrebbe ritenere utile il consulto di uno psichiatra per escludere un disturbo d’ansia. Altre volte, invece, si può trarre giovamento da una terapia a lungo termine per lavorare sui problemi dell’infanzia e sviluppare un senso più forte della propria collocazione nel mondo.

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