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Alice scopre di essere tradita da Richi, il marito, nel peggior modo  possibile, vedendolo baciare una specie di Barbie bionda e filiforme,  con il culo a zainetto. Perché hai scelto questa tipologia di donna per  rendere cornuta la tua protagonista? Il tradimento estetico è la peggior  onta che si possa subire?

«Sì, perché ancora oggi alcuni uomini ci schiaffeggiano moralmente con  donne più giovani e più carine. Come a dire: tu il tuo meglio me lo hai già  dato, ora non servi più. Mi vado a prendere il meglio di un’altra. Sono loro che considerano il meglio di una donna l’aspetto estetico e la  conseguente carica erotica che ne sprigiona».

Nella foto, la copertina di Amo un bastardo (ma non è il mio cane).

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Nel periodo doloroso (e ad alto tasso di confusione mentale) che segue,  sono fondamentali le amiche, Ila e Bea. Che la coccolano, la supportano e  la incitano a non mollare. Anche tu sei convinta che le amiche di  salvataggio siano la vera assicurazione per la vita delle donne  contemporanee?
«Senza amiche non solo non si sopravvive, ma non si vive proprio. Le amiche sono la quadratura del tuo cerchio, i  lati della tua personalità che non hai sviluppato. Le amiche sono gli altri pezzi di te… Anche quelli che non vuoi vedere, ma  senza i quali non sopravviveresti a te stessa».

Nella foto, Debora Villa è nel cast di Zelig agli Arcimboldi di Milano (2010).

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I ritratti che fai della Mduv (moglie di una volta) e della Mcdo (moglie  cornuta di oggi) sono esilaranti…
«La prima è la moglie di una volta, quella che troviamo sull’Enciclopedia della donna. Quella anni Sessanta,  perfetta nell’aspetto, curata ma non appariscente, che conosce le regole  del bon ton, che non è particolarmente istruita, però all’occorrenza sa  parlare di tutto. Ma che preferibilmente starà zitta. È la donna ideale  dell’uomo base di ogni epoca: una bambola di carne istruita per  compiacerlo. Un tipo di donna che Alice cercherà di imitare per  recuperare il rapporto con il marito. La seconda invece è la moglie  cornuta di oggi. L’altra faccia della medaglia. Quando la nostra eroina  si accorge che i suoi sforzi sono vani getta la maschera e si guarda  allo specchio scoprendosi desiderosa di vendetta, tremenda vendetta!».

Nella foto, con Alessia Marcuzzi ha girato la sitcom Così fan tutte (2009).

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E tu quale tipo di moglie o di  compagna sei?
«La seconda sicuramente. Non stiro camicie neanche quando va tutto bene,  figurarsi se mio marito mi tradisse! Cioè: ti devo far fare bella  figura con la tua amante? Siamo pazze? È lei che ti stropiccia le  camicie: stiratele tu!».

 

Al cinema eccola ne Il cosmo sul comò di e con Aldo Giovanni e Giacomo  (2008).

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Il finale del tuo romanzo è un  po’ spiazzante. La morale della tua  favola moderna qual è?
«La donna perdona. Come Gesù Cristo… (qui parte la risatina). Lo so, è  un po’ eccessivo, ma noi donne siamo capaci di amare in maniera così  totale che a volte è spiazzante anche per noi. Sicuramente questa storia  non ha la pretesa di segnare un cammino, ma di esprimere un punto di  vista diverso dal solito. In una storia d’amore che subisce un duro  colpo, ci sono tante possibilità di sviluppo».

 

In Camera Café  (2007).

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Secondo te, anche il peggior  bastardo si può riscattare? Ed è un segno  di magnanimità, o una rivisitazione necessaria, in tempi di crisi e di  zitellaggio coatto?
«Ma certo che l’uomo si può riscattare. Il maschio non è per forza il  diavolo. Ti faccio un esempio. Da anni sono testimonial di una onlus (Cerchi d’Acqua, ndr) che si occupa di violenza sulle donne, nello specifico della violenza in  famiglia. Ho sentito cose agghiaccianti. Eppure intorno a questa realtà  ci sono degli uomini dolcissimi: sono i mariti delle volontarie, che le  sostengono in tutti i modi».

 

Nei panni di inviata de Le Iene (2002).

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Stai vivendo un momento di grande spolvero: con Luciana Littizzetto e  Geppi Cucciari sei tra le comiche più amate, hai girato con Alessia  Marcuzzi la sitcom Così fan tutte, conduci ogni mattina Si salvi chi può  su RadioMontecarlo, hai esordito nella narrativa. Il segreto del tuo  successo dove sta?
«Non credo di essere una donna di successo, ma di sicuro sono una donna  fortunata. Per il resto ti dico la verità: lavoro come una matta da  sempre. Non ho sabati, domeniche né feste comandate. Il mio lavoro è  anche il mio hobby e mi dedico a questa professione anima e corpo. Devo  ringraziare il mio uomo che mi comprende, anche se a volte è dura. E mia  mamma che mi ha aiutata tanto, soprattutto agli inizi (quando era  ancora più dura!). Sono fortunata anche a lavorare con Alessandra Torre e  Francesca Micardi, che hanno scritto con me questo romanzo e sono i  miei angeli custodi, proprio come Ila e Bea per Alice. Ci divertiamo  come pazze e forse un po’ lo siamo. Comunque il mio motto è: sono  fa-vo-lo-sa. Come tutte le donne. Ricordatevelo in ogni momento! Siamo  FA-VO-LO-SE!».

Nella foto, col marito Mirko Donno, sposato nel 2005.

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Debora Villa

 

Debora Villa nasce a Pioltello, in provincia di Milano, il 13 aprile 1969.
È attrice e comica. È stata inviata de Le Iene, ha interpretato Patty in Camera Café, è stata opinionista di Glob l’osceno del villaggio. Ha partecipato a Scatafascio, Colorado Café live, Super Ciro, Sputnik ed è entrata quest’anno nel cast di Zelig. Dal 2010 conduce con Erina Martelli Si salvi chi può su RadioMontecarlo. Dal 2005 Debora è sposata con Mirko Donno, 35 anni. La coppia ha una bambina, Lisa, 1 anno.

Nella foto, l’attrice incinta di Lisa.