Bassa autostima, quando ci si vendica trattando male il partner

Chi manca di autostima in una coppia può scaricare la propria frustrazione sul partner danneggiando il rapporto

Sto con il mio ragazzo da quasi 5anni, io ne ho 27 e lui 28,conviviamo da gennaio; siamo molto diversi e abbiamo avuto i nostri scontri di opinione varie volte, ma a tenerci uniti è sempre stata la perfetta intesa fisica e soprattutto la mia tendenza a voler passare sopra a ciò che non andava per amore, anche quando i suoi comportamenti sono stati pessimi e dispotici, cercando di andare avanti con rinnovato entusiasmo dopo ogni malinteso…

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Il problema è iniziato a sorgere con la perdita del lavoro da parte sua e l'inizio della mia carriera post-laurea, cosa che ha causato una rabbia immotivata nei miei confronti, con continui rimproveri gratuiti, spesso denigratori, e tendenza ad incolparmi di ogni suo fallimento, in cui non c'entro praticamente nulla, dato che siamo di due settori del tutto diversi ed io non  ho mai messo freni alla sua realizzazione, anzi spesso è lui a cercare di  "dissuadermi" dalla mia.

Io sto cercando in tutti i modi di "sopportare" il brutto periodo che sta passando e che dura ormai da quasi un anno, ma mi sento anche continuamente ferita e ogni tentativo di parlare scatena ulteriore ira da parte sua, che mi addita come "egoista" e incapace di capire. Non posso neppure chiedere scusa ogni giorno, cosa che ho anche fatto per quieto vivere all'inizio, perchè non c'entro con i suoi problemi professionali e se tento di incoraggiarlo a cercare lavoro o simili, la reazione è anche peggiore. Non posso neppure rinunciare ai miei sogni solo perchè lui non riesce a realizzare i suoi. Come devo comportarmi? Perchè mi tratta così?

 

Salve,

mi sembra di capire che il problema principale del suo compagno riguardi la sua bassa autostima e la conseguente invidia dovuta all’impotenza che percepisce di se stesso. Questi sentimenti logorano presto una relazione, poiché viene a mancare da parte di queste persone la capacità di provare empatia per il o la propria compagna e condividere poi un progetto insieme unendo le rispettive risorse e forze.

Non è facile vivere accanto ad una persona del genere, che rivede nelle realizzazioni dell’altro delle minacce per se stesso. Di contro lei, invece, ha cercato di portare pazienza, di provare nel frattempo a realizzarsi, sperando in un cambio di rotta che non è avvenuto. Quanto margine c’è a questo punto per  poter trovare degli obiettivi comuni?

Lei certamente non può trovare lavoro e portare avanti la vita dell’altro, sostituendosi al suo compagno completamente  e non può farle né da madre, né da psicologa anche volendo. Provi a proporre al suo compagno di intraprendere una terapia, anche se temo che al momento  non ne abbia alcuna intenzione…. Ma  magari vedendola decisa ad andare avanti per la sua strada, potrebbe ripensarci.

Auguri.

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